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A cura di ANDREA CURTI

giovedì 25 agosto 2016

INIZIATIVE - A "Italia in miniatura" sabato 27 agosto: Toga party "Ave Augustus".

Nella calda serata di sabato 27 agosto, tutti in Toga a Italia in Miniatura: il parco tematico di Rimini si tuffa nella storia dell’Antica Roma con “Ave, Augustus: il Toga party” dedicato a Cesare Augusto, inventore delle vacanze. A partire dalle 19,  ingresso gratuito per tutti i bimbi in toga gratis e adulti “togati” a soli 10 Euro con biglietto valido per ingresso gratuito un secondo giorno a scelta. Per bambini e bambine la possibilità di diventare Artigiani romani e Legionari per un giorno, un’esperienza divertente e istruttiva in collaborazione con la Legio XIII Gemina “Rubico”, gruppo di rievocatori che prende il nome dalla legione con la quale Giulio Cesare, varcò il Rubicone nel 49 a.C. (http://www.legioxiiigemina.it).

Non solo rudi soldati, ma anche “AperiToga”, laboratori per bambini, danze antiche, incontri con curiosi personaggi storici, la novità del combattimento Romani-Celti e la campionessa di face e bodypainting Arianna Barlini a disposizione per truccare gratuitamente i bambini dalle ore 20. 

mercoledì 24 agosto 2016

Calcio a 5 - Terzo successo in amichevole della Nazionale prima di partire per la Colombia: Italia, i Mondiali dietro l'angolo.

La Val di Fiemme risponde presente (oltre 500 spettatori), l'Italia pure. Al palasport di Cavalese, sede della seconda parte del raduno in vista del Mondiale (in Colombia dal 10 settembre al 1° ottobre), la Nazionale offre un'altra prestazione positiva in quello che era il terzo dei sette impegni previsti prima dell'esordio contro il Paraguay, nella notte tra l'11 e il 12 settembre. Stavolta, dopo le due vittorie contro la Slovacchia, ad arrendersi è l'Ungheria, già sconfitta nel playoff per l'accesso al Mondiale: finisce 3-1, con i gol di Gabriel Lima e Sergio Romano nel primo tempo, a cui si aggiunge quello bellissimo (il primo in Nazionale) di Paolo Cesaroni. Nella ripresa, ungheresi a segno con la deviazione sfortunata di Daniel Giasson su angolo di Trencsenyi. Domani si ripete (porte chiuse), mentre il pubblico di Cavalese potrà nuovamente ammirare l'Italia martedì 30 alle 21 contro l'Ucraina. Italia che stasera ha giocato con il lutto al braccio (ed è stato osservato un minuto di raccoglimento prima del match) per commemorare le vittime del terremoto.

Menichelli inizia con il quintetto composto da Mammarella, Giasson, Lima, Cesaroni e Fortino, l'Ungheria risponde con Toth tra i pali, Rabl, Klacsak, Komaromi e Droth. La prima occasione azzurra capita sui piedi di Lima, ma il portiere è attento. Dopo 3 minuti, il c.t. cambia il quartetto. Il vantaggio arriva al 6': palla messa dentro da Crema per Kakà, il pallone viene deviato e il più lesto a raggiungerlo è Romano, che fa 1-0. Un giro di orologio più tardi, altri cambi, con l'inserimento del terzo e ultimo quartetto. Si vede anche l'Ungheria, rendendosi pericolosa con Rabl. Ma l'Italia trova il raddoppio al 12' con un gran bel gol del capitano: Romano calcia di potenza direttamente in porta, Lima – spalle alla porta - devia il pallone con il tacco infilandolo alle spalle del portiere. Poco dopo, bellissima azione: Lima serve Romano, che appoggia per Fortino che lavora di sponda e la dà di nuovo a Romano, ma Toth è attento. Cambia il pivot, ma non la sostanza. Stavolta è Kakà a servire una palla al bacio per Ercolessi, fermato due volte sul più bello.
Nel secondo tempo cambiano i due portieri (Micoli prende il posto di Mammarella, Matkovics quello di Droth). Cambia anche il punteggio, con Cesaroni che realizza il 3-0 con un destro da posizione quasi impossibile. L'Ungheria – che prova a giocare in alcuni tratti con il 5° uomo – si rivede con Rabl, ma la sua conclusione si stampa sulla traversa. A metà tempo arriva il gol dei magiari: palla messa in mezzo da Trencsenyi, deviazione della difesa azzurra (Giasson tocca con il fianco) e Micoli battuto. Poco più tardi l'Italia si salva sulla conclusione di Oreglaki che scheggia il palo. L'Italia si rivede con un'azione personale di Merlim e un sinistro potente di Fortino, ma è Droth a impegnare Micoli, autore di un grande intervento. Finisce 3-1: Menichelli può essere soddisfatto, l'Italia sta crescendo.

lunedì 22 agosto 2016

RUGBY - Il bivio della pallaovale italiana aspettando gli All Blacks e il Six Nations 2016: Mondiali 2023, che opportunità!

Non solo Giochi Olimpici: il 2017 è un anno chiave per lo sport italiano. In settembre a Lima si saprà se Roma 2024 potrà avere vita, sperando di rinverdire i fasti delle Olimpiadi del 1960. Poi in autunno l’International Board di Rugby ufficializzerà il Paese ospitante della decima Coppa del Mondo che si svolgerà nel 2023, un anno prima dei Giochi Olimpici. A tal proposito la Federazione Italiana Rugby ha individuato i dodici impianti validi ad ospitare i quarantotto incontri del Mondiale di Rugby e per i quali la FIR è in attesa di ricevere le manifestazioni d'interesse da parte dei rispettivi Comuni. Roma, la Capitale, con lo Stadio Olimpico e lo Stadio Flaminio (che verrebbe riqualificato così come l’area circostante) è l'unica città con due impianti in lista ma la candidatura italiana coinvolgerà l'intero territorio nazionale, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. "La Rugby World Cup è uno degli eventi sportivi più prestigiosi sulla scena internazionale - ha dichiarato il Presidente Alfredo Gavazzi - e siamo certi che i tempi siano maturi per portare nel nostro Paese questa straordinaria manifestazione. Siamo in attesa di ricevere dal Governo l'impegno a fornire le garanzie economiche richieste e stiamo completando il reperimento delle manifestazioni d'interesse da parte dei Comuni". "Quella italiana - ha proseguito Gavazzi - ha tutte le carte in regola per essere una candidatura forte, il rugby nel nostro Paese continua ad aumentare i propri praticanti (+13,52% nell'ultimo quadriennio, 110.252 tesserati attuali a fronte di una flessione generale degli sportivi in Italia ndr) e l'organizzazione degli eventi internazionali è divenuto uno dei biglietti da visita della nostra Federazione: portare il Mondiale nel nostro Paese sarebbe una straordinaria opportunità per dare nuovo impulso alla crescita del rugby in Italia, generando al tempo stesso un impatto economico importante per l'intero Paese".
Ecco la lista degli impianti identificati dalla FIR per la candidatura alla Rugby World Cup 2023:  
Roma, Stadio Olimpico - capienza 72.698;
Roma, Stadio Flaminio - capienza 30.000 c.a.;
Milano, Stadio "Giuseppe Meazza" - capienza 81.277;
Torino, Stadio Olimpico - capienza 27.958;
Genova, Stadio "Luigi Ferraris" - capienza 36.599;
Firenze, Stadio "Artemio Franchi" - capienza 47.290;
Bologna, Stadio "Renato Dall'Ara" - capienza 38.279;
Udine, Stadio "Friuli" - capienza 25.144;
Padova, Stadio "Euganeo" - capienza 32.420;
Napoli, Stadio "San Paolo" - capienza 60.240;
Bari, Stadio "San Nicola" - capienza 58.248;
Palermo, Stadio "Renzo Barbera" - capienza 37.619.
Intanto molti impegni aspettano la Nazionale del nuovo cittì Conor O’Shea, il primo irlandese alla guida tecnica del quindi azzurro. Prima c’è il trittico di amichevoli per compattare la squadra dopo la tournèe con luci ed ombre in Sudamerica (sconfitti con onore dai Pumas argentini e vittorie soffertissime contro Usa e Canada). Sono oltre ventimila biglietti venduti in meno di due settimane per Italia-Nuova Zelanda del prossimo 12 novembre all’Olimpico di Roma con gli All Blacks campioni del mondo in carica. Il 19 novembre si salirà a Firenze all’Artemio Franchi per affrontare gli Springboks sudafricani mentre a Padova il 26 novembre contro Tonga è d’obbligo la vittoria. E’ chiaro che il Sei Nazioni 2016 sarà un bel banco di prova per verificare la crescita di un gruppo che sta cercando un non facile ricambio generazionale, dopo l’uscita dal campo dei senatori storici. L’Italia debutterà nel Torneo davanti al pubblico di casa domenica 5 febbraio alle ore 15 ospitando il Galles, mentre sei giorni più tardi, sabato 11 febbraio alle 15.25, sarà l’Irlanda a fare visita agli Azzurri. Dopo la trasferta inglese del 26 febbraio, l’Italia tornerà all’Olimpico per la quarta giornata di sabato 11 marzo, ricevendo la Francia nel match che assegna il Trofeo Garibaldi, per poi chiudere il proprio cammino il 18 marzo a Murrayfield contro la Scozia.

INIZIATIVE - A Oltremare di Riccione la nascita di uno squalo: Un piccolo Gattopardo già pronto a cacciare.

A Oltremare di Riccione questo è un anno di nascite. Dopo l’arrivo di due cicognini nella zona del Delta e di un capretto in Fattoria, a Pianeta Mare dopo 9 mesi di gestazione, è nato un piccolo squalo della specie Scyliorhinus stellaris (più comunemente conosciuto come squalo gattopardo). Nelle vasche ‘nursery’ poco distanti la Laguna dei delfini, sono state deposte alcuni mesi fa  delle uova dalla forma particolare, conosciute come ‘borsellino della sirena’. Gli squali gattopardo sono ovipari: curiosamente si riproducono attraverso uova che vengono fissate su rocce o alghe. Altre specie di squalo vengono invece chiamate ovovivipare e vivipare: nel primo caso la schiusa delle uova avviene all'interno della femmina, mentre nel secondo caso i piccoli vengono dati alla luce senza uova. Nel caso del piccolo Gattopardo di Oltremare, l'embrione è cresciuto per nove mesi nelle vasche della baia degli squali in Pianeta Mare, l’area nursery, sotto la cura quotidiana dello staff di acquaristi del parco. Alla schiusa il piccolo misurava già 10 centimetri ed era già pronto a cacciare. Il gattopardo è diffuso nel  Mediterraneo centro-occidentale (mar Egeo, mar Adriatico e dal Tirreno allo Stretto di Gibilterra) nonché nelle acque costiere dell' oceano Atlantico orientale, dalla Guinea fino al Mare del Nord sulle coste scandinave. Abita fondali rocciosi, foreste di alghe e zone coralline, mantenendosi tra 2 e 125 metri di profondità. Il parco Oltremare di Riccione ospita ben 20 esemplari di squalo Gattopardo. Anche quella del gattopardo, come quella di tanti altri tipi di squalo del Mediterraneo (la verdesca, il mako, lo squalo volpe, il gattuccio, il palombo, il notidano, lo squalo grigio) è a rischio estinzione. Solo nel mar Mediterraneo dagli anni '50 ad oggi la presenza di squali, soprattutto delle specie di dimensioni maggiori, ha subito un declino fino al 98%, documentato da diversi studi a livello internazionale. Tra i gruppi di animali presenti sul nostro pianeta, gli squali sono uno di quelli che più sta risentendo delle minacce antropiche e per il quale sono più urgenti interventi di tutela e conservazione. Per questo nel polo Adriatico di Costa Edutainment, in particolare all'Acquario di Cattolica e a Oltremare di Riccione, sono in atto programmi di conservazione e sensibilizzazione come ‘Salva una specie’: obiettivo è il mantenimento in ambiente controllato di diverse specie di questi animali, i quali risultano essere un importante campione per studi a livello scientifico. Per ulteriori informazioni: www.salvaunaspecie.it.

domenica 21 agosto 2016

OLIMPIADI - Giornata conclusiva, argento dal volley e bronzo dalla lotta: Italia nona al mondo. Ma l'atletica azzurra non è competitiva...

Rio de Janeiro spegne il braciere, saluta le Olimpiadi 2016 e passa il testimone a Tokyo 2020, in attesa di sapere (a Lima, settembre 2017) se l'edizione 2024 sarà assegnata a Roma. E l'ultima giornata di gare ha riservato altre medaglie per l'Italia, argento dal volley e bronzo dalla lotta libera, ventotto in tutto, 8 ori, 12 argenti e 8 bronzi, il che permette agli azzurri di essere la nona nazione sportiva al mondo. Per l'Italvolley è stata una delle partite più importanti della sua storia. Ma la maledizione continua perché il Brasile vince (ma non stravince) 3-0 il che vuol dire che per la pallavolo italiana è il terzo argento olimpico dopo il 1996 e 2004. Senza oro. La cronaca. Primo set, tensione da entrambi i sestetti; i missili in battuta di Zaytsev portano gli azzurri sul 4-1 ma il Brasile con un ace di Lipe si porta 6 pari. Schiaccia in diagonale Juantorena, muro vincente di capitan Birarelli e contrattacco ancora de "El hombre" Jyantorena: 9-6 Italia. Poi 10-7, 11-8. I brasiliani si avvicinano 10-11 e il carioca Lucarelli riagguanta il 12 pari, poi sorpasso Brasile e time out richiesto del cittì Blengini. Break dei padroni di casa +4 con l'ace di Souza e errori in ricezione (16-12 e altro time out Blengini). Piccola reazione Italia, 14-16, ma il Brasile allunga 19-14. La carta Antonov giocata in battuta da Blengini porta gli azzurri a -2 (17-19) che diventa -1 (21-22) con l'errore di Wallace. Ma l'Italia subisce un parziale di 3-0 e i carioca hanno tre set point. Al primo Zaytsev sbaglia il servizio forzato e Brasile avanti 1 set a zero (25-22). Inizio di secondo set fotocopia del primo: Italia avanti 4-1 con un ace di Juantorena e pressione dei brasiliani che vanno a -1 (7-8) con un break di + 5. L'Italia però fa testa a testa coi carioca e se un discutibile challenge azzurro fosse accordato, potrebbe andare avanti 22-20. Invece si va sul 24-23, set point Brasile annullato da un palleggio inventato da Giannelli. L'inerzia del match pare possa girare e l'Italia ha due set point a favore grazie ad una diagonale di Juantorena e a una battuta errata del sudamericano Lucarelli. Ma prima il muro azzurro fuori e poi un muro di Wallace su Zaytsev vanificano i vantaggi. Anzi Giannelli sbaglia il servizio e il Brasile, con una battuta velenosa di Souza che induce all'errore la ricezione azzurra, si porta a casa il secondo set. Il terzo set vede i padroni di casa con più fiducia, forti del grande vantaggio accumulato. E il 26-24 sancisce il tribudio del Maracazinho, tra le lacrime inarrestabili di Juantorena: "Abbiamo perso l'occasione della vita, abbiamo voluto essere troppo perfetti e questo ci ha frenati".Non molla invece il martello Zaytsev: "E' diventata una maledizione sul serio ma so che ci proveremo sempre benché certe possibilità non capitano tante volte". Più flemmatico il cittì Blengini: "La delusione per non aver riaperto la partita è il sentimento più percettibile, però pensando al percorso di questi ragazzi non possono non venire i brividi, ragazzi eccezionali". 
Intanto, nella lotta libera categoria 65 kg, il capitano dell'Esercito, l'italo cubano Frank Chamizo, ha portato quel bronzo (5-3 all'americano Molinaro) che mancava da 36 anni, Pollio oro a Mosca 1980. Grande delusione in semifinale quando Chamizo ha ceduto 7-4 all'azero Asgarov (oro a Londra) con un finale di gara contestato, con tanto di richiesta di prova televisiva da parte del team italiano non presa in considerazione (in precedenza Chamizo negli ottavi aveva battuto 3-1 l'armeno Safayran e nei quarti 4-3 il georgiano Iakobishvili ribaltando a fine match uno score di 0-3). "E' una grandissima medaglia ma sono deluso di me stesso, ho lavorato 4 anni per vincere l'oro e non ci sono riuscito. Ero troppo carico e con troppa tensione addosso".
Marco Aurelio Fontana nella mountain bike, dopo aver perso il sellino quando a Londra 2012 era in testa alla gara a poco dall'arrivo, è partito subito fortissimo, cercando di fare selezione immediata. E in un certo senso la sua tattica ha avuto un riscontro in quanto a mano a mano i migliori sono venuti fuori formando un sestetto in fuga con lo slovacco Sagan, Fontana e il favoritissimo svizzero Schurter. I primi due però hanno forato cosicchè a Schurter si attacca l'altro azzurro goriziano Luca Braidot che però cedeva il passo allo spagnolo Coloma (giunto terzo) e al ceco Kulhavy. Kulhavy e Schurter, oro e argento a Londra 2012, vanno presto in fuga mentre Braidot è a 35 secondi dal duo di testa e Fontana disperso nelle retrovie (finirà 20°). Lo svizzero però semina il panico e se ne va prendendo 15 secondi al campione olimpico in carica. Sarà l'ultimo saluto, oro allo svizzero e settimo un buon Braidot.
Tenero infine il pianto delle farfalle azzurre della ginnastica ritmica, beffate nell'ultima esibizione dalle colleghe bulgare per meno di due decimi di punto; sarebbe stato un bel bronzo, meritato. Peccato. Peccato per tutte le dieci medaglie di legno (quarti posti) prese dall'Italia a questi Giochi brasiliani. Peccato per una atletica azzurra completamente allo sbando che non prende neanche un bronzo, e non accadeva da Melbourne 1956. Peccato per un team di calcio che alle Olimpiadi non ci va quasi mai e quando ci va, pare fare un favore. Peccato per la Pellegrini, sempre più griffata che mai, pronta ad entrare nel mondo della moda. Se avesse fatto solo la nuotatrice forse la storia poteva essere diversa. Chissà.

sabato 20 agosto 2016

OLIMPIADI - La pallanuoto ci regala un bel bronzo ma tutti col fiato sospeso: Italvolley per la storia.



Il settimo bronzo e medaglia numero 26 alla causa della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Rio de Janeiro porta la firma del Settebello di pallanuoto dopo una gara (12-10 lo score finale) in estremo equilibro ma sempre in testa contro un coriaceo Montenegro. La squadra di Campagna infatti spinti da Gallo e Nicholas Presciutti hanno chiuso 2-1 il primo quarto, poi si va punto per punto sino alla sirena dell’intervallo (5-4 Italia). Nel terzo tempo l’Italia tenta l’allungo portandosi + 2 ma i montenegrini non mollano, sono sempre in agguato. Lo sprint azzurro (massimo vantaggio +3) nell’ultimo quarto è lanciato dagli scatenati fratelli Presciutti ma gli avversari si portano ad una sola lunghezza di distanza (10-11). Ci pensa così una prodezza del centroboa Aicardi a mettere la medaglia di bronzo sul collo suo e dei suoi compagni. “Per una squadra giovane e destinata a migliorarsi come la nostra è un risultato strepitoso”, ha commentato coach Sandro Campagna, aggiungendo che “si è fatto un torneo splendido, anche la partita al cardiopalma di oggi contro un forte e mai dimesso Montenegro ha dimostrato come i ragazzi abbia avuto una crescita esponenziale nel concetto di squadra”. L’attesa però cresce per la finale di volley maschile contro il Brasile (ore 18.15 italiana); sono passati dodici anni meno otto giorni da quel 29 agosto 2004 in cui l’Italia perse la sue seconda finale olimpica sempre contro i brasiliani. Quella con Montali in panca fu l’ultima finale a livello assoluto giocata dagli azzurri, preceduta dai fasti dell’era Velasco. Ora il sestetto italiano cerca il primo oro olimpico nella sua storia e lo fa contro il loro tabù, contro quel Brasile che gioca in casa col favore dei pronostici (per i carioca è la quarta finale di fila!) e della torcida dei 25.000 del Maracazinho, che faranno di certo un bel baccano. Però le parole di capitan Birarelli sono esplicite: “E’ un grandissimo traguardo essere arrivati sin qui ma non è il traguardo finale, c’è ancora una partita da vincere e daremo di certo tutto per centrare l’oro”. Oro che, oltre ad essere storico per il volley italiano, proietterebbe l’Italia nel medagliere dalla decima piazza all’ottava mondiale. Un lustro nel lustro. L’Italia è con voi, fateci divertire.
L’ultima giornata olimpica, con tanto di cerimonia di chiusura e arrivederci a Tokyo 2020, oltre al volley, ci può riservare la sorpresa di altre medaglie. Le ragazze della ginnastica ritmica sono in finale col quarto punteggio, la Trost nell’alto e la 4x400 femminile potrebbero leggermente rendere meno amaro il completo fallimento della nostra impotente atletica leggera, il montain byker lombardo Marco Aurelio Fontana (campione del mondo 2012 e 2013 e bronzo nel 2015) ha ambizioni da podio mentre ci sono molte attese per il naturalizzato cubano e caporale dell’Esercito Frank Chamizo nella lotta libera, addirittura si parla di gradino più alto del podio. Magari…

venerdì 19 agosto 2016

OLIMPIADI - Pazzesca Italvolley, Setterosa affondata ma d'argento.

Nono oro uguale nono posto in classifica nel testa a testa con Australia (avanti) e Olanda (in parità): questo sancisce l’attuale posizione dell’Italia nel medagliere delle Olimpiadi di Rio 2016. Ma non si hanno più tante possibilità perché mancano due giorni alla chiusura dei Giochi. Due finali su tre sono perdute benché trattasi di altrettanti prestigiosi argenti (11 sinora totalizzati dalla spedizione italiana). Detto della storica finale del beach, il Setterosa di pallanuoto femminile è stato seccamente sconfitto dalle americane per 12-5. Le azzurre sono state in partita sino all’intervallo. Nel primo quarto, al vantaggio yankee della Mathewson rispondeva prontamente Federica Radicchi ma il pareggio era effimero perché le statunitensi si sono portate sul 4-1. Piccolo scatto di italico orgoglio nel secondo quarto, concluso 2-1 e svantaggio portato a meno 2. Il ritorno in vasca però è stato devastante per le nostre giocatrici, costrette a far da comprimarie subendo un altro 4-1 nel terzo e sbagliando pure un rigore. E’ quello forse il segno della resa definitiva, ma una resa con le armi. “Questo argento vale più dell’oro”, ha commentato il cittì Fabio Conti, “è un miracolo sportivo perché c’è la consapevolezza di aver rilanciato definitivamente tutto il movimento. Ci servirà capire quale sarà il prossimo passo da compiere”. E’ un po’ quello che potrebbe passare nella mente di un altro commissario tecnico, quello della pallavolo maschile, Blengini, che con calma e saggezza ha portato l’Italia a giocarsi quel nono oro che manca tanto alla spedizione azzurra. Ma quello con gli Stati Uniti è stata una semifinale pazzesca, emozionante per i nostri azzurri passati dall’inferno al paradiso in poco tempo e conclusasi in un vibrante tie-break. Inizio thrilling per l’Italia che va sotto 5-1 e un macchinoso cambio palla e un contrattacco lento e prevedibile permette agli Usa di volare 14-8, 19-15, 20-16, 21-17. Quando cioè si pensava che gli Stati Uniti potessero portare a casa il set, ecco gli occhi di tigre, il fervore agonistico animare lo spirito del sestetto azzurro. Quattro attacchi su sette portano la firma di Juantorena, l’ace di Zaytsev è quello del meno uno (22-23) e il pareggio del 23-23 è siglato da Lanza. Che viene murato subito dopo ed ecco il primo set point Usa. Di nuovo parità con Zaytsev e miracolo di Lanza sul secondo set point americano, bravo da terra a fare il racchettone e permettere al martello di Zaytsev di sfondare. Complessivamente saranno cinque i set point annullati agli americani e sul primo a disposizione, nato da un tocco maldestro degli avversari non visto dall’arbitro ma dai giudici di linea, la ricezione di Sender è difettosa e consegna un insperato 30-28. Il secondo set è a parti invertite: break Italia importante 17-14 traslato sino al 21-18 e sapore in bocca del 2-0 in termini di set. Invece nisba. Il primo tempo Usa riparte che è una meraviglia, le murate, i pallonetti, le schiacciate e gli ace sul servizio di Superman Anderson (specie sul set point Italia del 25-24) fanno la differenza: 28-26 Brasile e tutto da rifare per i ragazzi di Blengini. Che cedono di schianto il terzo (25-9), probabilmente per aver pagato lo sforzo fisico dei due set tiratissimi. Così si riparte alla caccia del quarto dove regna l’equilibrio tra americani che sentono odore di finale e gli azzurri che non vogliono mollare. Si arriva al break azzurro che rimette le carte in tavola: 25-22 e il gioco continua. Thrilling e adrenalina pura sino alla fine, sino ad un tie-break che decide se andare nel paradiso della finalissima o nel purgatorio della finalina del bronzo. Calato Juantorena, entra in cattedra di nuovo Zaytsev a muro e in battuta e ne scaturisce un 15-9 definitivo. Ora non ci resta che attendere domenica dalle 18.15, sfida per l’oro (alla Russia o al Brasile che hanno battagliato in piena notte italiana). Intanto la pallanuoto maschile (ore 18) si gioca la medaglia di bronzo, la settima sarebbe per l’Italia, contro il Montenegro. Dai ragazzi di Campagnia, che non sono i cugini, ci si attende la 26ma medaglia, la settima di bronzo.  

OLIMPIADI - Beach volley, finale persa dagli azzurri contro i brasiliani: Lupo e Nicolai, argento vivo con spettacolo.



E’ argento vivo, bellissimo e emozionante, un mezzo oro quello proveniente dal beach volley; contro una torcida di 25.000 spettatori sulla spiaggia di Capocabana, vento, pioggia e umidità, Daniele Lupo e Paolo Nicolai hanno lottato col cuore e con la testa sino all’ultimo punto contro i favoritissimi brasiliani Schmidt e Alison Ceruti (argento a Londra 2012 e campioni del mondo), dando tutto quello che avevano, da esempio per quegli atleti, calciatori in testa, che guadagnano mille volte tanto e si comportano da bambini e/o prime donne. Alla fine hanno vinto i brasiliani, ok, ma gli azzurri hanno disputato un match incredibile, mettendo più spesso alle corde gli avversari. I set sono stati un continuo saliscendi di punteggio ed emozioni. Nel primo gli azzurri sono partiti forte (4-1 avanti), poi i brasiliani hanno riacciuffato i nostri con un muro di Alison su Lupo e una piazzata vincente di Schmidt, prendendo il largo 14-11, 15-12, 14-17. Qui scatta di nuovo la reazione del duo italiano che con un break di 5 punti ad 1 si portano sul 19-18 in loro favore. Ha la palla del 20-19 Nicolai, che sarebbe set point, ma la schiacciata dell’abruzzese è clamorosamente sbagliata e ciò permette al muro del massiccio Alison di portare a casa il primo set per 21-19. Il secondo ha rispecchiato l’andamento del primo. Italia avanti 2-0, poi break del Brasile che si porta 3-2, ancora Italia avanti 6-4 (break di 4-1) e vantaggio tenuto sino all’11-8. Poi Schmidt ha preso in mano la squadra carioca mentre Alison continuava a sbagliare le schiacciate specie in diagonale ed ha firmato il sorpasso del 15-14; altro muro di Alison su Lupo e 16-14 per i brasiliani, bravi ad allungare a 18-15 con un fantastico contrattacco di Schmidt dopo una sua difesa efficace. Ancora in cattedra Schmidt per il 19-15 Brasile, piccola reazione col cuore in mano degli azzurri ed è 17-19 ma è il canto del cigno perché i brasiliani chiudono 21-17 complici i quattro tocchi di Lupo. Oro, il sesto, per il Brasile dunque ma per Nicolai e Lupo e per il beach volley italiano è un argento storico. E pensare che il double azzurro nel girone eliminatorio aveva battuto solo i tunisini approdando ai ripescaggi dove negli ottavi ha battuto nel derby gli altri italiani Carambula e Ranghieri, nei quarti e nei semifinali le due coppie russe, ben più accreditate di Lupo e Nicolai. A cui va comunque un grazie enorme per aver svegliato all’alba molti appassionati di sport. Di sport vero.
Andrea Curti    

giovedì 18 agosto 2016

OLIMPIADI - Semifinali pallanuoto uomini: "Cappotto" in partenza, addio Italia, Serbia in finale.



Ad infrangere i sogni azzurri di medaglia certa nella pallanuoto maschile ci ha pensato una schiacciasassi Serbia (campione del mondo e d’Europa in carica) che, in avvio di match, ha letteralmente annichilito il Settebello con pressing alto e assai più determinazione e cattiveria agonistica dei nostri, costretti ad indossare l’antipatico cappotto dello 0-6. Le reti di Gallo e Velotto del 2-6 purtroppo non hanno sortito l’effetto di una clamorosa remontada perché i serbi hanno mantenuta alta la concentrazione chiudendo avanti 7-2 il terzo quarto e amministrando l’ultimo tempo in cui hanno lasciato l’iniziativa all’Italia che è risalita sino all’8-10 per rendere meno amaro il passivo Oramai era tardi. “Peccato perché abbiamo perso una grande opportunità”, ha commentato coach Campagna, “prendendo gol non imprevisti e non seguendo in acqua  il piano partita. Il loro vantaggio di sei reti non rispecchia i valori in campo, siamo stati troppo timorosi e poco spregiudicati e l’abbiamo regalata, benché il valore della Serbia sia indiscutibile”. Poi il cittì ha chiuso: “La nostra Olimpiade non finisce qui, dobbiamo giocare contro il Montenegro (battuto 12-8 dalla Croazia) per il bronzo sabato (ore 18 italiane), altra squadra fisica, e spero che i ragazzi abbiano imparato la lezione”. Mentre si attendono gli esiti delle altre squadre azzurre impegnate (orari italiani: il duo in finale del beach Lupo-Nicolai alle 5 ore, la semifinale di volley maschile Italia-Usa alle ore 18 e la finale della pallanuoto femminile Italia-Usa alle 20.30) una goccia di azzurro, ma proprio una goccia, tinge il mare dell’atletica: nel santo in alto femminile due italiane esordienti alle Olimpiadi si sono qualificate per la finale tra le migliori 17 misure. Alessia Trost da Pordenone (classe 1993) è arrivata settima nelle qualificazioni con 1,94 (un solo tentativo fallito a 1,89) mentre Desireè Rosset da Udine (classe 1994) ha faticato parecchio più della sua connazionale, superando 1,89 e 1,94 solo al terzo e ultimo tentativo (si è posizionata quindicesima). Tra le due, forse la Trost tiene viva una speranziella di medaglia.   

mercoledì 17 agosto 2016

OLIMPIADI - Altre medaglie in vista da pallanuoto e beach volley: Argento sicuro...ma si punta all'oro!

Continua il magic moment delle squadre azzurre alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Il Setterosa di pallanuoto ribatte la Russia dopo il girone eliminatorio (10-5) e centra la finalissima per il titolo olimpico contro gli Usa domani sera (200ma panchina per il cittì Fabio Conti), dodici anni dopo la disgraziata finale di Atene 2004 quando le italiane persero ai rigori contro le olandesi. Ma sarà un’altra battaglia. Questa semifinale è stato sofferta perché le sovietiche tatticamente le hanno provate tutte per uscire dal guado azzurro (doppio centroboa, maggior velocità nel tiro in porta, ecc.). Ma non c’è stato nulla da fare. Il 12-9 inflitto alle ruvide ragazze russe è frutto di un risultato in bilico sino a metà match; 2-0 Italia, poi 2 pari, 4-2 Italia, di nuovo 4-4 e infine 6-4 sempre Italia. Che è diventato 8-4 con le russe attonite, che hanno impiegato dodici minuti prima di segnare la quinta rete e tentate una rimonta rintuzzata dal fantastico pallonetto della Tabani (9-5). Ma la Ivanova e compagne comunque hanno lottato sino ad arrivare a due sole lunghezze di distacco (7-9) ma il poker calato dalla Garibotti e il rigore trasformato dalla Bianconi hanno portato l’ago della bilancia dalla parte delle azzurre. Il citti’ Conti è giustamente euforico: “Eravamo venute qui in Brasile per arrivare sino in fondo e ci siamo riuscite, la Russia ha mostrato tutto il suo valore battendo la Spagna e mettendoci spesso in difficoltà. Le ragazze però sono state eccezionali, abbiamo optato per una difesa accorta a discapito di un attacco spregiudicato e questo ci ha premiato”. Intanto oggi alle 21.30 scende in acqua il Settebello di Sandro Campagna che cerca il pass per la finale contro i favoriti serbi, campioni mondiali, europei e olimpici in carica. Impresa difficile ma tutto può succedere.
E’ storica anche la finale del duo Daniele Lupo (romano) e Paolo Nicolai (Ortona, Abruzzo) nel beach volley; gli azzurri hanno demolito entrambe le coppie russe e si giocano l’oro contro i favoritissimi brasiliani nella bolga della Copacabana Arena. “Prima avremmo firmato per una medaglia, ora invece giochiamo contro i più forti del mondo in casa loro e vogliamo vincere. Abbiamo quasi realizzato il nostro sogno – chiude l’abruzzese – manca ancora un passo per attivare in vetta” (match in programma alle 5 del mattino italiane di venerdì in diretta). E sempre venerdì notte, alle 3.15 italiane, anche il volley nostrano firmato Blengini si giocherà l’accesso alla finale olimpica per la sesta volta consecutiva impattando in semifinale i forti americani, già però regolati 3-0 nel girone eliminatorio. Nei quarti match in discesa per gli azzurri; 3-0 (31-29, 25-19, 25-17)  dopo un primo set in cui il sestetto italiano ha sbagliato molto dando speranze agli asiatici; a togliere le castagne dal fuoco il martello Zaytsev (miglior scorer con 18 punti) che ha schiacciato sul muro iraniano il set point per gli asiatici e ha aperto le danze dei set point Italia con una difesa eccezionale.

martedì 16 agosto 2016

OLIMPIADI - L'Italia, unica a piazzare le due squadre nelle semifinali di pallanuoto: Setterosa e Settebello, fino in fondo!



Se la sfortuna si è accanita con ginnasta Vanessa Ferrari che, come quattro anni fa a Londra, perde il bronzo per meno di due decimi di punto, le nostre nazionali sono corazzate inaffondabili. Ne abbiamo piazzate tre in semifinali, considerando il duo Lupo-Nicolai del beach volley, mentre una si gioca da favorita l’accesso alle semifinali. Ma andiamo per ordine. Intanto l’Italia è l’unica nazione a queste olimpiadi brasiliane ad aver entrambe le squadre nelle prime quattro della pallanuoto. Il Setterosa nei quarti ha battuto 7-4 una Cina che è stata in partita sino alla fine del terzo quarto, quando i gol di Garabotti e Di Mario hanno messo le giuste distanze tra i due team, spezzando il pressing alto delle asiatiche. E domani alle 21.30 match per approdare alla finalissima contro la forte Russia che ha eliminato la Spagna (l’altra semi femminile è Usa-Ungheria), avvenimento che mancava da 12 anni. Anche la partita del Settebello è stata simile a quella delle colleghe rosa; greci in partita sono alla fine del terzo quarto quando un uno-due degli azzurri ha permesso alla squadra italiana di prendere il largo nel quarto e chiudere in scioltezza 9-5, senza mai dar l’impressione di poter perdere. “Ma non abbiamo fatto ancora nulla”, ha commentato coach Sandro Campagna, “ci sono ancora quattro giorni di sofferenza di fronte a noi. Oggi è stata la partita perfetta come strategia tattica ma contro la Serbia, campione olimpico, campione europeo, campione mondiale, sarà dura”. Poi una considerazione: “Alle semifinali ci sono le stesse quattro di Londra ma noi abbiamo sette giocatori nuovi”. Come a dire che il movimento azzurro ha vinto comunque. Il volley maschile, invece, persa l’ultima e unica partita del girone contro il Canada (a giochi già fatti, col primo posto in tasca) per gli esperimenti di Blengini, ha subito i fischi dei brasiliani per la paura che gli stessi avevano di dover spareggiare coi francesi campioni d’Europa (paura poi passata e Brasile nei quarti). E’ l’Iran l’ostacolo non insormontabile per la semifinale, alle ore 15 italiane.