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A cura di ANDREA CURTI

mercoledì 28 febbraio 2018

TEATRO - All'Eliseo dal 2 al 26 marzo prossimi, quarant'anni dopo: "Un processo per stupro", la farsa di Latina del '78.

Girato nel tribunale di Latina nel 1978, il documentario Un processo per stupro andò in onda su quello che allora era “il secondo canale” della Rai, raggiungendo oltre 12 milioni di spettatori e smascherando le consuetudini di abuso sui diritti delle donne.
Fu un evento storico, non era mai accaduto che un processo contro degli uomini accusati di violenza sessuale venisse mostrato pubblicamente. Per la prima volta tantissime persone videro come una ragazza di diciotto anni fosse costretta a dimostrare l’assenza del suo consenso mentre quattro uomini la stupravano. Le riprese mostrarono in maniera inequivocabile come la vittima si trasformasse nell’imputata, come fosse costretta a difendersi lei dal suo passato e non i suoi carnefici da quanto compiuto. Inoltre, il pubblico si rese conto di come gli avvocati degli accusati potessero essere a loro volta brutali con la vittima.
A quarant’anni di distanza il Teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma propone "Processo per stupro", (dal 2 al 26 marzo pv, durata 50', costo 7 euro) ovvero la lettura scenica diretta da Renato Chiocca con la partecipazione di Clara Galante ed Enzo Provenzano, che restituisce il linguaggio di quel processo penale facendo rivivere sul palcoscenico lo scandalo e l’indignazione di quello che fino ad allora era “un processo per stupro”, non così dissimile nei movimenti di opinione, mediatici e giudiziari dei nostri tempi. Ancora oggi, anche se molte cose sono cambiate da allora, ogni processo per stupro è un processo prima di tutto alla donna.
Spiega il regista: "Il linguaggio di questo lo spettacolo vuol diventare testimone. Un’occasione per reinventare in teatro il linguaggio di un processo penale di quasi quarant’anni fa e far rivivere al pubblico di oggi lo scandalo, l’indignazione e la presa di coscienza civile di quello che fino ad allora era “un processo per stupro”. Un progetto (nato con la collaborazione dell’associazione di volontariato Centro Donna Lilith e della rassegna Lievito - Nuove Esplorazioni nel Mondo delle Arti e dei Saperi) in cui il linguaggio della realtà, raccontato all’epoca attraverso la televisione, ritorna al pubblico grazie al teatro e la parola asciutta ritrova la sua straniante potenza comunicativa, la sua emozione, la sua urgenza".
Fino al 26 aprile 1979, quando il secondo canale Rai mandò in onda la sintesi del processo, la parola «stupro» non esisteva. Fu il difensore di parte civile, l’avvocato Tina Lagostena Bassi a introdurla e ad imporla alle coscienze, in luogo del più generico termine di «violenza sessuale» all’epoca rubricato come reato contro la morale.

SPETTACOLO - Sabato 14 e domenica 15 aprile all'RDS Stadium di Rimini: Ecco Alis, lo show dei record.


Un progetto ambizioso, una sfida, un’avventura senza precedenti, un viaggio immaginario alla scoperta delle qualità e dei valori umani, che attinge ad atmosfere della letteratura fantastica dell'800 e s'ispira a 'Alice nel Paese delle Meraviglie': tutto questo è Alis, lo show con un cast stellare e che annovera i migliori artisti del Cirque du Soleil e della scena internazionale.  Lo show farà tappa a Rimini sabato 14 aprile (ore 21) e domenica 15 aprile (ore 17) all'RDS Stadium. Proprio in Romagna la produzione ha scelto infatti di portare il Gran Gala. ALIS è definito “un fenomeno unico nel suo genere” e in assoluto il miglior spettacolo mondiale. Un’idea tutta italiana, nata nel 2015 da Le Cirque World’s Top Performers, gruppo di lavoro appassionato di Circo Contemporaneo. Nello stesso spettacolo si ammira l'eccellenza circense assoluta, con i migliori artisti del mondo, i numeri dell’élite, quella del Cirque du Soleil, una delle più importanti produzioni internazionali di Nouveau Cirque. E si assiste anche alle performance di giovani talenti inseriti in un cast di superstar. In scena per quasi 2 ore senza interruzioni, e senza animali, ci saranno acrobati, giocolieri, equilibristi e musicisti di tutto il mondo. Molti di loro hanno ricevuto premi internazionali di massimo prestigio al Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo e al Festival Internazionale Cirque de Demain di Parigi.
Tra gli altri artisti in scena  a Rimini ad aprile ci sarà Asia che a soli 19 anni interpreta la parte del personaggio che dà il titolo allo spettacolo. Approdata nel 2015 all'Ecole National du Cirque in Canada, Asia oggi è una delle stelle emergenti nella disciplina del Aerial Silk e si esibisce a 9 metri d’altezza. Poi l'ucraino Anatoliy Zalevskyy  già medaglia d’oro al Cirque de Demain di Parigi e Clown d’Oro al Festival Internazionale del Circo di Montecarlo; con 13 rami di foglie di palma, Lara Jacobs Rigolo (guest star in Amaluna del Cirque du Soleil) crea un’oasi di concentrazione e serenità; in scena anche la leggenda Yves Décoste, vincitore del Clown d’Argento al Festival del Circo di Montecarlo, i cui numeri sono stati inseriti nei più importanti galà del mondo, dal Superbowl alla Formula 1, fino all’Esposizione Universale di Shangai.
"L’entusiasmo con il quale il pubblico italiano ci ha accolti lo scorso anno ci ha imposto di rimandare le tournée previste all’estero e proseguire ancora qui in Italia per tutto il 2018 - dichiara lo show director e autore, Gianpiero  Garelli -  il progetto di Alis è in continua evoluzione, sia artisticamente, sia sotto il profilo tecnico e scenografico”.
A guidare il cast è Onofrio Colucci, direttore artistico, co-autore e maestro di cerimonia: “Il progetto Le Cirque World’s Top Performers è un viaggio che in più di due anni ci ha regalato tante scoperte piene di entusiasmo e che di volta in volta abbiamo condiviso col pubblico testimone di cambiamenti ad ogni nuova tappa. Ad ogni nuovo capitolo di questa splendida storia qualche artista nuovo si aggiungerà, qualcuno ritornerà e qualcun altro prenderà magari una pausa. Quello che è certo è che ad ogni tappa lo spettacolo continuerà ad essere più spettacolare e affascinante di quella precedente... perché anche per noi il viaggio è più importante e emozionante della meta stessa”.
 Le prevendite per Rimini sono partite e i biglietti stanno già andando a ruba. Per informazioni basta controllare sul sito www.alisticket.it. Agevolazioni per bambini e famiglie, secondo il settore scelto.

venerdì 23 febbraio 2018

RUGBY - Six Nations, Francia-Italia 34-17: Azzurri derubati dall'arbitro inglese Barnes.

Nell'anticipo serale della terza giornata del Six Nations 2008, al Velodrome di Marsiglia, si sono presentate due squadre in crisi: da una parte la Francia, che ha toccato il fondo del decimo posto del ranking mondiale (pur avendo il campionato più ricco del mondo), dall'altra l'Italia che in 2 partite ha subito 102 punti e 15 mete e sopratutto proviene da 14 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni. Che diventano 15. I francesi s'impongono 34-17 alla fine di un match nervoso, condizionato da un arbitraggio a senso unico (per i padroni di casa) da parte dell'inglese Barnes, che ha usato in campo due pesi e due misure, fischiando di tutto agli azzurri quando i francesi erano in seria difficoltà. L'incontro si è aperto con una meta francese al quinto in mischia Gabrillagues (non trasformata da Machenaud) ma il carretto azzurro, cinque minuti dopo, è vivo e porta in meta tecnica l'Italia, Allan trasforma per il vantaggio 7-5. I francesi attaccano ma sono nervosi e fallosi, gli azzurri placcano che è un piacere e fanno un fortino davanti alla loro linea di meta. I padroni di casa non passano così lasciano da parte la loro spavalderia e cominciano a piazzare con successo; al 28' e al 39' Machenaud trasforma le punizioni generose del solito arbitro casalingo (o anti-Italia, fate vobis), in questo caso l'inglese Barnes, e così, ma solo così, i francesi chiudono in vantaggio 11-7 i primi quaranta duri minuti di gioco. Ripresa con la pressione immediata dei padroni di casa ma Allan libera in touche. Due girti di lancette e gli azzurri perdono ingenuamente una palla in mischia ma l'ala francese con un avanti salva l'Italia da una meta sicura. Quando i transalpini sono in difficoltà ecco sopraggiungere l'aiutino dell'arbitro: altra punizione facile facile per Machenaud e Francia che vola 14-7. Entra Gori e la mediana si rivitalizza a tal punto che l'arbitro fischia la prima punizione dell'incontro per l'Italia (dopo 49'); Allan è implacabile, Francia 14 Italia 10. Gli azzurri vanno anche vicini alla meta con il break di Negri ma è l'estremo Bonneval, dopo l'ennesima touche rubata dai francesi, a siglare la seconda meta dei transalpini in velocità. Machenaud trasforma, 21-10. Poi ancora l'arbitro Barnes vede un off-side di un azzurro e altra punizione per i francesi che salgono così a 24. L'Italia si sfalda e si innervosisce, complice anche l'arbitraggio vergognoso a cui va incontro. Non c'è più partita, è un peccato. I francesi fanno punti su punti, gli azzurri trovano la seconda meta nel finale con l'estremo Minozzi, forse il migliore, ma ancora una volta si torna a casa senza vittoria.

mercoledì 14 febbraio 2018

TEATRO - All'Eliseo di Roma dal 21 febbraio all'11 marzo: "Stabat Mater", come è attuale la figura della Madonna.

Il Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma presenta, dal 21 febbraio all'11 marzo pv, "Stabat Mater - Oratorio per voce sola", di Antonio Tarantino, con Maria Paiato per la regia di Giuseppe Marini. Tarantino rende attuale una figura epica come la Madre del Cristo e la trasferisce sulle rive del tempo presente. 
È dallo Stabat Mater di Pergolesi che Antonio Tarantino prende a prestito il nome, la figura della Madre e la tematica del dolore, nutrendo poi il testo drammaturgico con ombre del proprio immaginario. Nella sua opera teatrale, infatti, la figura epica della Madre del Cristo è resa attuale e trasferita sulle rive della realtà e del tempo presente.
La Madre di Tarantino è una ragazza-madre. Il padre di quel figlio che lei attende è sposato con un’altra. Il figlio che è stato generato, seppure di grande intelligenza, viene arrestato in quanto terrorista. Una Madre nel dolore e nell’attesa del dolore, che si strugge di avere notizie del figlio e anche di quel padre generante, associato all’ipotesi d’amore e di coppia; una figura dissoluta, traditrice, desolante per miseria, come lo sono tutti i personaggi convocati, e che resta assente.
Atto unico in un'ora e trenta minuti, prezzo 20 euro. 

LIBRI - Per "Eliseo Cultura" al Piccolo il 20 febbraio la presentazione: "Tutti i nomi del mondo", Affinati fa l'appello delle persone incontrate.

Martedì 20 febbraio pv, al Piccolo Eliseo di Roma, è in programma alle ore 19 (ingresso libero sino ad esaurimento posti) la presentazione del libro "Tutti i nomi del mondo" di Eraldo Affinati, con l'autore e le letture di Emanuele Grazioli.
Fare l’appello delle persone che abbiamo incontrato nella nostra vita, capire in quale senso sono state importanti e perché hanno lasciato un marchio indelebile: l’insegnante protagonista di questo romanzo compie un gesto consapevolmente rischioso che tuttavia lui sente necessario, quasi ineludibile. Ad accompagnarlo nell’impresa, con l’ingenua volontà di proteggerlo, per fortuna c’è Ottavio, suo ex alunno ripetente che si esprime soltanto in romanesco.
Rispondono ventisei nomi, quante sono le lettere dell’alfabeto: individui provenienti da ogni parte del mondo, giovani profughi, antichi amici dispersi, nonni paterni e materni, adolescenti pieni di speranza, a volte sventurati. Alcuni, sopravvissuti a guerre e carestie, vivono fra noi; altri, che lasciano intravedere, insieme a un passato lancinante, vicende legate alla storia della Resistenza italiana, parlano da un oltre. Gli interlocutori, convocati al Colle Oppio di Roma, registrano la loro presenza in una scuola di lingua per immigrati, chiamata Penny Wirton, dove frattanto continua a scorrere tumultuoso il fiume d’umanità dolente che tutti ben riconosciamo. Ognuno racconta l’avventura in cui è impegnato. Ne scaturisce un’originalissima riflessione corale sull’epoca che stiamo attraversando, scrutinata nel filtro di un’esperienza intima e personale.
Eraldo Affinati, con questa sorprendente Spoon River, imbastisce un processo autobiografico e collettivo sui temi che sin dall’inizio hanno contraddistinto, come un filo rosso, la sua opera inconfondibile: libertà, responsabilità, educazione, giustizia, valori etici, religiosi e politici. Ma stavolta, scoprendo le ragioni profonde della propria vocazione pedagogica e letteraria, non può evitare di subire il controfagotto, comico e caustico insieme, del suo allievo preferito: il solo, forse, in grado di consegnargli alla fine la vera risposta che lui desiderava.

INIZIATIVE - Dal 19 al 22 febbraio prossimi: FOSS4G-IT, Software libero e Dati Geografici aperti in Italia.


Si terrà dal 19 al 22 febbraio, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell'Antichità e DigiLab Sapienza Università di Roma, l’edizione 2018 di FOSS4G-IT, il principale appuntamento su Software libero e Dati Geografici aperti in Italia. L’iniziativa comprenderà il “XIX Meeting degli utenti italiani di GRASS e GFOSS”, il "XI GFOSS DAY" e "OSMit 2018", il raduno annuale della comunità OpenStreetMap.

Nell'ottica di unire le diverse comunità che si riconoscono nei valori del software libero e dei dati aperti, va annoverata l’adesione di ArcheoFOSS, che ha deciso di proporre nel quadro dell’iniziativa il suo XII Workshop, incentrato sull’utilizzo di software e dati geografici liberi e a supporto di progetti di archeologia e di valorizzazione dei beni culturali.

Il programma dell’iniziativa, online susito web ufficiale dell’evento è estremamente vario e comprenderà una giornata interamente dedicata ai workshop (lunedì 19 febbraio) e due giornate di conferenza (martedì 20 e mercoledì 21 febbraio).

Si segnalano le relazioni ad invito di Elena Calandra, Dirigente dell’Istituto Centrale per l’Archeologia presso il MiBACT e Maurizio Napolitano, Coordinatore del gruppo Digital Commons Lab del centro ICT della Fondazione Bruno Kessler.
Anche per quest’anno, una giornata intera – quella di giovedì 22 febbraio – sarà dedicata a OpenStreetMap, con esercitazioni pratiche. Quest’anno in particolare ci si concentrerà su due attività: lamappatura dei numeri civici di Roma - con la presentazione di un progetto pilota realizzato in collaborazione con l’Assessorato Roma Semplice - e la raccolta di dati geografici a supporto della Protezione Civile, per la gestione dei soccorsi quotidiani (118, VVF) e per le emergenze (per es. post-terremoto).
L'organizzazione del convegno è curata congiuntamente da Sapienza Università di Roma, dall'Associazione Italiana per l'Informazione Geografica Libera (GFOSS.it), da Wikimedia Italia e da ArcheoFOSS.
L’evento è realizzato col supporto di GEOCAT, GeoSolutions, Geobeyond, e42.it, gis3w, ISPRS International Journal of Geo-Information, SITERRA S.T.P. SRL, il Master di secondo livello in "Gis science e sistemi a pilotaggio remoto per la gestione integrata del territorio e delle risorse naturali" dell'Università di Padova e contributi volontari di singole persone.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa e per iscriversi alla manifestazione o ai workshop si veda il sito web ufficiale: http://foss4g-it2018.gfoss.it/. Organizzazione evento: foss4g.it.2018@gmail.com.

domenica 11 febbraio 2018

RUGBY - Six Nations, Irlanda-Italia 56-19: Azzurri impotenti, si salva solo Allan.

Dura dieci minuti il sogno azzurro di contrastare l'onda verde irlandese in quel di Dublino: alla prima meta degli avversari, l'Italia si scioglie come neve al sole e incassa un sonoro 28-0 nei primi 40', tramutato poi in un 56-19 addolcito dalle tre mete dell'unica nota positiva, Tommaso Allan, del mediano di mischia Gori e di Minozzi quando gli irlandesi erano già sotto la doccia. Le mete dell'Irlanda alla fine risultano 8, con un possesso dell'ovale, nei primi venti minuti, del 71%; Italia quindi sovrastata in tutte le fasi di gioco, touche e mischia, e con una differenza abissale nei centri e nelle ali, e ovviamente nel gioco alla mano, oltre che nella velocità di esecuzione del passaggio. Insomma, in tutto. Per l'Italia è la quattordicesima sconfitta consecutiva nel Sei Nazioni, eguagliato il proprio record negativo, e non è un vanto. Si parla tanto di una nuova Italia ma per il momento non è differente dalle altre, fermo restando lo spirito della squadra che è sempre combattivo. Ma senza risultati positivi non si va lontano.

TENNIS - Fed Cup, Italia-Spagna 3-1: Miracolo a Chieti, Errani e Chiesa superstar!

Il miracolo è avvenuto: l'Italia di Fed Cup, sul rosso indoor di Chieti, ha piegato la più quotata Spagna per 3-1 e si è conquistata la possibilità di tornare nel Gruppo Mondiale giocando lo spareggio del prossimo 21-22 aprile (martedì sorteggio a Londra: avversaria una tra Bielorussia, Svizzera, Belgio e Olanda). E' stata una giornata intensa quanto bella, inaspettata, perché entrambe le tenniste italiane avevano ampiamente il pronostico dalla parte delle avversarie, ma in campo, ed è questo il bello di queste partite, il divario di classifica non si è visto. E anche perché la capitana Tathiana Garbin, con estremo coraggio, ha rischiato la carta Chiesa sostituendo la Paolini, cosa inusuale sulla panchina azzurra, abituati come siamo al mai intraprendente Barazzutti. Così è accaduto che Sara Errani, scesa in campo per prima, ha dato tutto, ha giocato col cuore battendo in tre set la Suarez Navarro (6-3 3-6 6-3 lo score, 2 ore e 18 di gioco) in un match che deve farla ripartire in classifica, lontana come è il suo numero 142 rispetto al 29 della collega spagnola. Solida, mai doma, la bolognese ha avuto solo un passaggio a vuoto nella seconda frazione ma nel terzo ha ripreso in mano le redini dell'incontro portanto l'Italia sul 2-1. Poi il capolavoro finale della esordiente Deborah Chiesa, 179 per la classifica WTA, bella trentina di 21 anni, che in un match thrilling dalla durata di due ore e 28', ha avuto prima la forza di recuperare 1-4 nel terzo set alla Arruabarrena (n.82), poi di annullarle un match point nel tie-break finale (in cui però si è trovata avanti 5-1) prima di chiudere la contesa grazie ad un dritto in rete della iberica. E' il suo primo successo di rilievo in carriera, la ragazza lo sa, e il suo coraggio sposa quello della Garbin che l'ha messa in campo a sorpresa. Ma la sorpresa, alla fine, ha pagato eccome.

venerdì 9 febbraio 2018

TENNIS - Fed Cup, domani a Chieti Italia-Spagna: Errani condottiera della "mission impossible" azzurra.


Parte domani da Chieti (diretta dalle 16 in chiaro su Supertennis) la "mission impossible" del tennis femminile italiano: battere la Spagna nel primo turno della "Serie B" di Fed Cup e sperare nella rentreé immediata. Sul campo non si parte mai battuti ma se c'è una volta in cui la bilancia pende quasi tutta dalla parte degli avversari, questa riguarda proprio le ragazze della Garbin, che sono senza le prime due giocatrici (il "caso Giorgi" su tutti e la veterana Schiavone chiamatasi fuori dai giochi) e che pagano lo scotto di un ricambio generazionale mai effettivamente calcolato dai vertici federali, intenti soprattutto a gioire deii successi del fu dream team (con Pennetta e Vinci). Così la capitana Tathiana Garbin deve schierare l'unica reduce dei successi azzurri, Sara Errani, scesa al numero 142 e in difficoltà per risalire la china, ed una schiera di più o meno promesse future, Jasmine Paolini (n.158), Deborah Chiesa (n.179) e quella Elisabetta Coicciaretto (ora n.809), diciassette anni di Porto San Giorgio, capace di issarsi sino alla semifinale degli ultimi Australian Open Juniores. E' la convocazione della disperazione perchè, fuori la Giorgi e con una Errani che stenta a rientrare nel giro che conta, il movimento femminile tennistico sta vivendo un momento un po' buio, senza acuti, vivacchiando oltre i cento in classifica e aggrappandosi appunto all'unico mezzo-pseudo risultato ottenuto da una giovanotta marchigiana. Invece le spagnole della capitna Anabel Medina Garrigues, orfane della stella Muguruza, possono comunque essere competitive schierando Carla Suarez Navarro (n.29), Lara Arruabarrena (n.82), Georgina Garcia-Perez (n.162) e la doppista Maria Jose Martinez (25 in doppio). Ad aprire la contesa domani saranno Jasmine Paolini e Carla Suarez Navarro sulla terra rossa indoor del PalaTricalle "Sandro Leombroni" di Chieti, a seguire Sara Errani affronterà Lara Arruabarrena. Domenica, a partire dalle 14, la sfida tra le numero uno dei rispettivi team, Errani e Suarez Navarro, dopo quella tra le numero due, Paolini ed Arruabarrena: in chiusura il doppio tra la coppia azzurra Deborah Chiesa/Elisabetta Cocciaretto e quella ospite Georgina Garcia-Perez/Maria Jose Martinez Sanchez. L'impressione e i pronostici dicono che al doppio non si arriverà.

MUSICA - Il Festival di Sanremo 2018: Il concertone di Baglioni oscura la gara.

E' il Festival della canzone italiana o il Festival della canzone di Baglioni (in arte "Agonia")? Il dilemma di questi tre giorni di Sanremo, in vista anche del rush finale, si infittisce. Non c'è serata in cui il neo Direttore Artistico non canta almeno un paio dei suoi successi, pare un suo concertone diluito in una settimana che inevitabilmente finisce per sminuire la gara e i cantanti presenti, che non sono proprio scarsi (3/4 dei Pooh, Ron, Max Gazzè, la Vanoni, ecc.). Canzoni peraltro quelle di Baglioni trite e ritrite, per molti evergreen e per molti altri dei lamenti insopportabili che ogni sera vengono riproposti anche nel 2018, ad una distanza temporale che va dai 30 ai 40 anni. Chi pensava insomma di essersi lasciato alle spalle certe sensazioni di noia mortale si dovrà ricredere; Baglioni celebrerà ancora la sua carriera, indipendentemente da chi vincerà il Festival. Anzi, oscurandolo.

INIZIATIVE - Domenica al Carnevale di Fano i carri allegorici dei parchi Costa.


Domenica 11 febbraio, il carro allegorico dei parchi Costa Edutainment Italia in Miniatura, Oltremare, Aquafan e Acquario di Cattolica sfilerà a Fano, per l’ultima domenica di Carnevale. Realizzato dall’Associazione Carristi Fanesi, il carro raffigura i simboli più amati e popolari dei parchi: uno scivolo per Aquafan, lo Squalo Brigitte per Acquario di Cattolica, il delfino Ulisse per Oltremare e il campanile di San Marco per Italia in Miniatura.
Ma non è tutto: precederà il carro la festosa mascherata di figuranti con vistosi costumi di gommapiuma, a cura di Officina Operà di Fano.
Nei tre giri trionfali, quello di presentazione, quello “del getto dolce” e quello “delle luminarie”, il carro dei Parchi romagnoli farà piovere sul pubblico dolcezze e omaggi: caramelle, bonbons e migliaia di coupon gratuiti per l’ingresso ai parchi che riapriranno in primavera: 17 marzo Italia in Miniatura, 24 marzo Acquario di Cattolica e Oltremare, 1 giugno per Aquafan.

giovedì 8 febbraio 2018

TEATRO - All'Eliseo di Roma l'opera firmata Massini e con Alessandro Preziosi: Vincent Van Gogh, l'odore assordante del bianco.

Al Teatro Eliseo di Roma, dal 13 febbraio al 4 marzo 2018, va in scena "Vincent Van Gogh. L'odore assordante del bianco" di Stefano Massini e con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi e Vincenzo Zampa.
Una sorta di thriller psicologico, attraverso l’imprevedibile metafora del temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio, che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
È il 1889 e l’unico desiderio del grande pittore è quello di uscire da quell’austera stanza del manicomio di Saint Paul dove non c’è altro colore che il bianco. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a trovare …
Il testo è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva” (motivazione della giuria). L’autore Stefano Massini, con la sua drammaturgia asciutta ma ricca di spunti poetici, offre considerevoli opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea.

TEATRO - Al Vittoria di Roma lo show che ha spopolato in Spagna e America Latina: "Non aver paura" è solo uno spettacolo. Forse...

Torna in Italia, e più precisamente al Teatro Vittoria di Roma (dal 15 febbraio al 4 marzo prossimi), per il secondo anno consecutivo “Non aver paura”, lo spettacolo campione di incassi delle ultime stagioni in Spagna e America Latina e inserito dal prestigioso Teatri On Line nella speciale classifica dei dieci migliori spettacoli della passata stagione“Non aver paura”, di Eduardo Aldàn, diretto nella nuova versione italiana da Ricard Reguant ed Enzo Masci e tradotto e adattato per l’Italia da Franco Ferrini (sceneggiatore di numerosi film di Dario Argento e di “C'era una volta in America”) su progetto artistico di Gianluca Ramazzotti, riporta finalmente in Italia il brivido dell’horror, che in teatro si scatena con la sua massima potenza: soprattutto se a fare da Maestro di Cerimonia è l’istrionico Gianni Garko, noto volto di film di culto del cinema italiano degli anni ’60 e ’70 come la serie di ”Sartana”, “10.000 dollari per un massacro”, “La notte dei diavoli”, “Sette note in nero”, “Uomo a metà”. “Non aver paura” scuote, sorprende e destabilizza il pubblico, lo cattura e lo immerge in una grande e spaventosa esperienza teatrale di puro terrore: in un antico teatro, all’inizio del secolo scorso, un terribile incendio tolse la vita a 23 persone fra cui la piccola Violetta Sperelli, che si esibiva quella sera, e suo padre Ettore; i corpi dei due non vennero mai ritrovati e sulle ceneri dei locali fu ricostruito il nuovo teatro, da allora luogo di eventi paranormali e sorprendenti. E se qualcuno dovesse pensare che si tratti “solo di uno spettacolo teatrale” (come suggerito dal sottotitolo) e che non ci sia niente da temere, si sbaglia di grosso “perché nel buio di un teatro non sai mai chi siede dietro di te”.

TEATRO - All'Eliseo di Roma torna il romanzo di Pirandello: "Uno, nessuno, centomila": le stranezze del Signor Moscarda.

Il Teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma presenta "Uno, nessuno e centomila", tratto dal romanzo di Luigi Pirandello per l'Adattamento teatrale di Maria Teresa Berardelli con Francesco Sferrazza Papa, Melania Genna e Luca Terracciano, e per la regia di Andrea Baracco (in scena giovedì 15, venerdì 16, martedì 20 febbraio e venerdì 2 marzo ore 10.30, Giovedì 22 e giovedì 1 marzo ore 17, Mercoledì 21 e mercoledì 28 febbraio ore 20).
Pensato e in parte scritto già nel 1912, il romanzo Uno, nessuno e centomila è, secondo l’autore siciliano, da considerarsi “la sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di quello che farò”.
Vitangelo Moscarda è un uomo comune, che conduce una vita agiata grazie alla banca ereditata dal padre, usuraio. Un giorno, la sua tranquillità viene turbata da un innocente commento pronunciato dalla moglie riguardo alle sue fattezze fisiche. Da quel momento, la vita del protagonista cambia completamente. Egli si rende conto di apparire, agli occhi degli altri, molto diverso da come si è sempre percepito; non sa più chi è, né per se stesso né per gli altri, e decide quindi di scoprirlo. Nel farlo, si diverte a scomporre le varie immagini di sé, cioè le immagini che gli altri hanno di lui, compiendo una serie di azioni che lo faranno apparire ai loro occhi pazzo. Sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa; decide di volersi sbarazzare della banca ereditata dal padre; arriva ad essere violento nei confronti della moglie. Gli altri, e la moglie stessa, davanti alle sue azioni decidono di volerlo interdire. Gli resta fedele in un primo momento solo un’amica della moglie che, poco dopo però, spaventata dalle sue oscure e bizzarre riflessioni sulla vita, arriva addirittura a sparargli.
Vitangelo Moscarda, il cui "io" è alla fine completamente frantumato nei suoi centomila “io”, si trova d’un tratto, spogliato di tutto; solo, con le sue considerazioni sulla vita. Costretto a investire i soldi ricavati dalla liquidazione della banca in un ospizio per poveri, e costretto ad andare lì a viverci, egli si ritrova lontano da tutto e da tutti. Ricerca un po’ di pace nella fusione totalizzante, e quasi misticheggiante, con la natura; un mondo in cui egli prova ad abbandonare tutte le “maschere” che la società gli ha fino a quel momento imposto.

RUGBY - Six Nations, sabato ore 15.30 in chiaro su D-Max: Italia, trasferta proibitiva in Irlanda.

O'Shea contro il suo passato (sportivo): il cittì degli azzurri vola con la squadra nella sua Irlanda dove sabato (ore 15.15 diretta in chiaro su DMax) affronterà i suoi connazionali in un match chiuso per l'Italia. Il XV varato dal tecnico degli azzurri presenta tre cambi: in prima linea partiranno titolari il tallonatore Luca Bigi e il pilone sinistro Nicola Quaglio (alla quarta presenza, la prima dall'inizio), con Leonardo Ghiraldini e Andrea Lovotti in panchina. In terza linea Bram Steyn prende il posto di Renato Giammarioli. Terza ed ultima novità rispetto alla sfida con l'Inghilterra è proprio in panchina, dove come seconda linea Federico Ruzza prende il posto di George Biagi. "Quella di sabato per noi è una grande sfida", ha commentato O'Shea, "l’Irlanda può contare su una rosa di incredibile qualità e sappiamo che ci sarà da placcare per tutti gli ottanta minuti di gioco. Posso però garantirvi - ha continuato il tecnico degli azzurri - che l’Italia spenderà ogni singola goccia di energia sulla strada per continuare il proprio cammino. Abbiamo voluto mantenere la stessa linea dei trequarti per dare ai giocatori la possibilità di fare esperienza e imparare sul campo da ciò che non ha funzionato a Roma, mettendo al tempo stesso un po’ di freschezza tra gli avanti con Steyn, Bigi e Quaglio dal primo minuto. Minozzi ad estremo ha fatto cose egregie all’Olimpico e anche Allan all’apertura è stato eccellente nell’applicazione del piano. Ecco, proprio la competizione per la maglia numero dieci con Canna e McKinley è un aspetto estremamente positivo per la nostra squadra". E gli irlandesi? Rispetto alla sofferta vittoria di Parigi sulla Francia, partiranno titolari Jack Conan in terza linea, Devin Toner in seconda e Jack McGrath in prima mentre non ci sarà James Ryan, non al meglio dopo un colpo subito a Parigi. David Leamy prende invece il posto di Josh van der Flier (grave infortunio al ginocchio sabato scorso) con l'esordiente estremo Jordan Larmour che potrebbe entrare a partita in corso.

domenica 4 febbraio 2018

RUGBY - Six Nations, Italia-Inghilterra 15-46: Azzurri bravi per un'ora, poi è dominio inglese.

Sotto il sole romano e davanti ad oltre 60.000 spettatori (da far invidia al calcio), l'Italrugby si difende con onore contro i terribili inglesi (provenienti da 23 vittorie in 24 partite) per oltre un'ora prima di soccombere con un severo 15-46 nella giornata di esordio al Six Nations 2018. Il match si è presentato subito in salita per gli azzurri di O'Shea; dopo solo undici minuti l'Inghilterra va in meta due volte con l'ala Watson, capace prima di capitalizzare una veloce azione alla mano del suoi compagni e poi di schiacciare l'ovale sulla bandierina alla destra dell'attacco inglese. Al 19' ecco la fiammata azzurra con Benvenuti che sfrutta un passaggio a scavalcare dell'ottimo Allan e porta l'Italia sulla retta via. Ci pensa ancora Allan con un calcio magistrale ad accorciare: Inghilterra 10, Italia 7. Cinque minuti dopo risponde Farrell che infila un buco in difesa e poi trasforma la sua meta. Il turbinio di emozioni non è finito perchè sempre Allan, il migliore dei azzurri, centra di nuovo l'acca e permette all'Italia di chiudere il primo tempo sotto 17-10, ovvero di un solo break. Entra Quaglia nella ripresa e la pressione inglese è subito massiccia. Al 45' l'arbitro vede un avanti inglese e annulla la meta del 14; mischia per gli azuzrri ma Lomotti commette falo e per Farrell è uno scherzo realizzare la punizione del 20-10 inglese. La reazione azzurra è immediata: break di Parisse per Castello, l'ala azzurra tentenna invece di andare diritto verso la linea di meta, Allan prende l'ovale e manda in meta Boni ma il suo passaggio è un in avanti subito visto dall'arbitro che annulla. Da un possibile dimezzamento di distanza si passa invece alla freccia di distacco degli anglosassoni: touche Inghilterra, gli azzurri difendono male e Simmons ne approfitta per siglare la quarta meta (un punto di bonus) e Farrell non perdona. Ora 27-10 per gli inglesi.Ma oggi gli azzurri sono vivi, lucidi, coraggiosi. Passano cinque minuti e l'ala Bellini sigla, all'angolo sinistro dell'attacco azzurro, la seconda meta italiana, spettacolare per il calcetto di....che l'ha propiziata: Allan questa volta non centra i pali: Inghilterra 27 Italia 15.  Si combatte su ogni ovale ma la velocità dei sudditi di Sua Maestà è superiore tanto da mandar ein meta (la quinta) l'apertura Farrell che trasforma pure e regala il 34° punto alla sua squadra. L 'Italia sembra disunita, forse ha speso troppo per rimanere in scia degli inglesi, si allentano i placcaggi e la stanchezza si fa sentire: l'intercetto di Boni, che non riesce ad involarsi nell'area di meta avversaria dai 22 azzurri, è l'emblema della mancanza di birra da parte degli azzurri negli ultimi dieci minuti di gara. Tanto cvhe al 75' ancora Simmons ha la forza fisica di schiacciare in solitudine l'ovale in meta e Farrell, manco a dirlo, realizza. Passano due minuti e il neo entrato Nowell porta a 46 i punti inglesi firmando la settima meta a due per l'Inghilterra. E sabato prossimo, ore 14.30 (diretta in chiaro su D-Max), trasferta a Dublino per gli azzurri contro una Irlanda che ha espugnato la casa dei francesi. Altro match di grande sofferenza.

TENNIS - Coppa Davis, Giappone-Italia 1-3: Fognini, maratoneta discontinuo ma vincente.

L'Italia di Coppa Davis è nei quarti di finale per la quarta volta negli ultimi cinque anni; nel singolare di apertura della terza giornata dell'incontro con il Giappone, sul veloce indoor della Takaya Arena di Morioka Fabio Fognini ha regalato agli azzurri il punto della vittoria dopo altre quattro ore e passa di lotta contro il nipponico Sugita (lo score 3/6 6/1 3/6 7/6 7/5), ancora una volta rimontando lo svantaggio di due set ad uno. Il maratoneta Fognini (dodici ore in campo in tre giorni!) sapeva che anche questo match fosse difficile e lo si era intuito da subito. Solita partenza lenta del ligure col giapponese che faceva il break al secondo game, salendo 3-1; qui Fognini ha avuto una palla break per rientrare, due addirittura nel nono games, ma Sugita si è salvato portando a casa la prima frazione complice un rovescio in rete dell'italiano. Fognini però ha reagito, si è portato 3-0 con break, bissato poi sul 4-1, ed ha pareggiato il conto dei set con tre ace, ritrovando quel servizio che nel corso del match è andato a corrente alternata. Sulla slancia dell'entusiasmo Fognini ha tolto subito la battuta a Sugita in apertura di terza frazione: 2-0 e una palla del 3-1, ma come spesso gli accade, Fognini ha spento la luce consentendo all’avversario di recuperare sino a portarsi in svantaggio 4-2. Sussulto Fognini che recupera il break ma nell’interminabile ottavo gioco, dopo aver sciupato tre palle per il riaggancio sul 4-4, ha ceduto la battuta (complici anche tre brutti doppi falli) dopo un’accesa discussione con l’arbitro (i giudici di sedia a dire il vero in tutti e tre i giorni lo hanno un po' troppo sconfessato), permettendo a Sugita di finire 6/3 il set in suo favore. Il solito saliscendi di Fognini anche nella quarta frazione; avanti 2-0, break confermato 3-0, ma dopo non aver sfruttato altre tre opportunità per un 4-0 importante, ecco di nuovo i doppi falli a rimettere in partita il kamikaze giapponese che risaliva la china sino al break nel fatidico settimo gioco conquistando il quinto gioco di fila. Fognini però non ha mollato, ha rischiato di più coi colpi e, grazie ad una accelerazione lungolinea di diritto si è portato 5 pari e 6-5 con altri due ace. A due punti dal set, 0-30, Fognini ha subito la verve di Sugita che si è aggiudicato la possibilità di andare al tie-break. Qui, dal 2-0 Giappone, Fognini ha racimolato quattro punti di fila salendo 5-3. A questo punto però Sugita ha trovato coraggio e voglia di riscatto, andando addirittura sul matchpoint, annullato da Fognini che poi ha incredibilmente chiuso il tie-break 8-6 in suo favore. Si va al quinto in un turbinio di emozioni ma non di gran tennis. il ligure ha ceduto il servizio nel quarto game, trovandosi sotto 3-1. Sul 4-1 Sugita, l’azzurro ha chiesto un medical time out per un problema alla gamba sinistra (tattica?), con fasciatura sotto il ginocchio. La voglia di non mollare, oltre a un paio di regali del padrone di casa, hanno consentito al Fogna di recuperare il break di svantaggio issandosi addirittura 5-4 e servizio. Ma niente. Sugita non molla e si riprende il break. Al decimo gioco però il giapponese ha fatto hakiri con un doppio fallo e l'azzurro è andato di nuovo a servire per il match. Questa volta per fortuna, alla terza opportunità, il diritto del nipponico è andato oltre il rettangolo di gioco e Fognini ha potuto festeggiare la vittoria e il passaggio del turno. Ma che fatica e che discontinuità di gioco! Troveremo i francesi, testa di serie numero 1 del tabellone di Davis, e con loro la continuità diventa fondamentale perché concedono molto meno dei giapponesi.

sabato 3 febbraio 2018

INIZIATIVE - Sta spopolando la petizione online per dare più ore alla materia: La geografia non è una materia di serie B.

L’appello di insegnanti, studiosi ed esperti per riportare la geografia economica anche nei curricula dei licei. La richiesta? Che la geografia torni ad essere insegnata nei trienni degli istituti tecnici commerciali, e poi anche nei trienni dei licei, nella forma di geografia politica ed economica. «Non è possibile che i ragazzi di oggi non siano in grado di svolgere temi di geopolitica, che non capiscano le interconnessioni tra gli eventi del mondo, che non capiscano l’evoluzione economica dei Paesi». Oltre per il fatto che serve per conoscere l’orografia, le nazioni ed i loro confini, le capitali del mondo, eccetera, la geografia serve per leggere i paesaggi: «Vedere i negozi che chiudono ed i centri commerciali che aprono e che crescono a dismisura, le fabbriche abbandonate, i poveri nelle fermate delle metropolitane quando fa freddo: anche questa è geografia»; è una materia fondamentale per comprendere le ragioni ed i movimenti delle masse che migrano. O per tracciare le trasformazioni del territorio, definire i piani paesaggistici, aiutare a comprendere ed a prevenire i dissesti idrogeologici. Per capire e per intervenire non sono sufficienti Google Maps e gps. Possono servire ma non far conoscere. «Non danno i fondamenti disciplinari».

TENNIS - Coppa Davis, Giappone-Italia 1-2: Bolelli e Fognini, prova di gran classe.

Il doppio Bolelli-Fognini finalmente porta il punto del soffertissimo 2-1 sui mai domi giapponesi sul cemento velocissimo di Morioka e i quarti di Coppa Davis si avvicinano. Ma è stato un match assai duro per gli azzurri che hanno dovuto impiegare oltre tre ore e mezza per piegare i nipponici Uchiyama e Mclachan. Il match si è deciso complessivamente su pochi punti. Il primo brivido è passato sulla schiena degli azzurri quando Fognini, sul suo servizio nel settimo gioco, ha annullato una palla-break grazie ad una sua demi-volée vincente. Scampato pericolo, gli azzurri sono riusciti a capitalizzare  l’unica chance concessa nel dodicesimo game con Uchiyama al servizio, confezionata da una voleè vincente di Fognini in seguito ad una grande risposta di diritto di Bolelli: 7/5 Italia e racchette al centro. Nel secondo set.però la reazioni dei padroni di casa non si faceva attendere e Fognini veniva breakkato nel terzo gioco complice anche l'interpretazione diabolica del giudice di sedia che dava il "palla disturbata" e punto (e quindi game) ai nipponici in seguito ad un alèee” forse ingenuo dell'azzurro prima che l'avversario colpisse la palla. A Fognini insomma gli arbitri, visti i precedenti, non perdonano nulla. Sul 5-4 e servizio Mclachan  però gli azzurri avevano un sussulto e riuscivano a pareggiare e portare i padroni di casa al tie-break dove però Bolelli commetteva un brutto doppio fallo sul 4 pari, forse decisivo ai fini del set. Uno pari, quindi, e tutto da rifare. Nella terza frazione si va lisci sino all'undicesimo game, ovvero 6-5 Giappone e battuta Bolelli: i nipponici hanno due set-point pericolosi ma Fognini è bravo nel gioco di volo, salva la baracca e corre al bagno. C'è un bisogno impellente anche di terzo set e nel tie-break, dopo un vantaggio di 2-0, si ritrovano sotto 3-2, complice anche una voleè non chiusa da Bolelli nel terzo punto. Ma gli azzurri sono vigili, attenti, concentrati e negli ultimi due punti tirano fuori la creme della creme; Bolelli una straordinaria risposta di rovescio, Fognini una spettacolare demi-voleè. Azzurri avanti due set ad uno ma i giapponesi non mollano mai, tanto che recuperano lo svantaggio sul loro servizio nel terzo game (15-30) e nel decimo (0-30); d'altro canto gli azzurri sono bravi ad annullare loro una pericolosa palla break con un magico dritto di controbalzo di Bolelli, forse il migliore in campo. Al dodicesimo game però la resa dei giapponesi, con Bolelli che chiude la contesa col rovescio lungolinea, il colpo del giorno. E domani, nella mattina italiana (ore 4, diretta in chiaro su Supertennis), la resa dei conti: prima Fognini contro Sugita, il match point, partita da non sbagliare, poi (speriamo a punteggio acquisito) Seppi contro Daniel. Non è finita, perché i nipponici sono duri a morire, ma il vantaggio azzurro ora è notevole.

venerdì 2 febbraio 2018

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma dal 5 febbraio: "La scienza e noi", informarsi per un futuro migliore.

Dopo il grandissimo successo nella passata stagione, il Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma ospita un nuovo ciclo di incontri La scienza e noi, invitando sei relatori di grande rilievo nazionale e internazionale a raccontare le ricerche all’avanguardia e come queste trasformeranno il quotidiano di ognuno di noi. Con il linguaggio del teatro, non delle aule universitarie, e con la volontà di trasmettere al pubblico l’emozione e la bellezza della scienza. Presentati e intervistati da Viviana Kasam, giornalista e presidente di BrainCircleitalia, i relatori apriranno scenari da fantascienza, in cui si parlerà di nuove tecnologie per coltivare il mare, di epigenetica ed evoluzionismo, di big data e intelligenza artificiale per combattere terrorismo e fare previsioni economiche, di rigenerazione del cervello, di simulazioni e dei materiali del futuro, di che cos’è la coscienza e se si può stimolarla.
Al termine degli incontri verrà dato spazio alle domande e alle curiosità del pubblico (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Di seguito il programma.
Lunedì 5 febbraio ore 20.00
COLTIVARE IL MARE PER SALVARLO?
Maurizio Ribera D’Acalà, dirigente di ricerca alla Stazione Zoologica e docente del corso di Oceanografia Fisica e Chimica all’Università Federico II di Napoli. Oggi si occupa principalmente di studiare l’evoluzione del plancton. Introduce il dibattito Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo.
Nei confronti del mare, l’uomo è ancora allo stadio di cacciatore-raccoglitore, e lo ha depredato con le conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Le nuove tecnologie, dalla robotica alla biologia molecolare, aprono nuove, enormi opportunità di esplorazione e anche di sfruttamento delle risorse marine, ma sollevano nuove responsabilità e richiedono un cambiamento culturale radicale, che ci trasformi in ‘coltivatori’ del mare. Questa è la sfida della “Blue growth”: promuovere un uso sostenibile delle risorse marine, sfruttando positivamente le opportunità offerte dall’ecosistema che copre il 70% della superficie terrestre.
Lunedì 19 febbraio ore 20.00
BIG DATA PER LA SICUREZZA E L’ECONOMIA - A CHE PREZZO?
Luciano Pietronero, Professore di Fisica presso il CNR e l’Università La Sapienza di Roma;
Michele Colajanni, Professore di Sicurezza Informatica presso il dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Big Data e Intelligenza Artificiale da un lato inquietano e ci fanno temere il Grande Fratello, dall’altro possono essere utilizzati per migliorare la nostra vita. La lotta al crimine, al terrorismo, alle devastazioni sociali causate da errate previsioni economiche, può oggi avvalersi dell’acquisizione di enormi quantità di dati e della tempestiva analisi condotta con computer sempre più potenti. Le nuove teorie basate sulla Economic Complexity, sviluppate dal prof. Pietronero e il suo team, in collaborazione con la World Bank, portano a un nuovo approccio scientifico alla predittività dello sviluppo economico. Gli algoritmi di machine learning e deep learning applicati ai Big Data sono alla base delle più innovative soluzioni di sicurezza proposte dal prof. Colajanni. Le macchine sono migliori di noi in alcune funzioni, e noi migliori di loro in altre. Le organizzazioni vincenti saranno quelle che sapranno combinare la forza delle macchine con l'intelligenza dell’uomo.
Lunedì 5 marzo ore ore 20.00
SI PUÒ RIGENERARE IL CERVELLO?
Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento di Neurologia e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale presso l’Istituto San Raffaele di Milano, è considerato uno dei massimi esperti al mondo di Sclerosi Multipla.
Studi recenti contraddicono la convinzione che i neuroni con l’età muoiono e nulla si può fare per rallentare tale processo: la presenza di cellule staminali neurali in alcune zone del cervello consente di rimpiazzare i neuroni morti con neuroni nuovi di zecca, un meccanismo rigenerativo fondamentale per la memoria. Inoltre, la rigenerazione dei neuroni e la riorganizzazione delle connessioni interneuronali, rendono il nostro cervello estremamente plastico. Nuove conoscenze che vengono già utilizzate negli interventi riabilitativi, nel potenziamento della plasticità nervosa mediante farmaci e con stimolazioni elettriche e magnetiche.
Lunedì 19 marzo ore 20.00
EPIGENETICA: L’ODISSEA DEL GENOMA
Valerio Orlando
La ricerca epigenetica è oggi riconosciuta come la nuova frontiera della Biologia del Genoma. Al contrario della sequenza del DNA, l’epigenoma, ovvero quei componenti regolativi che sono strettamente associati al DNA, viene modificato nello spazio e nel tempo durante il viaggio che l’organismo compie nel corso della vita. Tali avanzamenti nella conoscenza fondamentale hanno riportato al dibattito sull’evoluzionismo tra Darwin e Lamarck, ma soprattutto ci pongono nuove fondamentali domande per la comprensione delle basi molecolari della vita, sia nel benessere che nella malattia, e sul tema dell’ereditarietà.
Lunedì 16 aprile ore 20.00
IL MISTERO DELLA COSCIENZA: TECNOLOGIA E FUTURO
Martin Monti, Professore all'Università della California di Los Angeles dove dirige il MontiLab, laboratorio di ricerca focalizzato sulle interazioni tra linguaggio e pensiero e sugli effetti che gli stati di coma e vegetativo hanno su coscienza e cognizione.
Che cos’è la coscienza? Perché a volte la perdiamo? Come si fa a capire se chi non riesce a comunicare è in qualche modo cosciente? Si può riaccendere la coscienza? Lo stato vegetativo è una condizione in cui, dopo una grave lesione cerebrale, i pazienti sono svegli ma non consapevoli: è una delle condizioni più difficili e meno comprese del cervello umano. Esplorare questi studi rappresenta un viaggio nel centro dell’identità attraverso le più avanzate apparecchiature tecnologiche, per rispondere ad alcuni dei misteri più affascinanti che riguardano l’essenza degli esseri umani e per comprendere se le persone in coma siano in grado di percepire stimoli esterni e possano essere risvegliate.
Lunedì 7 maggio ore 20.00
NUOVI MATERIALI PER RIPENSARE IL MONDO
Nicola Marzari, dirige il Centro di scoperta dei nuovi materiali presso l’EPFL di Losanna e si occupa di simulazioni quantistiche, cioè di risolvere con supercalcolatori le equazioni che consentono di capire il funzionamento di nuovi materiali o inventarne altri, senza dover mai fare un esperimento.
Le età della civiltà umana hanno preso spesso il nome dei materiali che le hanno definite - pietra, bronzo, ferro - e forse dovremo aggiungere petrolio, silicio, uranio: materiali che ci salvano e che ci uccidono. Che cosa serve ora per sopravvivere, per vivere, e per vivere meglio? Come possiamo tenere assieme un pianeta intossicato che si avvia verso i dieci miliardi di abitanti? Come facciamo a scoprire, inventare, e trarre beneficio dai nuovi materiali di cui abbiamo bisogno, comprendendo e prevedendo “in vitro” gli effetti, anche negativi, che possono avere?
LIVE STREAMING sarà disponibile per ogni evento sul profilo Facebook BrainForum  o sul sito www.braincircleitalia.it.

RUGBY - Domenica all'Olimpico (ore 16) parte il Six Nations degli azzurri: Italia-Inghilterra, match quasi impossibile.

Per la sfida della prima giornata del Sei Nazioni di domenica con l’Inghilterra all’Olimpico (ore 16), il c.t. azzurro Conor O’Shea vara una formazione con diverse sorprese e molte novità rispetto ai test di novembre. Innanzitutto dopo 2 anni di assenza per una lunga serie di infortuni, Alessandro Zanni torna a vestire la maglia della Nazionale di rugby, festeggiando peraltro il suo centesimo gettone in azzurro (il settimo italiano nella storia). Con Zanni schierato in seconda linea, la rivoluzione di O'Shea si completa in terza linea dove, ai lati del capitano Sergio Parisse, agiranno Sebastian Negri (al terzo cap, al primo nel Sei Nazioni) e Renato Giammarioli (seconda presenza); l’estremo poi sarà Matteo Minozzi (4 caps), alla prima prima presenza da titolare, mentre viene confermata la coppia di centri composta da Tommaso Castello e Tommaso Boni. Il tecnico irlandese inoltre ripropone dall'inizio la ritrovata apertura Tommaso Allan, uno dei migliori giovani azzurri, che va a fare reparto in mediana col confermato n.9 Marcello Violi (in panchina i trequarti saranno quindi Edoardo Gori, Carlo Canna e Jayden Hayward). Confermate anche le ali Mattia Bellini e Tommaso Benvenuti. Nelle prime due giornate l’Italia affronterà Inghilterra e Irlanda, le due principali favorite per la vittoria finale. Chiosa O'Shea: "Abbiamo più profondità in reparti come terza linea e apertura, stiamo molto meglio rispetto ad un anno fa, ma Il focus è sulle nostre prestazioni. Noi vogliamo rendere i tifosi orgogliosi". Battere gli inglese appare proibitivo:per i sudditi di Sua maestà nove vittorie su dieci negli ultimi due anni, con la sola sconfitta nell'ultima ininfluente giornata del 2017 in casa dell'Irlanda. L'Inghilterra si presenta ai blocchi di partenza del Sei Nazioni con tutte le carte in regola per puntare al tris: un'impresa che non si registra dalla serie 1986-88 della Francia (che però vinse due delle tre edizioni pari merito prima con Scozia e poi con Irlanda). In ogni caso l'Inghilterra in questo momento è una delle squadre che sta pagando un conto più salato in termine di infortuni specialmente in terza linea, dove senza Billy Vunipola, Nathan Hughes e Tom Curry, con James Haskell che salterà le prime due per squalifica; in ogni caso il cittì Jones ha recuperato Chris Robshaw e rilancia il centro Ben Te’o, assente dalla nazionale da un anno, il quale ha trascorso sei settimane a Brisbane, in Australia, per farsi trovare pronto dopo l'infortunio alla caviglia. Ci tiene da matti a giocare. Gli inglesi il rugby ce l'hanno nel sangue.

TENNIS - Coppa Davis, Giappone-Italia 1-1: Harakiri Seppi, Fognini salva gli azzurri.

Dieci set giocati, ossia due singolari entrambi al quinto set per quasi otto ore di tennis: chi se l'aspettava? La prima giornata del primo turno di Coppa Davis, sul cemento indoor di Morioka, vede gli azzurri di Capitan Barazzutti sull'1-1 contro i giapponesi (orfani del quotato Nishikori) in virtù del successo di Fabio Fognini, n.22 del mondo, contro il n.100 Daniel e della sconfitta di Andreas Seppi (78) contro Sugita (41). Ma andiamo per ordine. Nella notte italiana (ore 4) era Fognini ad aprire le danze. Un tranquillo 6/4 in suo favore prima di cedere il secondo 3/6, poi però nel terzo il ligure saliva 4-2. Si può stare tranquilli con Fognini? Macchè. L'azzurro spariva dal match e si faceva recuperare e sorpassare da un Daniel comunque bravo a credere nelle sue chances di vittoria. Sotto di due set ad uno, però, Fognini (come contro l'argentino Pella l'anno scorso) capiva che era meglio portare a casa il match senza strafare e lasciava la miseria di cinque giochi al suo avversario, lentamente spentosi con il dilungarsi della partita. "Ho giocato male lo so", ha onestamente confessato Fognini a fine incontro, "il servizio ha funzionato poco (12 doppi falli,ndr) ma vincere anche quando i colpi non entrano è buon segno. Era importante andare sull'1-0 anche per dare tranquilità a Seppi". Già, Seppi. Forse è entrato in campo troppo tranquillo, troppo sicuro di sè. Il suo match contro Sugita è stato ancor più altalentante rispetto a quello di Fognini. Primo set: il bolzanino, molto solido all'inizio, si è trovato 4-2 ma nel settimo gioco, un doppio fallo (saranno 10 in tutto) e un rovescio diagonale in corridoio segnavano il controbreak al nipponico. Quest'ultimo però cedeva il servizio nel decimo game causa pacchiani errori da fondo campo, e così Seppi portava a casa il primo set 6/4. Nel secondo però il giappponese saliva di livello breakkando Seppi al terzo game: 3-1 prima, 4-2 poi, ma Seppi non capitalizza una delle tre palle break, e così da un set che si stava per riaprire per l'azzurro si passava al 6/2 per Sugita. Nella terza frazione ancora Seppi sciupava tre palle del 3-1 subendo due break e permettendo al nipponico di chiudere 6/4 con un facile dritto a seguito di pallacorta telefonata dell'azzurro. Sotto due set a uno, come Fognini, si sperava in un ribaltamento della contesa. E parzialmente c'è stato perchè Seppi ha tenuto tutti i servizi nel quarto set ed ha approfittato di due errori fatali a Sugita per pareggiare il conto dei set. Però in apertura di quinto e decisivo set, l'italiano ha perso subito la battuta e il giapponese si è trovato 4-2 con due palle del 5-2. Sembrava finita per Seppi ma non lo era perchè il bolzanino si issava 4 pari e, sul 6-5 servizio Sugita, aveva anche un match point, maldestramente sciupato con un dritto seppellito in rete. Si arrivava quindi al tie-break finale, risolutivo, e qui veniva fuori tutta la stanchezza di un Seppi che ha inseguito sempre il suo avversario. Il rovescio fuori di due metri dell'azzurro dava il punto dell'1-1 al Giappone. E domani, cioè alle 5 ore italiane, il doppio. Non c'è da scherzare ma l'interrogativo è d'obbligo: dobbiamo aver paura di Ben Mclachlan, specialista del doppio, numero 36 nella classifica Atp di specialità, neozelandese naturalizzato giapponese, semifinalista agli Australian Open? Un po' di timore lo incute ma non perchè sia Federer, piuttosto perchè Fognini ha accusato dolori alla spalla, Bolelli ancora non è in gran forma, Seppi e Lorenzi giocano il doppio spesso nei tornei ma non hanno grossi risultati. A Barazzutti quindi l'onere della scelta del miglior doppio da opporre ai giapponesi. Sarà dura. Ma si può fare. Si deve fare.

giovedì 1 febbraio 2018

TENNIS - Da stanotte Coppa Davis Giappone-Italia: Fognini e Seppi, niente scherzi...

Ci siamo. Stanotte alle 4 ore italiane (diretta tv in chiaro su Supertennis) gli azzurri di Coppa Davis affrontano in trasferta il Giappone orfano di Nishikori (ex n.4 del mondo rientrato la scorsa settimana nel circuito) ed è una ghiotta occasione per evitare, anche quest'anno, i play-off della retrocessione. Sul cemento della Morioka Takaya Arena di Morioka, capitale della prefettura di Iwate, i primi a scendere in campo saranno Fabio Fognini, n. 22 del mondo e reduce dagli ottavi agli Australian Open e semifinale di Sydney, e Taro Daniel, n.100; a seguire toccherà ad Andreas Seppi, 78, contro Yuichi Sugita, 41, ed è forse questo, almeno sulla carta, il match di singolare più insidioso per gli italiani. Sabato poi il doppio con la coppia nipponica Mclachan/Uchiyama opposta a quella azzurra Simone Bolelli/Paolo Lorenzi, coppia annunciata da Barazzutti ma che potrebbe essere cambiata se Fognini dovesse fare suo in fretta il primo singolare d'apertura della contesa (Fognini e Bolelli insieme hanno vinto gli Australian Open nel 2015). Domenica infine la sfida tra i numeri uno dei team, Sugita e Fognini, e in chiusura il match tra i numeri due Daniel e Seppi. Per gli azzurri è sempre meglio arrivare al quinto incontro con tre punti già all'attivo, cioè col passaggio del turno già ottenuto, per evitare un inutile e dannoso cardiopalma. I precedenti dicono 2-0 per l'Italia ma stiamo parlando di 84 (1930) e 86 (1932) anni fa.