WRITING

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A cura di ANDREA CURTI

lunedì 29 gennaio 2018

TEATRO - Dal 2 al 26 febbraio apre Eliseo Off a Roma: "Ti porto con me", la banalità del male.

"Ti porto con me", novità assoluta di Arianna Mattioli con Lucia Lavia, Giulia Galiani e Giovanna Giuda dirette da Lorenzo Lavia apre il 2 febbraio la stagione 2018 di Eliseo Off, rassegna che esplora il teatro d’autore contemporaneo nel foyer di II° balconata al Teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma (dal 2 al 26 febbraio prossimi, atto unico 150 minuti, prezzo 7 euro).
Maria e Anna sono due donne differenti sebbene si presentino con lo stesso vestito. Dividono un letto, una stanza, la loro esistenza l’una con l’altra. Non si sono scelte, qualcuno lo ha fatto per loro. Entrambe hanno commesso delle atrocità con volontà o meno ma senza coscienza. Entrambe scontano nel limbo di un luogo grigio una pena lunga quanto le giornate che le dividono dall’uscita o dalla morte. Grigio il loro letto, il loro abito, il loro sguardo. Vivono l’oblio di un’esistenza dolorosa e faticosa; nelle loro giornate sempre uguali, combattono contro i ricordi di quella che era la loro vita prima che si conoscessero.
Pensano, parlano, cercano, litigano, soffrono e amano.
Tutto questo ciclicamente, sotto lo sguardo vigile e attento di un personaggio che si presenta come volatile, immaginifico, come un’anima nera proiettata (dalle loro teste o da quelle del pubblico?) nell’aria rarefatta di quella stanza senz’aria.

domenica 28 gennaio 2018

TENNIS - Finale degli Australian Open: Federer fa 20!

E Venti! Roger Federer entra ancor di più nella storia del tennis vincendo il ventesimo Slam della sua brillantissima carriera battendo in cinque set, nella finale degli Australian Open, il pur bravo croato Cilic (alla sua terza finale Slam), l'unico ad aver tolto due set allo svizzero dall'inizio del torneo australiano. Il successo di King Roger, che comunque poteva chiudere prima la contesa, è frutto di una maturità tennistica che solo pochi, a 36 anni suonati e con diversi crac alle spalle, possono avere: va bene la classe, i meravigliosi fondamentali dello svizzero, ma Federer non è più l'attaccante arrembante di una volta, accetta molto lo scambio da fondo forse per risparmiare energie preziose specie nei match che durano tre su cinque. Certo, quello che è accaduto nel quarto set è fuori dal normale, nel senso che non capita tutti i giorni di vedere Federer perdere cinque games di fila (che potevano essere sei!) sul 3-1 e servizio in suo favore e avanti due set ad uno; il passaggio a vuoto dello svizzero dalla metà del quarto set è durato parecchio, complice però anche un Cilic sontuoso nella tattica e nelle idee di gioco, pronto a rischiare su ogni palla. Poi però nel quinto e decisivo set, quando si è ripresentata la stessa situazione di vantaggio, il servizio di Federer ha funzionato assai meglio mentre Cilic (salito comunque al numero 3 della classifica ATP) pian piano si è spento come una candela consumata dal calore del gioco dello svizzero, il vero mattatore non solo del torneo australiano (peraltro bissata la vittoria dello scorso anno) ma a questo punto del tennis mondiale.

giovedì 25 gennaio 2018

TEATRO - Al Piccolo Eliseo dal 29 gennaio al 23 aprile 2018: "Cultural Combat", incontri-scontri su temi culturali.

A Londra li chiamano “cultural combat events”, incontri-scontri su temi culturali organizzati dall’associazione Intelligence Squared che spaziano tra accoppiate quali Grecia contro Roma, Jane Austen contro Emily Brontë, Shakespeare contro Milton, Vermeer contro Rembrandt, Fleming contro Le Carré o Verdi contro Wagner.
Il ciclo realizzato dal poeta, saggista, docente di letteratura francese e, per l’occasione, conduttore Valerio Magrelli, in collaborazione con La Cometa dell’Arte, al Piccolo Eliseo di Roma (dal 29 gennaio al 23 aprile prossimi, gratuito fino ad esaurimento posti) ha raccolto l’idea e propone al pubblico del Piccolo Eliseo un ciclo di sei appuntamenti, incontri-scontri tra alcuni dei maggiori autori dell’Ottocento e Novecento. Le coppie scelte nel programma si confrontano e affrontano tra le pagine delle loro opere sotto la sapiente e curiosa attività indagatrice di Magrelli, che mostra come esse si divisero su alcuni punti cruciali, utili per comprendere le peculiarità dei protagonisti e attraversare le pagine delle loro opere con un’ottica diversa. Un’occasione ghiotta per aiutarci a riflettere sul senso stesso della letteratura. Sei appuntamenti per comprendere e conoscere grandi scrittrici e scrittori.
La formula – spiega Magrelli – mi è stata segnalata da Caterina Boratto, e sono stato ben lieto di accoglierla, spogliandola però dell’impianto teatrale (con attori che interpretano autori, avvocati e giudici). Ho pensato a molti esempi in campo musicale, letterario o artistico. Solo per attenerci a quest’ultimo ambito, basti ricordare quanto Poussin odiasse Caravaggio. Facile immaginare perché: mentre le composizioni del francese cercavano il decoro, l’italiano, al contrario, “si lasciava trascinare dal vero naturale così come gli appariva” (André Félibien). Insomma, i due artisti erano ai poli opposti, tanto che il primo giunge a affermare che l’altro “era venuto al mondo per distruggere la Pittura”. Forse nessuna fra le coppie scelte nel nostro ciclo arrivò mai a tanto. Ma resta il fatto che esse si divisero su alcuni punti cruciali, utili per comprendere le posizioni dei protagonisti e soprattutto aiutarci a riflettere sul senso stesso della letteratura.
Valerio Magrelli sarà affiancato da voci narranti.
Di seguito il programma. 
Lunedì 29 gennaio
VIRGINIA WOOLF - JAMES JOYCE
Due mondi incomunicabili
Nati e morti lo stesso anno (1882-1941), i due scrittori attraversarono il modernismo restando sempre distanti fra loro. La Woolf si interrogò a lungo sul valore di Joyce, ora detestandolo, ora ammirandolo. D’altronde, le ragioni erano molte: femminile contro maschile, Londra contro Dublino, élite contro piccola borghesia.
Lunedì 12 febbraio
GIUSEPPE GIOACCHINO BELLI – GARAMOND DE LAMARTINE
Quando il borsino mente
Molti elementi legano Lamartine all’Italia: dal celebre duello del 1826 con il patriota Gabriele Pepe, all’ambientazione del romanzo Graziella (1852). Ma in questo caso la sua opera poetica verrà accostata a quella del contemporaneo Belli, al solo, sfacciato scopo di far risaltare la grandezza dell’autore romano.
Lunedì 26 febbraio
ELSA MORANTE – ANNA MARIA ORTESE
Chi è la più grande del reame?
A differenza di tutti gli altri incontri, quello fra Elsa Morante e Anna Maria Ortese non rivelerà nulla di combattivo, anzi: oltre alla profonda ammirazione della seconda per la prima, sarà infatti possibile scoprire la sotterranea presenza di un’ispirazione condivisa.
Lunedì 12 marzo
LOUIS-FERDINAND CÉLINE – MARCEL PROUST
Affinità tra incompatibili
Grande fu il disprezzo di Céline per il suo connazionale, ed è facile intuirne i motivi nell’opposizione fra piccolo commerciante e alto-borghese, antisemita e ebreo, omofobo e omosessuale. Il nome di Proust, tuttavia, è anche quello dell’unico contemporaneo citato nel Viaggio al termine della notte, tra Plutarco, Montaigne e Rousseau. Come mai?
Lunedì 9 aprile
VLADIMIR NABOKOV – FËDOR DOSTOEVSKIJ
Il gran rifiuto
Pensando al gioco tanto amato dall’autore di Lolita, la sua spietata determinazione nel cercare di distruggere Dostoevskij potrebbe essere definita come una vera e propri manovra scacchistica: “la mossa di Nabokov”. Impresa audace, certo, ma al contempo Mission impossible…
Lunedì 23 aprile
PIER PAOLO PASOLINI – GABRIEL GARCIA MARQUEZ
Oltre la stroncatura 
Pochi conoscono la violenza con cui Pasolini giunse a stroncare il capolavoro di García Márquez. E dato che gli ammiratori dell’uno sono spesso devoti dell’altro, questo doloroso scontro su Cent’anni di solitudine potrà forse produrre risultati interessanti proprio in quanto inattesi.

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma il testo di Lustgarten ancora d'attualità: "Lampedusa", coraggioso viaggio nella migrazione di massa.


“Un’escursione coraggiosa nelle acque oscure della migrazione di massa”, così il quotidiano The Guardian definisce Lampedusa, testo di Anders Lustgarten, novità assoluta per l’Italia al Piccolo Eliseo di Roma dal 31 gennaio al 18 febbraio prossimi (prezzo 20 euro), per la regia di Gianpiero Borgia che dirige per l’occasione Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano. Due monologhi, due storie perfettamente intrecciate, quelle di Stefano, un pescatore siciliano ormai impegnato a recuperare i corpi dei profughi annegati in mare (3500 nel solo 2015) e di Denise, una donna immigrata di seconda generazione - qui una marocchino italiana - che riscuote crediti inevasi per una società di prestiti. Condannata per sempre al ruolo di outsider in Europa, sostiene che i marocchini sono “i primi ad essere partiti e gli ultimi tra gli immigrati ad essere considerati”.
La povertà e la disperazione non sono solo lo scenario del racconto: sono causa generatrice del contrasto sociale dei protagonisti, argomento di fuga per entrambi e insieme condizione per il miglioramento del proprio status attraverso lo sciacallaggio della disperazione altrui. Ossessionati dal denaro che manca, dalle opportunità che non ci sono, dalla politica dei favori, l’uomo si scopre inaridito dall’inerzia con cui porta a termine il suo compito di pescatore di cadaveri, un lavoro più redditizio e continuativo a Lampedusa in questo momento, mentre Denise cerca un riscatto studiando e allontanando da sé il mondo da cui appartiene, le case fetide e impersonali degli immigrati. Lungi dall’essere una litania della disperazione, Lampedusa è sorprendentemente un racconto sulla sopravvivenza della speranza. Quasi inconsciamente, entrambi cercano una redenzione. Stefano fa amicizia con un meccanico del Mali che attende con ansia l’arrivo della moglie, Denise scende a patti con un’annosa frattura nel rapporto con la madre malata e lotta per garantirle una pensione di invalidità da parte dell’INPS e trova la compagnia simpatica e inattesa di una portoghese, madre single piena di debiti. 
Lustgarten traccia paralleli e intrecci invisibili tra le storie di Stefano e Denise.  Entrambi sono persone che si trovano a trattare con un’umanità al limite. Gente con cui non si vuole avere a che fare. Affida ai suoi personaggi una identica visione politica: il parere che l’Europa è “fottuta” per non avere saputo prevedere che guerra e miseria avrebbero prodotto una congestione di traffici umani e non aver regolato per tempo con criteri certi questi flussi inarrestabili ma ancora prima, per non aver saputo attuare vere politiche di inclusione degli immigrati e dei richiedenti asilo.
Non nuovo a trattare di temi politici internazionali (si ricordano i suoi testi sulla strage di Roboski in Kurdistan per mano dei Turchi e il racconto dello Zimbabwe del dittatore Mugabe ancora inediti in Italia), l’autore britannico rivolge la sua attenzione a quei flussi migratori che percepiamo sempre più inarrestabili e che saranno il vero problema delle politiche comunitarie del prossimo decennio. L’Europa che avevamo immaginato senza confini, rivendica adesso la geografia politica dei perimetri nazionali; il metissage multietnico proposto dalla mescolanza delle culture viene allontanato in nome del rispetto della propria etnia e delle proprie tradizioni; i muri che pensavamo di avere abbandonato alla memoria della storia, tornano ad erigersi con prepotenza. Su tutto, domina la paura dell’altro e lo spettro degli attentati nel cuore delle nostre città.
Il punto di Lustgarten è che dietro il disastro sistemico della politica e delle nazioni, ci sono fortunatamente ancora le persone, la gentilezza individuale, la sorpresa dei singoli,  e nell’equilibrio del gioco degli opposti, ricorda qualcosa di Harold Pinter quando  nella sua ultima intervista TV disse: “Io penso che la vita è bella, ma il mondo è un inferno”.
Il personaggio di Stefano cattura tutta la rabbia e il risentimento di un uomo che, anche nei suoi sogni, è ossessionato dalla morte, ma che lotta in qualche modo per non essere sopraffatto dall’abitudine, impara a farci i conti e, infine, è conquistato da un gesto di amicizia. Denise trasmette allo stesso modo l’amarezza di una ferita mai sanata sul contrasto cultura di provenienza/paese di adozione, ma anche la volontà di arrendersi a un atto di amore e carità inaspettato.
In questa piece, Lustgarten non ha spazio per esplorare la questione pratica di come la società europea possa riequilibrare il suo obbligo morale verso i richiedenti asilo con i propri problemi economici e l’incubo delle democrazie ormai al tramonto.
Tuttavia in questo testo coraggioso e audace,  affronta il tema serissimo della migrazione di massa portandolo al suo livello di urgenza e dimostrando che - dietro le statistiche orrende di profughi annegati o le notizie allarmistiche sulla stampa circa i benefici riconosciuti quasi immeritatamente ai profughi - giacciono vite di individui che hanno conosciuto ogni tragedia, prima di rivolgersi al mare per provare ad andare via. E ricominciare a sperare.
Anders Lustgarten è il figlio di importanti accademici inglesi: sua madre è la filosofa Donna Dickenson, una dei maggiori studiosi al mondo di etica medica. Ha studiato cinese ad Oxford, prima di trasferirsi a Berkeley in California per lavorare al suo dottorato di ricerca. Dopo aver completato gli studi, ha ideato corsi accademici per i detenuti nel Regno Unito e negli Stati Uniti e ha insegnato dramma dentro le carceri in entrambi i paesi. Lampedusa è il suo primo testo rappresentato in Italia.

TEATRO - Al Vittoria di Testaccio la commedia di Pierattini: "La cena perfetta", o quasi...


Debutta sul palcoscenico del Teatro Vittoria (Piazza S.Maria Liberatrice 10,  Roma, Testaccio) la divertente commedia di Sergio Pierattini “La cena perfetta”, che tanto successo ha riscosso in tutta Italia, per la regia di Nicola Pistoia e con la partecipazione di Nini Salerno (oltre a Daniela Morozzi, Blas Roca Rey, Ariele Vincenti, Monica Rogledi).
In una banlieue di Parigi, il “Girgenti", piccolo ristorante dalla conduzione scalcinata e familiare, si prepara ad accogliere la quanto mai insperata visita di un ispettore della Guida Michelin. L'esuberante proprietario del locale siciliano, lo chef Salvatore, insieme alla moglie Caterina, alla socia Lucia e al cameriere rumeno Cristian, attendono con ansia l’avvenimento, che amplifica tutti i conflitti di una gestione a dir poco disastrosa. Gli acquisti maniacali e dispendiosi dello chef (uniti alla sua tendenza ad alzare spesso il gomito), i debiti, l’eccentricità del cameriere, l'eccessiva generosità di Salvatore e le continue lamentele della moglie, stanno portando il locale al disastro.
Per questo cresce l'attesa per l’arrivo del critico gastronomico: tutto potrebbe cambiare con l’attribuzione delle famosissime stelle Michelin, a patto però di realizzare una cena perfetta! Ma non tutto andrà come previsto... Biglietti: intero platea 28, intero galleria 22. 

lunedì 22 gennaio 2018

TENNIS - Australian Open, azzurri eliminati agli ottavi di finale: No quarti no party, Fognini e Seppi ko.

No quarti no party; Fognini e Seppi cadono negli ottavi degli Australian Open e perdono la possibilità di entrare nella storia del torneo aussie, dal momento che dal 1991 (Caratti) nessun azzurro è riuscito ad entrare nei primi otto giocatori. Seppi e Fognini avevano giocatori di differenti caratteristiche e potenzialità: il primo ha ceduto in quattro set all'inglese Edmund, che non è un fenomeno ma un buon giocatore da veloce, e tra i due non c'è differenza tanto nel tennis quanto semmai nell'anagrafe e nella conseguente elasticità atletica. Seppi ha pagato la maratona al terzo turno contro Karlovic e alla lunga, dopo aver vinto al tie-break il primo set, ha ceduto gli altri tre set via via scemando e non trovando più la forza per reagire a sufficienza. Fognini invece ha visto poche palle contro un ritrovato Berdych, che lo ha eliminato in tre set secchi. L'azzurro non ha mai dato l'impressione di poter vincere la partita (ha lottato solo nei primi giochi del secondo e terzo set) e questo è un peccato perché avrebbe potuto giocarsi meglio le sue chances di vittoria. Fognini risalirà al numero 22 del mondo, comunque un ottimo avvio di stagione, ma Berdych si è rivelato troppo più forte, ha fatto un partitone il ceco e così sfiderà Sua Maestrà Roger Federer nella parte basse dei quarti di finale di un Australian Open sempre più nel segno dei "vecchietti terribili" Nadal e appunto Federer. Gli altri infatti si sono persi per strada, dalla nouvelle vague del tennis mondiale (i vari Zverev, Kachanov, Thiem, ecc.) ai rientranti Djokovic e Wawrinka, mentre Nishikori e Murray sono ancora out (lo scozzese in campo non prima di giugno prossimo). Comunque, questo è il tabellone dei quarti maschili: lo spagnolo Nadal contro il croato Cilic, bel match; il bulgaro Dimitrov contro l'inglese Edmund, con il primo nettamente favorito; il carneade americano Sandgren contro l'unico next gen sopravvissuto, il coreano Chung. Sandgren è forse la vera sorpresa del torneo: 26 anni di Gallatin, Tennessee, dal nome di un predestinato (Tennys) e dal fisico tozzo (188 cm x 87 kg), numero 97 del mondo, è stato capace di eliminare due top-ten del calibro dello svizzero Wawrinka, n.8, in tre set, e dell'austriaco Thiem, n.5, al quinto set, oltre al francese Chardy (84) e il teutonico mancino Marterer (94). Nessuno avrebbe scommesso un cent su di lui, che frequenta il circuito challenger con alterne fortune e che lo lo scorso anno in Australia aveva perso al primo turno delle qualificazioni, ma ora la vita è girata ed sembra entrato nel gotha del tennis. Chung dal canto suo ha la spensieratezza dei suoi 21 anni e un numero 58 in classifica mondiale che i nostri giovanotti si sognano di notte. Il coreano ha fatto fuori ne torneo i fratelli Zverev, Mischa e Alexander n.4 del mondo, l'altro coetaneo russo Medvedev e il nobile decaduto Djokovic; impressiona dell'asiatico il fatto di aver giocato 6 tie-break tra singolare (4) e doppio (2) e di averli vinti tutti. Forse la concentrazione nei momenti topici dell'incontro è la sua arma in più.

sabato 20 gennaio 2018

TENNIS - Australian Open, dopo 42 anni due italiani negli ottavi: Seppi e Fognini, appuntamento con la storia.

Che le premesse azzurre per questo Australian Open 2018 fossero buone si era intravisto già la settimana scorsa, quando Fognini ha raggiunto la semifinale a Sydney e Seppi si è imposto nel challenger di Canberra. Ma che entrambi approdassero agli ottavi di finale, cosa che non accadeva dai tempi di Panatta e Barazzutti (Parigi 1976, 42 anni fa), non era assai preventivabile. Ma tant’è. Godiamoci il momento. Tra i due, Seppi è forse quello che ha stupito di più perché, rispetto a Fognini, era dato in maggior calo fisico e motivazionale. Il 33enne di Caldara, Bolzano, numero 87 del mondo, ha esordito nel torneo battendo il diciottenne francese Moutet, che lo ha sorpreso solo nel primo set e alla distanza Seppi è venuto fuori con la sua esperienza. Nel secondo turno il bolzanino ha lasciato 8 games al nipponico Nishioka, risultato ottimo in chiave Davis (tra quindici giorni ci sarà Giappone-Italia), e nel terzo turno Seppi ha battagliato quasi 4 ore (9-7 al quinto set) per venire a capo del bombardiere croato Karlovic, uno che spara dai 30 ai 40 aces a partita. Seppi ha mostrato gran cuore e, dopo un passaggio a vuoto comprensibile, è stato sempre presente nel match con una grande concentrazione, forse la sua dote maggiore, oltre a due buoni fondamentali. Ritrovato Seppi, quindi, un bene per il nostro tennis; per l’azzurro ora l’inglese Edmund, numero 50 del mondo, uno specialista del veloce che in casa anglosassone potrebbe non far rimpiangere l’assenza di Murray, capace comunque di eliminare al primo turno il sudafricano Anderson, numero 11 del seeding, rimontando lo svantaggio di due set a uno. E’ un ottavo complicato per Seppi, nell’unico precedente del 2016 sull’indoor di Anversa Edmund si impose in due set, ma l’azzurro è un habitué al Flinders Park di Melbourne, avendo raggiunto gli ottavi per la quarta volta in carriera (2013, 2015, 2017 e 2018). Capitolo Fognini: il ligure, 25 del seeding, si conferma solido e lucido sia nella tattica sia dal punto di vista atletico (bravo Davin), tanto appunto da raggiungere anch’egli gli ottavi di finale per la seconda volta in carriera (la prima nel 2014). Le tre partite vinte da Fognini sono un po’ lo specchio del suo modo di essere e giocare; fatta eccezione al primo turno, quando ha vinto in tre set contro il modesto argentino Zeballos, nel secondo e nel terzo contro il russo Donskoy e il francese quasi ritirato Benneteau (capace di estromettere dal torneo Bimbo Goffin), l’azzurro è partito male perdendo il primo set e carburando a mo’ di diesel più avanti. Meno male perché al quinto set, contro il transalpino, Fognini ha avuto la forza di spezzare l’equilibrio in campo sul 2 pari e di non perdere le staffe nonostante qualche immancabile battibecco col giudice di sedia. Battibecco comprensibile solo a chi non ha mai giocato a tennis, indipendentemente dal livello raggiunto. Per entrare nei migliori otto dello Slam australiano, Fognini dovrà affrontare il redivivo ceco Berdych, numero 19 del mondo e negli ultimi anni un po' in discesa forse per l'età (32 anni), ma comunque capace di tritare il forte argentino Del Potro, segno di una ritrovata forma e per questo match assai insidioso. I precedenti diretti dicono 2-2 ma si tratta di 3 partite su 4 sulla terra rossa, superficie più congeniale a Fognini (infatti 2-1). In ogni caso sia Seppi che Fognini hanno la grande chance di diventare il quarto azzurro di sempre a centrare i quarti all’Open di Australia dopo De Stefani nel 1935, Pietrangeli nel 1957 e Caratti nel 1991. Un appuntamento con la storia da non perdere.

giovedì 18 gennaio 2018

TEATRO - Al Vittoria di Roma a Testaccio il 29 e 30 gennaio: "Trump Blues - L’età del caos”, i Rampini all'attacco.

Il 29 e 30 gennaio prossimi alle ore 21  il Teatro Vittoria di Roma (Piazza S.Maria Liberatrice 10,  Roma  - Testaccio) presenta “Trump Blues - L’età del caos”, di e con Federico e Jacopo Rampini (Biglietti: intero platea 31, intero galleria 25).

Avremo quattro anni della presidenza più spettacolare della storia, al confronto impallidiranno i ricordi di Obama, Reagan, Kennedy. E' il soggetto ideale per uno spettacolo di "giornalismo teatrale", che raccontando le gesta di The Donald offra agli spettatori un viaggio nei nuovi populismi, le loro cause, le loro conseguenze. Uno schema a quadri, accompagnato dai musicisti Valentino Corvino e Roberta Giallo, e la colonna sonora la darebbero Bob Dylan i Rolling Stones: sia perché li ha usati ampiamente Trump nei suoi comizi, sia perché i loro testi sono "cattivi", aggressivi, provocatori. Di seguito una breve traccia.
1. Storia e ritratto di un affarista controverso, bancarottiere seriale, molestatore di Miss Universo, inventore di un reality-tv di successo, fino alla sua improbabile ascesa alla Casa Bianca. Come l'establishment lo sbeffeggiò fino all'ultimo, quali e quante enormità riuscì a fare in campagna elettorale, risollevandosi sempre. (La cronaca mi offrirà spunti di aggiornamento continui una volta che lui avrà cominciato a governare, ne sono certo). 
2. L'America che lo ha votato, dopo avere eletto due volte Obama, è un'"altra" nazione? irriconoscibile, deformata, impazzita? O invece le cause del disagio sociale erano già ben visibili prima, e lui le ha intercettate sconvolgendo tutte le regole del politically correct? 
3. Cosa c'è di "rivoluzionario" nel linguaggio di Trump, e perché ha saputo dire anche delle verità scomode sull'immigrazione, la globalizzazione. 
4. L'Età del Caos. Prima e dopo Trump, dalla vecchia Europa erano nati i movimenti populisti e il fascino crescente dell'Uomo Forte: Putin, Erdogan, Xi Jinping. Dopo Brexit in Europa avremo anche le elezioni in Francia (maggio 2017), Germania (autunno): aggiornamenti continui e variazioni sul tema. 
5. Le promesse tradite dalla globalizzazione. Doveva renderci tutti più ricchi, almeno nei proclami del pensiero unico neoliberista. Come e perché si è trasformata in un livellatore delle diseguaglianze Nord-Sud (india) ma al tempo stesso in una feroce macchina di impoverimento dei lavoratori e del ceto medio dentro le nostre società occidentali. 
6. La società multietnica e le sue fragilità. New York e la California come modelli positivi: non hanno guarito però la paura dell'America profonda. L'Europa e la sfida dell'immigrazione islamica. Perché l'ondata di arrivi dal Nord Africa e dal Medio Oriente pone problemi diversi rispetto a immigrazioni precedenti. 

7. Guarire la democrazia, o cedere alle tentazioni autoritarie? Gli anni Trenta ci hanno insegnato qualcosa?

TEATRO - Per Eliseo Cultura il 23 gennaio e il 6 febbraio prossimi: Wagner e "L’anello dei Nibelunghi".

Titolare della cattedra di Estetica alla Facoltà di Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, allievo prediletto di Emilio Garroni, Giuseppe Di Giacomo è uno dei maggiori interpreti del Novecento, capace di spaziare dall’arte al teatro, dalla filosofia alla musica. Punto di riferimento per gli incontri dedicati all’arte, vista come spunto per affrontare il mondo culturale nel suo complesso, Di Giacomo quest’anno affronterà il 23 gennaio e il 6 febbraio al Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma (ore 17, ingresso libero fino ad esaurimento posti) un percorso musicale su Wagner avvalendosi della collaborazione del direttore d’orchestra Aurelio Canonici, del docente di Musicologia e Storia della Musica Antonio Rostagno, del docente di Estetica Salvatore Tedesco, del presidente della Società Italiana d'Estetica Elio Franzini e del critico e musicologo Quirino Principe. L’anello dei Nibelunghi meglio conosciuto come Tetralogia di Richard Wagner, è un insieme di quattro drammi musicali. Wagner impiegò un quarto di secolo per realizzare quest’opera, tra il 1848 ed il 1874, un periodo così lungo da determinare influenze culturali e differenze di stile talmente evidenti da palesarsi nel quadro complessivo della tetralogia. Si tratta una enorme veduta artistica dell’iniziare e del finire del mondo, un toccante squarcio sulla rovina di una umanità. Wagner assegna alla Tetralogia, opera monumentale straordinariamente complessa, un significato storico universale: il ritorno a un passato mitico gli appare come l’anticipazione di un futuro utopico. Fin dall’inizio dell’Anello, gli dèi sono dèi in declino. Alla fine il mondo degli dèi, rappresentato dal Walhalla, crolla, ma gli uomini sopravvivono alla catastrofe e in loro l’emozione suscitata dal declino di un mondo antico è, nello stesso tempo, la presa di coscienza della nascita di un mondo nuovo. Questo significa che, dopo gli dèi, sopraggiunge l’umanità, l’umanità in generale che - priva di ogni certezza trascendente - deve prepararsi a prendere nelle sue mani il proprio destino.  

mercoledì 17 gennaio 2018

TEATRO - Per Eliseo Cultura il 24 gennaio prossimo: “La questione del negazionismo: dalla Shoah al web”.

Al Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma, mercoledì 24 gennaio alle ore 20 (ingresso libro, prenotazioni cultura@teatroeliseo.com) , Eliseo Cultura propone “La questione del negazionismo: dalla Shoah al web”. Il negazionismo è purtroppo sempre di attualità. Non solo quello della Shoah - magistralmente raccontato nel film Denial - ma anche il negazionismo  “di Stato” e ancor più insidioso, il nuovo negazionismo via Internet e, più in generale, le fake news. Subdolo e di facile presa su un pubblico suggestionabile e credulone, il negazionismo è una delle tante facce della teoria dei complotti che alimenta razzismi, pregiudizi e integralismi. L’evento è organizzato da BrainCircleItalia in collaborazione con Fondazione Spitzer ASI e Cinema Lux nell’ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria

domenica 14 gennaio 2018

TENNIS - Altri tre azzurri qualificati agli Australian Open: Caruso, Sonego e Berrettini, è vostro il futuro?

Piccoli azzurri crescono. Dall'Australia giungono notizie confortanti per il tennis azzurro maschile che piazza altri tre elementi nel tabellone principale degli Australian Open capaci di superare la giungla impervia delle qualificazioni e di incrementare la presenza azzurra (9, 7 uomini e 2 donne). Lorenzo Sonego, Salvatore Caruso e Matteo Berrettini hanno centrato l'obiettivo con alterne fortune. Il primo, 22enne di Torino e n.214 del mondo, ha eliminato uno degli idoli di casa, il gigante australiano Tomic, n. 143 del mondo (con un passato da numero 17 del mondo due anni fa) e 29 delle qualificazioni, per 6/1 6/7 6/4, concludendo una cavalcata trionfale che lo ha visto sconfiggere all'esordio il brasiliano Monteiro (12 delle quali) 7/5 6/3 e al secondo turno l'egiziano Safwat. Bravo anche il 25enne siciliano di Avola Caruso, n. 26 dell'Atp, che ha battagliato tre set con il francese Bourgue (n.161) prima di venirne a capo con lo score di 3/6 7/6 6/4. In precedenza l'italiano aveva sconfitto al primo turno il turco Ilkel 6/2 6/4 e poi lo slovacco Gombos 3/6 6/3 6/3. Sfortunato nel match (perso con due match point non capitalizzati) e fortunato nella sostanza (ripescato come lucky loser) il 21enne romano Matteo Berrettini, n. 127 del ranking, che ha perso 4/6 6/3 7/5 con lo statunitense Kudla (176) facendosi rimontare da 5-3 in suo favore nel terzo set. Ma è appunto una sconfitta dolce. Invece è andata male, nel femminile, alla rientrante Sara Errani, sconfitta seccamente (6/4 6/1) all'ultimo turno delle qualificazioni dalla thailandese Kumkun. Comunque il torneo al Flinders Park di Melbourne parte stanotte (ore 1 italiana, 11 australiana). Sulla Rod Laver Arena scenderà subito in campo Francesca Schiavone contro la vincente dello scorso Roland Garros, la lettone Ostapenko, numero 7 del seeding, in un match che pare chiuso per la 37enne milanese, ma nel tennis mai dire mai. Secondo match sul campo 20 è quello tra il bolzanino Seppi, reduce dal successo nel challenger di Camberra, e il 18enne francese Moutet, entrato in tabellone con una wild-card per gli accordi tra la federazione francese e australiana che si scambiano un invito ai rispettivi tornei dello Slam. Sul piatto della bilancia l'esperienza dell'azzurro e la freschezza atletica del francese, importante quando si tratta di partite al meglio dei cinque set. Il terzo match sul campo 15 vedrà opposti Paolo Lorenzi, n. 45, e il bosniaco Dzumhur, n. 30; lo stato di forma inciderà parecchio, con il romano-senese favorito da questo punto di vista, mentre la classifica dice Dzumhur, n. 28 del seeding. Sul campo 14, quarto match, invece l'esordio di Caruso che ha pescato il tunisino Jaziri, n. 97 del mondo, giocatore discontinuo di non grandi potenzialità, per questo la sorpresa ci può scappare, specie se il siciliano continuerà a volare sulle ali dell'entusiasmo. Quanto agli altri azzurri, che giocheranno martedì, il giovane ripescato Berrettini se la vedrà col mancino francese Mannarino, brutto cliente, 28 del ranking e 26 del seeding (match pare chiuso, salvo sorprese); ancora più problematica pare l'impresa del pugliese Fabbiano contro il 4 del mondo, il giovane tedesco Zverev, vincitore al Foro Italico lo scorso anno. L'altro qualificato, il piemontese Sonego, è opposto all'olandese Haase, 43, uno da serve and volley che si esprime bene sulle superfici veloci; vale il discorso per Caruso, l'entusiasmo può far portare a casa il risultato. Non c'è dubbio che le speranze azzurre sono tutte riposte in Fognini e Giorgi. Il ligure, testa di serie n. 25 reduce dalla semifinale (scioccamente persa) di Sydney, affronta il mancino l'argentino Zeballos, 66, sempre battuto peraltro sul cemento, nel 3° match sul campo 7; Camila Giorgi, invece, brillante semifinalista sempre a Sydney (partendo dalle qualificazioni, ha vinto sei partite di fila), farà il suo esordio contro la russa Anna Kalinskaya, 19 anni, numero 152 Wta, proveniente dalle qualificazioni quindi ben rodata. Per entrambi, Fognini e Giorgi, non perdere la concentrazione è fondamentale, per loro che hanno frequenti cali durante una partita.

giovedì 11 gennaio 2018

INIZIATIVE - Al Carnevale di Fano un carro dedicato ai Parchi Costa.

Squadra che vince non si cambia: per il quarto anno consecutivo si rinnova la collaborazione fra Ente Carnevalesca Fano con Acquario di Cattolica, Oltremare, Aquafan e Italia in Miniatura: i parchi tematici più importanti della costa romagnola, sfileranno nelle tre domeniche del Carnevale di Fano, 28 gennaio, 4 e 11 febbraio rappresentati da un carro allegorico e una mascherata a tema.
Il carro allegorico dedicato ai Parchi Costa Edutainment, realizzato dall’Associazione Carristi Fanesi, rappresenta così i quattro parchi: Italia in Miniatura è suggerita da palazzi veneziani e dal campanile di San Marco, per Aquafan c’è un bambino che si diverte su un acquascivolo, pesci colorati richiamano l’Acquario di Cattolica mentre il delfino che salta sulle onde è Ulisse, il più famoso tursiope della Laguna di Oltremare. Dal carro allegorico a tema in sfilata pioveranno dolcezze, come caramelle e sotto forma di coupon, sconti e omaggi per l’ingresso ai parchi. A chi partecipa al Carnevale, infatti il Gruppo CE mette a disposizione 20.000 coupon per l’ingresso gratuito ai bambini in uno dei quattro parchi a scelta (promozione valida per ogni bimbo fino a 140 cm di altezza, se accompagnato da due adulti paganti tariffa intera, per la stagione 2018). I coupon saranno distribuiti dai figuranti in maschera, nelle tre giornate. Regali anche per chi sottoscrive la tessera Ente Carnevalesca 2018: il detentore della tessera che desidera visitare i parchi entra gratis, se accompagnato da un altro adulto pagante biglietto intero. Dulcis in fundo, 15 biglietti omaggio verranno messi in palio per il vincitore del contest per il miglior parco tribune mascherato.  
Siamo felici di rinnovare per il quarto anno consecutivo la collaborazione con il prestigioso Ente Carnevalesca di Fano, che come noi, si rivolge in gran parte a famiglie e bambini - dichiara Patrizia Leardini, direttore Costa Edutainment Polo Adriatico - A chi partecipa al Carnevale offriamo promozioni e coupon per visitare i bellissimi parchi del gruppo dalla riapertura 2018”.
Rispettivamente, Italia in Miniatura riaprirà il 17 marzo, il 24 marzo sarà la volta di Acquario di Cattolica e Oltremare di Riccione e il 1° giugno finalmente riaprirà anche Aquafan”.

TENNIS - Sorteggiati i tabelloni degli Australian Open: Chi riuscirà a spezzare l'incantesimo Federer-Nadal?

Quello che si chiedono un po' tutti è che, vista l'assenza di Murray per l'operazione all'anca e il ritorno alle gare dopo parecchi mesi di Djokovic e Wawrinka, questo Australian Open che parte lunedì non sia ancora l'eterna sfida Nadal contro Federer, i vecchietti del circuito che, tra un acciacco, si trovano agli antipodi del tabellone, essendo rispettivamente 1 e 2 del seeding. Nadal esordirà contro il brutto a vedersi Estrella Burgos, 37enne dominicano da non sottovalutare, e lo spagnolo ha nella sua parte Dimitrov, Cilic, Sock e quel pazzarello di Kyrgyos, idolo di casa. Federer invece se la vedrà contro lo sloveno Bedene, n.49, un primo turno non facilissimo, benchè Federer sia Federer. Dalla parte dello svizzero i next gen Thiem e Zverev, il piccolo ma fastidioso Goffin e i due redivivi Djokovic e Wawrinka, il primo contro il mancino americano di colore Donald Young, il secondo contro l'ex speranza Berankis. E gli azzurri? In attesa che qualcuno esca dalla giungla delle qualificazioni, i tornei di preparazione all'Australian Open stanno dando buone soddisfazioni. A Sydney Fognini e la Giorgi sono in semifinale e Lorenzi si è fermato ai quarti, mentre anche Seppi, nel challenger di Camberra, è tra i primi quattro. Segnali incoraggianti e, tutto sommato, buoni sorteggi per gli azzurri al via al primo Grande Slam della stagione. Lorenzi, nella parte alta del tabellone, ha pescato il bosniaco Dzumhur, 30a testa di serie, ma non in forma. Seppi se la vedrà con la wild-card francese Moutet, 18 anni e già numero 155 del mondo (conterà l'esperienza e la forma fisica per affrontare tre set su cinque con molto caldo). Fognini, 25 del tabellone, affronta l'argentino Zeballos, 66, e parte con i favori del pronostico, anche se con il ligure non si può mai star tranquilli. E' andata male solo a Thomas Fabbiano, salito al numero 72 del mondo e rivelazione azzurra dell'ultimo anno; per il 28enne pugliese c'è il campioncino Zverev, 4 del torneo e ultimo vincitore del Foro Italico. Per quanto concerne le ragazze, la Giorgi aspetta una qualificata mentre Nostra Signora Francesca Schiavone, alla 17ma partecipazione agli Australian Open (69a volta in un Major) proverà a 37 anni ad opporsi alla lettone Jelena Ostapenko, 20anni, numero 7 Wta e settima testa di serie, in una sfida tra regine del Roland Garros (Schiavone nel 2010, Ostapenko 2017).

martedì 9 gennaio 2018

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma fino al 28 gennaio, torna la Carrozzeria Orfeo: "Cous Cous Klan", cercasi equilibrio sociale.

Dopo il grande successo con gli spettacoli Thanks for Vaselina e Animali da bar, il collettivo Carrozzeria Orfeo presenta il nuovo spettacolo Cous Cous Klan, in scena sul palcoscenico del Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma da domani, 10 gennaio, sino a domenica 28 (atto unico due ore, prezzo 20 euro).
In tutto il mondo l’acqua è stata privatizzata. Ormai da dieci anni, fiumi, laghi e sorgenti sono sorvegliati dalle guardie armate del governo, che non permettono a nessuno di avvicinarsi alle fonti idriche. 
Il divario tra ricchi e poveri è allarmante e mentre i primi vivono all’interno delle cosiddette recinzioni, ovvero città recintate da filo spinato e sorvegliate da telecamere di sicurezza, i secondi tentano di sopravvivere al di fuori di esse lottando ogni giorno contro la mancanza di cibo e di acqua.
In un parcheggio abbandonato e degradato dietro ad un cimitero periferico, sorge una micro comunità di senzatetto, all’interno della quale sono parcheggiate due roulotte fatiscenti. Nella prima ci vivono tre fratelli: Caio, ex prete nichilista e depresso (al secolo Massimiliano Setti), Achille (Alessandro Tedeschi), sordomuto e irrequieto, e Olga (Beatrice Schiros), la sorella maggiore, obesa e con un occhio solo. Nell’altra roulotte ci vive Mezzaluna (Pier Luigi Pasino), il precario compagno di Olga, un musulmano, immigrato in Italia ormai da dieci anni, che per sopravvivere seppellisce rifiuti tossici per un’associazione criminale di giorno e lavora come ambulante di notte. Presto alla comunità, già logorata da continui conflitti razziali ed interpersonali per la sopravvivenza, si aggiungerà Aldo (Alessandro Federico), un medio borghese, elegante e maturo, che dopo un grave problema famigliare si è ritrovato a dormire per strada. Ma a sconvolgere il già precario equilibrio di questa comunità sarà Nina (Angela Ciaburri), una ragazza ribelle e indomabile, un’anima sospesa ed imprevedibile, che si rivelerà al tempo stesso, il più grande dei loro problemi e la chiave per il loro riscatto sociale.

RUGBY - Dal 21 al 24 gennaio azzurri in ritiro in vista del Sei Nazioni: Aspettando gli inglesi, tornano Zanni e Allan.

A meno di un mese dall'esordio nel Six Nations 2018 (4 febbraio all'Olimpico di Roma contro l'Inghilterra), il cittì degli azzurri, l'irlandese Conor O'Shea, ha diramato la lista dei 34 convocati per il raduno di Roma che scatterà il prossimo 21 gennaio per terminare il 24 (la lista si ridurrà a 31 elementi prima dell'inizio del Torneo). C'è il ritorno importante di Alessandro Zanni dopo quasi 2 anni di assenza; Zanni, che compirà 34 anni il prossimo 31 gennaio, ha sul groppone l'esperienza di 99 presenze in Nazionale, ultima delle quali il 19 marzo 2016 a Cardiff con il Galles, per poi fermarsi a causa di una serie di infortuni che ne hanno limitato l'utilizzo anche nel suo club di appartenenza, il Benetton Treviso. Tornato a disposizione alla fine di ottobre, Zanni però ha collezionato 5 presenze in Pro 14 (le ultime 4 da titolare) e una in Champions Cup, tutte in seconda linea e non nel suo ruolo abituale di flanker. Forse è proprio questo cambio di ruolo che ha convinto O'Shea a richiamarlo in Nazionale. C'è comunque da segnalare anche la presenza di un esordiente: è il 22enne terza linea Jack Polledri, di padre inglese (Pete giocava con il Bristol) e madre nostrana. Polledri ha giocato con la maglia azzurra dell'Under 20 sia i Mondiali che il Sei Nazioni, escludendo quindi la possibilità di una convocazione per l'Inghilterra, dove comunque milita nelle file del Gloucester alla sua prima stagione in Premiership. Altri ritorni importanti tra i convocati rispetto ai test matches di novembre: all'apertura si rivede Tommaso Allan, reduce dall'infortunio, e poi l'ala Giulio Bisegni, il centro Tommaso Benvenuti, i due flanker Maxime Mbanda e Sebastian Negri e la seconda linea George Biagi. Convocato anche il pilone Nicola Quaglio, che aveva collezionato 2 presenze nel novembre del 2016. Nella lista c'è anche il giovane e baldanzoso Giovanni Licata che, dopo esser stato la nota più interessante delle amichevoli novembrine, ha lasciato il parcheggio delle Zebre per tornare in Eccellenza alle Fiamme Oro capitoline. Altri giovani invitati al raduno, vale a dire Marco Riccioni e Cherif Traoré, piloni della Benetton, mentre sono fuori per infortunio Michele Campagnaro, Angelo Esposito, Ornel Gega e Federico Zani.