Sorpresa nel derby azzurro tra Andreas Seppi (numero 55 del mondo) e Marco Cecchinato (25 anni, numero 92): sul rosso di Budapest, l'esperienza di Seppi è andata a farsi benedire di fronte alla presenza psico-fisica del tennista siciliano che ha prevalso in rimonta in tre set (4/6 7/6 6/3 lo score finale, durata due ore e 17'), confermando l'ottimo stato mentale che gli aveva permesso nei quarti di qualificarsi in semifinale sempre in rimonta sul tedesco Struff. Per il tennis italiano era importante vedere se la semifinale di Budapest potesse sancire un ricambio generazionale importante in seno al tennis maschile italiano e, in un certo senso, anche se non si può proprio parlare di un passaggio di testimone, ha vinto chi ha avuto più "fame" di risultati. Il derby azzurro è iniziato a rilento, un po' in sordina. Seppi ha salvato da 0-30 i primi due turni di servizio, sciupando una palla break nel secondo e nel quarto game. Così è stato Cecchinato a breakkare l'altoatesino finalizzando con un diritto vincente la giusta tattica di far muovere lateralmente Seppi. Poi però il palermitano ha un po' perso la trebisonda, pendendo tre dei quattro seguenti servizi, sbagliando molto col diritto e sotto rete, mentre Seppi non facendo niente di trascendentale, ha portato a casa il primo set 7/5. Ad inizio di seconda frazione, il diritto di Cecchinato continua a sfaldarsi, con Seppi che mette il pilota automatico da fondo campo e si porta avanti 2-0 e 40-15. Poi d'improvviso la fiammata del siciliano, che rientra in partita con grinta e carattere, rimontando 2-2 da un possibile 0-3. E' un match che non decolla, vuoi perché Seppi non riesce a prendere il sopravvento, vuoi perché Cecchinato lotta e intende "addormentare" la partita. Ha una palla break il siciliano nel settimo gioco, proprio perché Seppi sembra in catalessi, ma stecca la risposta e l'occasione sfuma. Si salva ancora Cecchinato nell'ottavo gioco; avrebbe potuto mandare Seppi a servire per il match sul 5-3, ma il siciliano annulla con diverse prime di servizio due pericolose palle break dell'altoatesino. Si arriva quindi al tie-break e Seppi, salito 4-2, ha spento improvvisamente la luce, mentre Cecchinato, sempre concentrato nel match, ha inanellato cinque punti consecutivi pareggiando il conto dei set. Nella terza e decisiva partita, tutto si è risolto nel sesto game quando Seppi, sempre meno presente nel match, ha sbagliato due diritti e una volée a campo aperto, concedendo il 4-2 al palermitano, il quale con un ace esterno è prima salito 5-2 (dopo aver annullato una palla del contro-break) e senza tremare, è riuscito a chiudere la contesa in suo favore, complice anche l'ennesimo errore dell’altoatesino che ha affossato in rete la risposta di rovescio. Così domani è la prima finale in un torneo ATP per il tennista siciliano, peraltro entrato in tabellone come lucky loser; mal che vada (contro ancora non si sa perchè il match tra lo sloveno Bedene e l'australiano Millman è stato interrotto per oscurità sul punteggio di un set pari), entrerà nei primi 70 del mondo, addirittura 60 se dovesse alzare il trofeo. Il che, a parte un meritato e sostanzioso assegno, lo proietterà di diritto nei tabelloni che contano, quelli dello Slam di Parigi e Wimbledon per intenderci. Una bella soddisfazione. E tutto sommato, è stato un discreto torneo anche per il 34enne Seppi che, con i punti della semifinale, la prima sul rosso quest'anno, entrerà di nuovo nei primi 50 del mondo dopo oltre due anni di assenza. Insomma, se i "vecchietti" (contando anche il 31enne Fognini e il 36enne Lorenzi) se la cavano ancora, qualcosa di sostanzioso sta venendo fuori. Aspettando i Sonego e i Berrettini (e magari qualche altro baldo giovane).
Non sono d'accordo con le tue opinioni, ma difenderò sempre il tuo diritto ad esprimerle (Voltaire-François Marie Arouet)
WRITING
sabato 28 aprile 2018
venerdì 27 aprile 2018
INIZIATIVE - All'Itallia in Miniatura a Rimini novità interessanti: Divertimento e cultura tra scenette surreali.
Italia in Miniatura, il parco
tematico a Rimini che presenta l’Italia intera attraverso 273 stupefacenti
riproduzioni in scala di monumenti italiani ed europei,
fa una decisa svolta nella direzione di ironia, creatività e interazione per
attrarre pubblico che vuole assemblare divertimento e cultura. In pieno
rinnovamento, il pubblico troverà molti monumenti rimessi a nuovo e restaurati
– Torre di Pisa e Colosseo fra questi – e lavori in partenza per rimettere a
nuovo 110 piazze, con 6 tipi pavimentazioni diverse per
accogliere circa 80.000 italiani
in miniatura. Entro fine giugno, decine
di migliaia di figurine in scala troveranno il loro posto al
sole fra le miniature, in divertenti scene di vita quotidiane, da cercare e
fotografare aguzzando la vista o, meglio, usando gli speciali binocoli. In tal senso
la novità dedicata
al pubblico degli “osservatori”, che saranno stupiti da irresistibili e
surreali scenette in minuscola scala che un team di giovani scenografi e
creativi (Fausto Giorgi, Barbara Fina, Giorgia Natali, Lorenzo Paci) ha
sparpagliato a sorpresa per tutto il parco. Come trovare tutte queste “chicche”
senza perdersene neanche una? Con i binocoli messi a disposizione dal parco o
aguzzando la vista. Per chi invece all’osservazione preferisce l’azione, Italia
in Miniatura aggiunge una modalità tutta nuova per vivere il “Bel Paese” ovvero
la Tavolozza del Pittore. Nel
parco sono infatti spuntati speciali cavalletti a disposizione dei bambini:
noleggiando un kit che comprende colori, pennelli e grembiule, i piccoli
avranno la possibilità di dipingere come Raffaello, Michelangelo o Leonardo e
di portarsi a casa il proprio “capolavoro”.
Alla mostra miniature fanno corona attrazioni
originali e spazi interattivi, compresi nel prezzo del biglietto. La Vecchia Segheria è
l’attrazione più adrenalinica: una discesa mozzafiato in uno scenario
dolomitico, a bordo di tronchi d’albero. A Cannonacqua si battaglia
sparandosi acqua dai cannoni! Per chi ha la testa “per aria” c’è lo
spettacolare viaggio in volo con la Monorotaia o le
mongolfiere di Torre Panoramica. Sono comprese nel biglietto anche le auto di Scuola Guida Interattiva, Pinocchio, Piazza
Italia, il Luna Park
della Scienza, il Pappamondo e
la bellissima romantica, Venezia,
dove si naviga a bordo di gondole fino a Piazza San Marco. Con un
piccolo supplemento si accede, infine, a Cinemagia 7D e all’AreAvventura.
Aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30, Italia in Miniatura,
offre promozioni famiglia, biglietti combinati con Acquario di Cattolica e
Oltremare, ingresso gratuito per i bimbi sotto il metro e ridotto per quelli
fino a 140 cm, un secondo giorno gratuito a scelta. Inoltre, l’offerta save
the funpermette di non perdere il biglietto in caso di pioggia o
imprevisti.
TENNIS - Da Budapest segnali incoraggianti per gli azzurri: Semifinale Seppi-Cecchinato, prove di ricambio generazionale.
Rispetto al settore femminile, i maschi italiani sembra possano godere di un maggior ricambio generazionale alle spalle dei soliti ultratrentenni Fognini, Lorenzi e Seppi. I Campionati Internazionali d'Ungheria, per quanto torneo ATP di rango minore (un 250), stanno dando questa impressione. Infatti c'è uno scontro generazionale al riguardo in semifinale, nella parte bassa del tabellone di Budapest, ovvero Seppi (34 anni) contro Cecchinato (25). Seppi mancava da una semifinale sulla terra da Amburgo 2015, Cecchinato invece non era mai giunto così in alto. L'unico precedente tr ai due risale ad Umago 2014: vinse Seppi 6/1 al terzo set. Seppi nel suo quarto ha sofferto molto gli alti e bassi del georgiano Basilashvili, il quale nel primo set ha giocato a ciapa-no, andando a servire avanti di un break nel terzo e nel settimo gioco, prima di venire controbreakkato subito da Seppi che ha vinto tre games consecutivi aggiudicandosi la prima frazione 6/4. Più o meno stesso andamento nel secondo set, col georgiano che strappa il servizio all'italiano nel terzo gioco, sale 3-1 ma si fa di nuovo recuperare da un Seppi non trascendentale ma solido, tanto da chiudere la contesa in suo favore nel tie-break pur avendo sciupato in precedenza tre match-point nell'undicesimo gioco. Contava vincere ed era importante perchè l'altoatesino rientrerà in classifica nei primi 50 del mondo: un segnale incoraggiante di ripresa dopo diversi acciacchi fisici. La prima semifinale in carriera del 25enne parlermitano Marco Cecchinato è presumibilmente un processo di crescita del tennista siciliano, professionista dal 2010 ma mai arrivato nei migliori quattro di un torneo ATP. Ci vuole anche fortuna e Cecchinato l'ha avuta perchè dopo aver perso all'ultimo turno delle qualificazioni, il siciliano è stato ripescato come lucky loser entrando nel tabellone principale. Qui è stato bravo ad eliminare i due bosniaci, il giovane Basic (6/3 6/4) e il più quotato nonchè numero 2 del seeding Dzumhur (secco 6/3 6/1), e oggi ha battuto in rimonta il tedesco Struff, n.67 del mondo e settima testa di serie del torneo. E' stato un match molto equilibrato. Sul 5 pari del primo set, l'azzurro ha avuto la palla del break annullata dal tedesco con un ace. Tedesco che poi ha inanellato dieci punti consecutivi aggiudicandosi 7/5 la prima frazione. Nella seconda, Cecchinato ha finalmente strappato il servizio al quinto gioco ed ha mantenuto il vantaggio sino al 6/4 che gli ha permesso di pareggiare il conto dei set. Nel terzo set, il siciliano ha preso il largo, complice anche la tattica vincente di giocare costantemente sul rovescio del tedesco ed un servizio sicuro e vincente (12 aces), ed ha chiuso la contesa con un eloquente 6/2, portando a casa la settima partita nel circuito maggiore. Comunque vada la semifinale, Cecchinato si attesterà al numero 76 del ranking ATP, miglior piazzamento di sempre, e questo dovrebbe consentire al ragazzo isolano di calcare campi importanti, come il Roland Garros e Wimbledon ad esempio, senza passare per le qualificazioni. E' ciò che ci si augura anche per i ventuduenni Berrettini e Sonego, quest'ultimo (sempre a Budapest) capace di superare le qualificazioni e prendere lo scalpo del francese Gasquet, 29 del mondo 3 3 del seeding, uno tra i più talentuosi del circuito.
TEATRO - Al "Vittoria" di Roma, dal 3 al 16 maggio pv, interessante progetto rosa: Le donne erediteranno la terra.
Il Teatro Vittoria di Piazza S.Maria Liberatrice in Roma, quartiere
Testaccio, propone un interessante progetto al femminile, ideato dalla
direttrice artistica Viviana Toniolo, che ha voluto portare sul palcoscenico del
Vittoria alcune storie di donne importanti che hanno segnato il corso della
storia. Il fil rouge
che unisce i quattro spettacoli è l’azione, la
determinazione e le parole di donne che hanno contribuito a cambiare la realtà
contemporanea. Un filo tessuto dalla loro comune forza, dalla
loro genialità e generosità. L’atto d’amore all’Universo femminile prende il nome dal libro
‘Le donne erediteranno la terra’ di Aldo Cazzullo, scrittore e noto editorialista, per
affermare che le donne erediteranno la terra perché sono più dotate per affrontare
l’epoca grandiosa e terribile che ci è data in sorte. Proprio Aldo Cazzullo aprirà la
rassegna il prossimo 3 maggio.
Seguirà dal 4 al 6 maggio 2018 lo
spettacolo ‘Omaggio a Fallaci - Le parole di Oriana in concerto’ di e con Maria Rosaria Omaggio e Cristiana Pegoraro al
pianoforte. Un focus sulla giornalista, scrittrice italiana, forte e fra le più
famose nel mondo. Oriana racconta Fallaci, presenta sè stessa, in una
sorta di conferenza, rivelando la natura intima delle sue scelte, perfino delle
delusioni amorose che hanno inevitabilmente segnato il suo carattere. Venerdì 4 maggio,
a termine spettacolo, l’attrice e regista Maria Rosaria Omaggio si tratterrà
con il pubblico per un incontro sulla figura di Oriana Fallaci. Interverrà il Senatore
Riccardo Nencini, autore di due libri su Oriana Fallaci.
Chiudono in bellezza due spettacoli
ideati e diretti da Valeria Patera: dall’8 al 13 maggio, in
scena ‘Le parole di Rita’ racconto
teatrale per voce, video e musica dalla vita e dalle lettere di Rita Levi Montalcini, interpretato dalla meravigliosa Giulia Lazzarini; il 15 e 16 maggio, ‘La fata
matematica’ con Galatea Ranzi e Gianluigi Fogacci, spettacolo che presenta la storia di Ada Byron Lovelace, la donna che nell’Ottocento sognò il
computer.
In collaborazione con la associazione
Timos Teatro Eventi, inoltre, due appuntamenti importanti per approfondire il
denso ed articolato rapporto fra ‘le donne e la scienza’: giovedì 10 maggio alle
ore 19, l’incontro “Prima delle parole di Rita” al quale interverranno
la regista ed autrice Valeria Patera e il Prof. Pietro Calissano (presidente
dell’istituto EBRI, che ha fondato insieme a Rita Levi-Montalcini).
Mercoledì
16 maggio alle ore 19, l’incontro “Donne, Uomini e Robot”: tre donne speciali, le
professoresse Tiziana Catarci, Barbara Caputo e Laura Astolfi, insieme
con la regista Valeria Patera, offriranno al pubblico la possibilità di
approfondire argomenti relativi alla tecnologia e la figura di Ada Byron
Lovelace. Tali
iniziative sono parte del programma di Eureka! Roma 2018 promosso da Roma
Capitale Assessorato alla Crescita culturale e in collaborazione con Siae.
CINEMA - Al BiFest annunciati i vincitori: "Tito e gli alieni" stupisce la giuria.
Il Bari International Film Festival ha i suoi
vincitori 2018. I premi sono stati assegnati al Teatro Petruzzelli da una giuria di 30
spettatori, presieduta da Giancarlo De Cataldo.
Premio Ettore Scola per il Miglior Regista a Paola
Randi per il
film “Tito e gli alieni”.
Motivazione: È
un film fresco, emozionante e a tratti brillante. Paola Randi dirige con mano
leggera e spericolata un originale cocktail di road-movie e fiaba fantastica
che apre i cuori alla speranza.
Premio
Gabriele Ferzetti per il Miglior Attore Protagonista a Valerio Mastandrea per il film “Tito e
gli alieni” di Paola Randi.
Motivazione: Perché il vero alieno di questa fiaba ricca di
avventura e di passione è “il professore” con il suo volto segnato, e suoi
occhi che si accendono di lampi improvvisi e la sua ironia giovane e pacata.
Premio
Mariangela Melato per il Cinema per la Miglior Attrice Protagonista a
Valeria Golino e Alba Rohrwacher per il film “Figlia mia” di Laura Bispuri.
Motivazione: Una è un fiume in piena e l’altra l’argine. Due attrici perfette che
raccontano la generosa condivisione di un amore materno tanto esclusivo quanto
imperfetto.
TEATRO - Il 2 maggio partedal Campidoglio l'evento della compagnia del Teatro Patologico: Legge 180, illusioni-sogni-speranze.
Evento
straordinario e irripetibile mercoledì 2 maggio della compagnia del
Teatro Patologico presso il Campidoglio a Roma, in cui Dario D’Ambrosi, al
termine di una conferenza stampa nella Sala Piccola Protomoteca alla presenza
del Sindaco Virginia Raggi, interpreta un folle uscito da un manicomio che
viene picchiato, immobilizzato e trasportato dal Campidoglio al
Teatro Eliseo di Via Nazionale su un letto di contenzione.
La
conferenza stampa che precederà la processione sarà l’occasione per
celebrare i 40 anni della Legge Basaglia - nel 1978 l’Italia fu la prima
nazione al mondo a chiudere i manicomi - e per presentare i prossimi
appuntamenti della compagnia del Teatro Patologico: New York 7 maggio, Dario
D’Ambrosi aprirà la VI edizione del Festival Italy in scena; Bruxelles 16
maggio, davanti al Parlamento Europeo, il Presidente Antonio Tajani introdurrà
il lavoro del Teatro Patologico; Roma 4 – 14 ottobre Teatro Eliseo.
Ultimo
imperdibile appuntamento: la nuova edizione del Festival del Teatro Patologico
che si svolgerà al Teatro Eliseo dal 4 al 14 ottobre e avrà come titolo 1978 -
2018. Legge 180, illusioni sogni speranze. Un fitto calendario di spettacoli,
concerti, mostre e convegni.
domenica 22 aprile 2018
TENNIS - Fed Cup, Italia-Belgio 0-3: Troppo forte la Mertens, Errani ko
Dopo i due singolari persi ieri, era difficile se non impossibile pensare che le azzurre di Fed Cup, impegnate a Genova nello spareggio per accedere al Word Group, potessero sovvertire il pronostico contro le colleghe belghe; infatti, la speranza di Sara Errani di portare il primo punto alla causa italiana è durata un'ora e diciotto minuti, durante i quali la bolognese ha raccolto solo quattro games contro la numero 1 e 17 del mondo Mertens, dando mai l'impressione di poter sovvertire il pronostico sfavorevole. Cade così la chance per l'Italia di approdare nel tennis (femminile) che conta ma onestamente, sia per l'inesperienza a certi livelli della seconda e terza singolarista (senza contare che non esiste un doppio di consistenza), sia per il valore sinora dimostrato in campo, sia perchè non si riesce (o non si vuole) trovare un accordo con la numero 1 d'Italia Giorgi, le tenniste azzurre ancora non lo meritano.
TENNIS - Fed Cup, Italia-Belgio 0-2: Paolini acerba, Errani peccato.
Dopo la prima giornata di Fed Cup a Genova, l’Italia della capitana Tatiana Garbin e’ sotto 2-0 contro le più forti colleghe belghe. Nel primo singolare l’azzurra Paolini, a 21 ani purtroppo ancora indietro in classifica rispetto a molte sue coetanee, è andata vicina ad allungare il match al terzo set ma la Collins, che staziona entro le 20 del mondo, non ha avuto pietà ed ha chiuso la contesa in suo favore. Ci si attendeva il punto del pareggio da Sara Errani che, come sempre, ha lottato ma i suoi limiti tecnici nel servizio, aggregati ad una condizione fisica non brillante nel terzo set, hanno permesso alla sua avversaria, la Van Uytvanck di portare il Belgio sul 2-0, ad un passo dal rientro nel Gruppo Mondiale.
CINEMA - Inaugurata l'edizione 2018 del Bif&est: Al Petruzzelli, Favino mattatore.
Non poteva avere
migliore inaugurazione, l’edizione 2018 del Bif&st, con un ‘tutto esaurito’
e posti in piedi al Teatro Petruzzelli per accogliere il primo dei protagonisti
delle Masterclass che si confermano come uno degli appuntamenti più attesi e seguiti
della manifestazione diretta da Felice Laudadio. Una standing ovation ha quindi
accolto l’arrivo sul palco di Pierfrancesco Favino, a testimonianza
di una popolarità che va oltre l’ammirazione per il suo talento di attore ma
segno di affetto e stima per l’uomo che ha mantenuto semplicità e sincerità
nonostante la statura acquisita di star internazionale. Semplice e sincero lo è
stato per tutta la durata dell’incontro condotto dal critico Fabio Ferzetti,
preceduta dalla proiezione di “A.C.A.B.” di Stefano Sollima, tra i film più
rappresentativi di una carriera che conta ben 76 titoli in 25 anni tra cinema,
teatro e televisione, senza mai restare prigioniero di nessun cliché. La
varietà dei suoi personaggi e dei film interpretati è alla base delle sue
scelte fin dall’inizio, come ha spiegato rispondendo alla prima delle domande
che gli ha rivolto Ferzetti: “Ho sempre pensato che il mestiere dell’attore
fosse proprio questo, modellarsi rispetto a quello che si fa. Avere una faccia
‘facciosa’, d’altra parte, mi ha consentito di fare cose tanto diverse l’una
dall’altra, come pure la consapevolezza di avere il privilegio di scoprire
quante cose può essere un individuo nella sua complessità. Faccio l’attore
fondamentalmente perché mi piace l’essere umano. Affrontare gli opposti è un
altro privilegio pazzesco che mi ha offerto e continua a offrirmi questo
mestiere, come quando nel giro di pochissimi mesi mi sono trovato a
interpretare il poliziotto fascista di “A.C.A.B.” e l’anarchico Pinelli in
“Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana”. Una passione, quella per la
recitazione, che accompagna Favino fin dall’infanzia: “Ho deciso che avrei
recitato fin da quando avevo 6 o 7 anni, passavo le ore davanti alla Tv a
guardare i vecchi film di Totò. La chiave di volta fu poi a 8 anni quando i miei
genitori, entrambi appassionati di teatro, mi portarono a vedere Don
Carlos di Schiller con Gabriele Lavia, fu una vera folgorazione. Dopo
il Liceo, quindi, ho fatto domanda all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e
per fortuna mi hanno preso, altrimenti non so cosa sarebbe stato di me a 30
anni”.
Noto per la meticolosità con cui prepara i suoi personaggi, Favino ha
raccontato come ha affrontato il personaggio di “A.C.A.B.”: “Ho trascorso del
tempo insieme a veri celerini, sono stato allo stadio a osservarli mentre
lavoravano, ho preso dimestichezza con scudi e manganelli per poi scoprire che
anch’io potrei usarli se dovessi essere aggredito. Mi era già capitato in un
altro film, quando mi sono trovato con una pistola tra le mani. Ecco un altro
aspetto positivo del mio lavoro: ti dà la possibilità di sollecitare i tuoi
istinti e prendere consapevolezza dei rischi che questo comporta. E poi ho
frequentato a lungo un vero celerino di destra per poi scoprire che a casa,
insieme al busto del Duce, aveva il manifesto di Che Guevara. Questo per dire
che l’essere umano non è mai una cosa sola. È anche per questo che ho accettato
l’avventura del Festival di Sanremo”.
Sanremo: impossibile non citare un’esperienza che ha cambiato la percezione
del pubblico nei confronti dell’attore romano, rivelandone la poliedricità
oltre che la versatilità nel cinema. “Era esattamente quello che volevo, avrei
dovuto fare già prima qualcosa del genere, superando la paura di ciò che il
pubblico avrebbe pensato di me. Ma mi sono ricordato di come Gassman non avesse
avuto timore di esibirsi a Canzonissima, di Mastroianni che ululava accanto a
Mina, di Tognazzi che raccontava barzellette. Ora sono consapevole di essere
diventato nazional-popolare ma è una cosa bella. Purché lo si faccia bene.”
A
proposito di eclettismo, un altro notevole talento che Favino ha talvolta
manifestato è quello di imitatore. Così, per il divertimento del pubblico del
Petruzzelli, si è prodotto in un’irresistibile imitazione di Marco Giallini e
poi di Rocco Papaleo, insieme al quale sta per affrontare il prossimo impegno,
“I moschettieri del Re” di Giovanni Veronesi - nel cast anche Valerio
Mastandrea e Sergio Rubini - atteso sugli schermi per Natale. Subito dopo
l’attore sarà Tommaso Buscetta nel film di Marco Bellocchio “Il traditore”:
“Non vedo l’ora, ho inseguito questo ruolo per tanto tempo, mi ci sto
preparando fin da quando stavo girando ‘A casa tutti bene’ con Gabriele
Muccino. Sono affascinato dall’idea di interpretare un uomo che è diventato
celebre senza essere nessuno e che ha vissuto cambiando faccia più volte”.
Ma quando sente veramente un personaggio, Pierfrancesco
Favino? “Quando mi parla, quando ho capito come pensa. È così che riesco a far
sì che l’attore non scavalchi il personaggio, non imponga al pubblico la
propria personalità e superiorità. L’attore non deve mai dimostrare quanto è
bravo. Non deve essere uno strumento ma un oggetto”.
L’amore per il suo mestiere ha portato Favino ad accettare la direzione di
una scuola di formazione a Firenze. “Ho deciso di dirigere l’Oltrarno di
Firenze a condizione che la scuola fosse gratuita, per favorire chi non avrebbe
potuto permettersela e poi ho voluto che gli insegnanti provenissero da tutto
il mondo, perché gli allievi potessero apprendere delle tecniche che qui non
vengono insegnate. Lavorando più volte nel cinema americano ho infatti scoperto
che, benché il talento di chi lo fa non sia inferiore a quello degli artisti
italiani, oltreoceano ci sia molta più attenzione alla formazione e alla ricerca”.
Prima di intrattenersi a lungo con gli spettatori per gli autografi e
gli immancabili selfie, Pierfrancesco Favino ha incassato i
complimenti di un illustre spettatore dell’incontro: Pippo Baudo. “Sono venuto
qui ad ascoltarti”, ha detto il popolare conduttore che sarà protagonista della
Masterclass di domani, “perché sei bravo, colto e intelligente. Ti auguro ogni
fortuna”!
venerdì 20 aprile 2018
INIZIATIVE - Il 25 aprile a Oltremare, è tempo di Australia!
Con una doppia festa, alle 12:15 e alle
15:30 di mercoledì 25 aprile a Oltremare in Riccione, il Family Experience
Park di Riccione, si inaugura “Australia”: l’area novità 2018 dedicata
al continente più lontano. 1200 mq a tema che ospiterà sei esemplari di wallaby,
un’area scavi fossili, una dedicata alla pittura rupestre e una miniera per
cercatori di pepite d’oro.
Grande attesa per l’arrivo dei Wallaby (Macropus
rufogriseus). Questi marsupiali australiani della famiglia dei
macropodidi (significa “grossi piedi”), con la loro altezza massima di 1 metro
e 20 cm per 42 Kg di peso, sono troppo piccoli per essere definiti “canguri” ma
ai loro cugini saltatori assomigliano davvero molto. Hanno robuste zampe
posteriori, una sacca ventrale nella quale sviluppano i piccoli e una grande
abilità nel salto. E ai loro salti sarà dedicata la grande doppia festa di
Oltremare, alle 12:15 e alle 15:30, che vedrà grandi e bambini
trasformarsi in canguri, con gare di corsa nei sacchi aperta a tutti i
bambini animata da curiosi personaggi.
Come ogni zona di Oltremare,
“Australia” è proposta in chiave interattiva per un esperienza da vivere
con tutta la famiglia. Nella sezione scavi, piccoli e
grandi paleontologi potranno riportare alla luce i resti del Kronosaurus, il
più grande rettile marino mai esistito, i cui resti fossili vennero ritrovati
sulle coste del Queensland. Sulle pareti rocciose, grandi e piccini potranno
cimentarsi con il colore a piene mani seguendo il consiglio dell’autore delle
pitture, l’artista bulgaro Kiril Cholakov, che consiglia di “svuotare
la mente e pensare cavernicolo” per divertirsi di più.
La giornata di Oltremare non
risparmierà incontri emozionanti: nella Laguna più bella d’Europa saltano
e nuotano Ulisse e gli altri tursiopi, al Mulino del Gufo volano
liberi aquile, falchi e poiane nel Volo dei Rapaci dove rivive
l’antica arte della falconeria, in Fattoria ci sono pony e tenere e
dispettose caprette, nel coloratissimo Volo dell’arcobaleno i
pappagalli multicolori.
Azione e adrenalina ad Adventure Island,
area di oltre 4.000 mq con ponti sospesi, e barche attrezzate con cannoni ad
acqua. Oltremare sorprende anche nei percorsi al coperto, come Pianeta Mare,
Pianeta Terra e Darwin, giungla preistorica dove vedere gli alligatori.
Benvenuti, Wallaby! E’ una festa
da non perdere, come tutti gli appuntamenti del Family Experience Park di
Riccione. Dagli eventi “country” alle grandi inaugurazioni, dalla possibilità
di passare una notte con i delfini o serate intorno al fuoco,
agli appuntamenti di maggio con “piccolo veterinario”, l’abbonamento a
Oltremare permette di godersi la grande offerta di emozioni e di incontri che
il parco offre per una lunghissima ed emozionante stagione 2018. Per
ulteriori informazioni, www.oltremare.org.
TEATRO - All'Eliseo di Roma dal 2 al 20 maggio prossimi: "La cucina", la feroce bellezza dell'esser cuoco.
Dopo il grande successo di critica e pubblico ottenuto alla sua prima nazionale, il 18 ottobre 2016 e per le successive settimane di permanenza sul palcoscenico della Corte, lo Stabile di Genova ripropone per la stagione 2017/18, La cucina di Arnold Wesker, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Genova. Al Teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma lo show sarà proposto dal 2 al 20 maggio prossimi in due atti di due ore complessivi (prezzi da 20 a 40 euro).
Il cast de La cucina è composto da ventiquattro attori (quasi tutti sotto i 30 anni) provenienti dalla Scuola di Recitazione dello Stabile, così come il regista Valerio Binasco, il quale, a proposito della commedia di Wesker annota: «La cucina è una commedia scritta per farvi vedere dei cuochi al lavoro e per mostravi quanto è duro e feroce il loro lavoro, eppure quanto è bello. Vedremo da vicino la violenza che nasce dalla convivenza forzata di persone straniere. Vedremo come l’Europa (ovvero il Mondo) del primo dopoguerra sia così simile al nostro tempo».
Siamo all’alba di una nuova giornata di lavoro in un grande ristorante, non nella sala da pranzo ma dietro la facciata, nelle cucine. Qui i protagonisti sono i cuochi, i camerieri, gli sguatteri, al lavoro in uno smisurato labirinto di fornelli, pentole, padelle e utensili. È qui, nell’attività frenetica, nel ritmo febbrile, fra litigi, pregiudizi ed equilibri difficili, che s’intrecciano le storie, le frustrazioni, le passioni, le gelosie del personale multietnico al lavoro. La cucina è il mondo intero, con i suoi tempi, le sue regole ed il suo cinico pragmatismo in cui tutti noi proviamo a sopravvivere. Per prepararci – prosegue Binasco - sia io che gli attori ci siamo intrufolati nelle cucine di alcuni grandi ristoranti, un mondo a parte che è stato straordinaria fonte di ispirazione. Wesker rappresenta la cucina come un mondo disumanizzante, perché il suo primo obiettivo era la denuncia sociale sulle condizioni di lavoro. Per lui, che voleva affermarsi come ‘poeta del popolo’, la cucina è un brutto posto, è la metafora della fabbrica. Io, invece, penso che non sia un brutto posto e che le persone che lavorano lì rappresentino - come in una miniatura - l’intera umanità. Per me la cucina è una metafora della vita sociale, ma è anche un posto dove si può vedere qualcosa di bello: il lavoro di squadra, l’impossibile insieme di uomini che lavorano in équipe… è un luogo di notevole bellezza. Involontaria, certo, ma pur sempre bellezza. Il nostro compito è quello di catturarla e per me il Teatro contiene di per sé un messaggio di pace, sempre.
Il londinese Arnold Wesker, scomparso nel 2016 all’età di 84 anni, è stato uno dei protagonisti del teatro inglese del secondo ‘900 ed uno degli autori più prolifici, tanto da riuscire a creare quarantaquattro testi per la scena in cinquant’anni di attività. Rappresentata per la prima volta nel 1957, quando il suo autore aveva solo venticinque anni, La cucina resta a tutt’oggi, la sua commedia più rappresentata.
TENNIS - Fed Cup, a Genova Italia-Belgio: Sulle spalle della Errani il peso della risalita in A.
Saranno Jasmine Paolini ed Elise Mertens ad
aprire domani alle ore 13.30 (diretta in chiaro su SuperTennis canale 64),
sulla terra rossa di Valletta Cambiaso a Genova, la sfida di Fed Cup tra Italia
e Belgio, valida per l’accesso al tabellone principale del World Group
femminile 2019. Il match pare dall’esito scontato, visto il divario tra la
Paolini (n.145) e la lanciatissima Mertens (17). Divario che si evince dalle
posizioni in classifica delle rispettive giocatrice (si pensi che l’ultima
belga, la Bonaventure, n.133, sarebbe la numero 2 d’Italia) e che però si spera
possa essere colmato dalla voglia di giocare per il proprio Paese, come accade
per esempio a Sara Errani (n.94) che incontrerà nel secondo singolare la belga
Alison Van Uytvanck (50) e da cui ci si aspetta il punto. Domenica, a partire
dalle ore 12, lo scontro diretto tra le due numero uno delle rispettive
Nazionali, Errani e Mertens e, a seguire quella tra le due numero due, Paolini
e Van Uytvanck: in chiusura, qualora si fosse sul 2-2, il doppio tra la coppia
azzurra Chiesa-Pieri e quella belga Flipkens-Mertens. Facciamo francamente
ancora fatica a capire come mai non si riesca ad appianare la querelle tra la
Giorgi, che sarebbe la numero 1 d’Italia, e la Federazione: in questa
particolare partita non ci sono vincitori ma solo vinti.
martedì 10 aprile 2018
TEATRO - Al Vittoria di Testaccio l'istrione Solenghi dal 17 al 22 aprile: “Mittente: Wolfgang Amadé Mozart”, tra risate e virtuosismi.
Il Teatro
Vittoria di Testaccio in Roma ospita, dal
17 al 22 aprile 2018 prossimi, “Mittente: Wolfgang Amadé Mozart”, con il grande
Tullio Solenghi e Trio d'archi di Firenze Patrizia Bettotti – violino,
Pierpaolo Ricci – viola e Lucio Labella Danzi – violoncello. Grazie
all'accostamento di alcune lettere, scelte all'interno del suo sterminato
carteggio, con uno dei suoi ultimi capolavori cameristici (il divertimento per
trio d’archi KV563, scritto al termine della sua vita in cui sembrano
convergere e sublimarsi tutte le precedenti esperienze compositive), si traccia un ritratto umanissimo e
sorprendente di Wolfgang Amadeus Mozart, ripercorrendo le fasi della sua
esistenza di cui si scoprono le relazioni affettive e i temi a lui più cari
toccando diversi registri espressivi, dal burlesco all’ironico, dal grottesco
al tragico.
L’eclettico Tullio Solenghi, con la sua sapiente ironia e prorompente
personalità, si unirà all'esecuzione del Divertimento dando vita ad un connubio
meraviglioso ed intenso, in un
alternarsi di ironie, emozioni, facezie e arguzie.
Mozart K563. Un capolavoro assoluto per ricchezza dell'invenzione
armonica e contrappuntistica e per varietà espressiva del gioco tematico, pieno
di sentimenti e stati d'animo. Sofisticato e raffinato, un equilibrio perfetto tra la scrittura 'dotta'
e la freschezza popolare, fuse in un unico elemento. Straripante bellezza fatta
di virtuosismi, gioco di imitazioni tra le parti, sentimenti meditativi-
spirituali, temi contadini, lo stile del carillon e la finezza del ricamo
strumentale.
Una
contagiosa energia vitale che garantisce un coinvolgimento emotivo e sensoriale
senza pari. Prezzi dei biglietti: intero platea 28, intero
galleria 22 (compresi 3 euro di prevendita).
domenica 8 aprile 2018
TENNIS - Coppa Davis, Italia-Francia 1-3: Fognini stanco e sciupone, addio semifinale.
Perdere il doppio (anche malamente) è stato fondamentale per l'Italtennis per lasciar passare la Francia in semifinale. Nel singolare decisivo dei quarti di finale di Coppa Davis, Fabio Fognini (n.1 d'Italia e 20 del mondo) è andato incontro ai soliti alti e bassi uscendo sconfitto in quattro set dal numero 1 francese (e 11 del mondo) Pouille. La contesa si era messa bene per l'azzurro: rapido 6/2 e francese in apparente difficoltà. Nella seconda frazione Fognini non sfrutta due palle break nel terzo gioco e ciò permette al francese di rientrare in partita: Pouille così pareggia il conto dei set con un eloquente 6/1. Si va al terzo e qui si consuma lo psicodramma dell'azzurro. Avanti 3-0, Fognini si fa recuperare 3 pari; il ligure però riparte e si trova 5-3 e servizio. Nel decimo game poi l'apoteosi dello sciupo: Fognini ha tre set point e se nei primi due Pouille serve bene, nel terzo l'azzurro butta malamente fuori un diritto non impossibile e vanifica il vantaggio. Ma le emozioni non finiscono. Per approdare al tie-break Fognini annulla una palla-break al francese e poi dà vita alla sagra dell'errore, di diritto e di rovescio, e a godere è solo il francese che porta a casa un set insperato. Nella quarta e conclusiva frazione, il transalpino è scappato 3-0, parzialmente Fognini ha accordiato sino al 3-4 ma poi Pouille non ha dato scampo all'azzurro regalando la semifinale ai francesi col classico 6/3. Onesto alla fine capitan Barazzutti: "Fabio (Fognini, ndr) ha giocato a tratti molto bene, però è mancata continuità nel rendimento del suo gioco e nella gestione dell’incontro. La chiave del match è stato il finale di terzo set, che non ci ha girato benissimo, con tre set point mancati. E’ vero che in certi momenti Fabio è andato di fretta, però ha lottato, anche se stanco, ha giocato con tutto quello che aveva. Forse se andavamo avanti due set a uno la partita sarebbe stata diversa". Poi una speranza per il futuro: "Speriamo che ci siano dei giovani che vengano ad aiutare la generazione di giocatori che in questi anni hanno tenuto sempre l’Italia tra le migliori otto nazionali del mondo sono solo". Berrettini, Moroni, Sonego, Caruana, Napolitano ed altri ragazzi: speriamo crescano in fretta.
sabato 7 aprile 2018
TENNIS - Coppa Davis, Italia-Francia 1-2: Bolelli e Fognini annientati dai francesi.
Si allontana il sogno della semifinale di Coppa Davis per l'Italia: il doppio Fognini-Bolelli è stato letteralmente annientato in tre set secchi (solo otto giochi raccolti per una durata di un'ora e 54' di gioco) dalla coppia francese Herbert-Mahut, apparsa sul rosso di Valletta Cambiaso di ben altra consistenza. Gli azzurri hanno praticamente lottato solo nel primo quando è stato fatale il break su Bolelli nel nono game, aperto da un incredibile smash sbagliato da Fognini, seguito da due doppi falli di Bolelli e chiuso da un perfetto diritto incrociato di Herbert sempre su Fognini. Poi è stato un monologo dei transalpini che hanno inanellato sei giochi consecutivi (6/4 4-0), con Fognini e Bolelli incapaci di difendersi se non con pallonetti senza pretese. I francesi mollano un po' la presa e concedono due break agli azzurri (entrambi con doppio fallo finale) ma Bolelli e Fognini non ne approfittano, non è proprio giornata, non trovano i colpi vincenti e Mahut, con una demi-voleè vincente, spiazza Fognini e chiude 6/3 il secondo set. Scivola via anche il terzo set, gli azzurri sono talmente scoraggiati da non lottare, da non cercare soluzioni alternative ai soli lob "telefonati"; così la Francia si è trovata avanti 4-0 e ha portato a casa la contesa con un eloquente 6/1, complice l'ennesima voleè in rete di un poco reattivo Fognini. Onesto il cittì Barazzutti a fine gara: "I nostri mai in partita, non hanno giocato bene contro una delle coppie più forti del mondo. Ma non è finita, domani ci sono due singolari, i francesi devono prendere un altro punto per andare in semifinale e noi siamo pronti". Già, domani il primo a scendere in campo alle 11 (diretta in chiaro su Supertennis, canale 64) saranno i due numeri 1, ovvero Fognini contro Pouille, poi (se Fognini farà il miracolo) sul 2 pari l'ultimo singolare. Si parla di un ballottaggio tra Seppi e Lorenzi nella squadra azzurra e tra Chardy e Mannarino in casa francese. Comunque sia, le possibilità dell'Italia di approdare alla semifinale sono ridotte al lumicino.
venerdì 6 aprile 2018
TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma, dal 13 al 30 aprile prossimi: Chi ha ucciso Sarah? Mistero napoletano anni '90.
Al Piccolo Eliseo di Roma, dal 13 al 30 aprile prossimi, andrà in scena "Chi ha ucciso Sarah"?, di Andrej Longo con Massimo Andrei e per la regia di Pierpaolo Sepe (durata un'ora, prezzo 7 euro). Nella Napoli bene degli anni Novanta, in un palazzo di Via Posillipo, la calura estiva agostana porta un delitto di una ragazza apparentemente senza colpevoli..
Acanfora è un giovane poliziotto che indaga e che scopre una realtà corrotta dalla paura, dall’egoismo, dall’indifferenza e una soluzione inaspettata, aldilà di ogni ragionevole giustificazione.
Attraverso il suo racconto, che il tempo ha trasformato in ossessiva testimonianza, vengono evocati i personaggi di questa storia, dalla madre apprensiva del poliziotto, al Commissario Sant’Agata segnato da un drammatico passato, agli ambigui testimoni del palazzo che svelano il mondo circostante spogliandolo da ogni indulgenza. Gli anni sono passati per il giovane Acanfora, ma non hanno cancellato del tutto la sua umanità, che affiora ripetutamente, a volte ingenua, ironica, divertente fino alle lacrime, ma che alla fine ci riporta ai valori fondamentali della vita e dell’etica.
Liberamente ispirato a una storia vera accaduta a Napoli negli anni ‘90, il testo è stato selezionato per la rassegna del 1997 di Montecastello di Vibio, destinata ai monodrammi. È stata quella l’unica occasione in cui è stato messo in scena, sempre con Massimo Andrei e con la regia di Pierpaolo Sepe, risultando poi vincitore della rassegna stessa. Una persona onesta – aggiunge Pierpaolo Sepe – a contatto con una realtà dura e inevitabile, si trova di fronte a due scelte: accettarla e affrontarla con le stesse armi che quella realtà le offre, cioè la disillusione e la prepotenza; oppure sottrarsi al confronto e chiudersi in un’ostinata solitudine ed emarginazione. Integrarsi, essere parte, non può e non deve significare diventare l’oggetto del disprezzo del bambino che tutti siamo stati.
Spiega Massimo Andrei: Gran parte del mio lavoro di attore si basa sul raccontare storie, mi occupo di fiabe antiche, “cunti” di tradizione e narrazione in genere, pertanto ‘Chi ha ucciso Sarah’ rientra in un percorso a me consono, visto che di un racconto si tratta. C’è il giallo, c’è il divertimento, c’è il mistero e, come nelle fiabe classiche, c’è anche la morale finale... ma non è espressa. È una riflessione che lo spettatore può fare da solo, se vuole. Ecco... il messaggio insito, non è narrato verbalmente..., ma affiora.
Da questa storia teatrale Andrej Longo ha tratto anche un romanzo dall’omonimo titolo, pubblicato da Adelphi nel 2009. Spesso – dichiara – si è testimoni di avvenimenti che in apparenza sono semplici o banali ma se si avesse la pazienza di soffermare lo sguardo un po’ più a lungo su quegli avvenimenti, si scoprirebbe con stupore che essi sono l’essenza stessa della vita".
TENNIS - Coppa Davis, quarti di finale: Fognini tiene a galla la barca azzurra.
Dopo la prima giornata di Coppa Davis a Genova, Italia e Francia (quest'ultima detiene il titolo) si trovano sul risultato di parità in virtù del successo del francese Pouille su Seppi e dell'affermazione di Fognini su Chardy. Il primo ad entrare in campo è stato Andreas Seppi, sconfitto in cinque set dopo due ore e 50' dal numero uno francese e 11 del mondo, Pouille. Sembrava potesse finire prima la contesa per il francese, tanta la differenza in campo, testimoniata dai 5 giochi raccolti dall'azzurro in due set (6/3 6/2) e il 2-0 nel terzo sempre per il transalpino. Poi all'improvviso si è acceso Seppi e si è spento Pouille, il match è girato in favore dell'azzurro che ottiene la prima palla break dopo 80' di gioco e capovolge il punteggio salendo 3-2 e breakkando di nuovo il francese al decimo gioco. Il tutto è 6/4 Seppi, ancora vivo, ancora nel match. L'azzurro prende fiducia e, sulle ali dell'entusiasmo, non sbaglia nulla (al contrario di Pouille); break a zero nel secondo game, poi è tutta discesa sino al 6/3 che porta l'italiano al quinto. Dove la partita cambia di nuovo. Forse i dieci anni di differenza, forse il fatto che l'azzurro era lontano dai campi da un mese e mezzo causa una infiltrazione all'anca, sta di fatto che nel quarto game Seppi si fa breakkare dal francese nonostante fosse avanti 40-15 e la rincorsa viene vanificata in un attimo. "Giocavo come fossi sul veloce", ha dichiarato alla fine Seppi, "poi nel quinto ho perso il servizio, lui si è fatto più aggressivo e io non ero pronto. E' finito tutto troppo in fretta", è il laconico commento del tennista azzurro. Per un'ora Seppi ha sfoderato sicuramente un buon tennis ma per la Coppa Davis, a certi livelli, non può bastare; l'azzardo, da parte di Capitan Barazzutti, di metterlo in campo malgrado quella di oggi sia stata la sua prima partita dopo quasi due mesi di inattività, può costare caro all'Italia. Per fortuna che Fognini in Davis sa esaltarsi e togliere le castagne dal fuoco. Il ligure, praticamente in casa, ha spezzato la resistenza dell'acerrimo nemico Chardy dopo oltre tre ore e mezza di lotta, quest'ultimo imbattuto in Davis e capace di estromettere (non senza polemiche) al primo turno di Indian Wells proprio Fognini, che era avanti un set e due break nel secondo. La cronaca del match è condita di saliscendi. Chardy sale 5-2 nel primo ma Fognini rimonta per cedere un tie-break tiratissimo (8 punti a 6 per il francese). Francese che si prende subito un break in apertura di secondo set, con il Fogna che richiede un medical time out, con trattamento alla gamba sinistra sotto il ginocchio. Sembra una mezza resa. Macchè. L'azzurro reagisce alla grande e infila sei giochi consecutivi per il 6/2 che pareggia il conto dei set. Stessa situazione ad inizio di terzo, con Chardy che è avanti 2-1 e servizio, ma Fognini inanella cinque giochi consecutivi per il secondo 6/2 consecutivo. Nella quarta frazione Fognini scappa 3-0, fallisce il 4-0 e il 4-1, così lo spilungone francese risale la china ma è un fuoco di paglia perchè l'azzurro è determinato nel chiudere la contesa e salvare la Patria, portando il punto dell'1-1. E domani il doppio ore 14, diretta in chiaro su Supertennis (canale 64 del digitale terrestre): Fognini e Bolelli contro i fortissimi Herbert e Mahut. L'Italia è in ballo e ballerà sino alla fine. Le porte della semifinale sono lì vicino, il punto del doppio è fondamentale.
giovedì 5 aprile 2018
TENNIS - Coppa Davis, da domani Italia-Francia a Genova: Fognini contro tutti, obiettivo semifinale.
Ci eravamo lasciati così nel 1996, con Capitan Panatta che a
Nantes scuoteva la sedia dell’arbitro all’ennesima chiamata casalinga dello
stesso, in favore di Boetch contro Gaudenzi. Doveva vincere la Francia, si capì
allora, e così successe, malgrado il 2-0 dell’Italia dopo la prima giornata. E oggi
l’equilibrio in campo (sul rosso di Valletta Cambiaso, Genova, diretta in
chiaro su Supertennis dalle 11.30) sarà lo stesso, come testimonia lo score di 5-5
nei confronti diretti. Capitan Noah, quello delle treccine icona anni 80, può
anche decidere di non schierare Tsonga, Gasquet e Monfils, tanto ha sempre
Pouille (n.11 del mondo), Mannarino
(n.25) e Chardy (n.80) come singolaristi, e Herbert (n.79) e Mahut (n.112) per il
doppio. Da parte sua, Barazzutti conta sull’eroe di Davis, Fabio
Fognini, cresciuto mentalmente e in classifica, tanto da rientrare nei primi 20,
e sul doppio collaudato Fognini-Bolelli; l’incognita è il secondo singolarista
azzurro, nel senso che il cittì friulano ha optato per l’esperto Seppi (n.62
del mondo) benchè una terra rossa pesante non sia la sua superficie preferita.
E sarà proprio Seppi contro Pouille ad aprire la contesa, e a seguire Fognini
se la vedrà con quel giocatore strano di Chardy, in grado di fare grandi
partite come di perdere malamente contro avversari inferiori. Di sicuro, nella
scelta di Noah, è pesato il precedente vincente di Indian Wells, con Chardy
sotto di un set e un break e capace di rimontare proprio Fognini a suon di
bombe di servizio e diritto. Sarà un match aperto, dunque, ma i francesi
sembrano leggermente favoriti. Ci si gioca la semifinale di Coppa Davis, e non
è poco.
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