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A cura di ANDREA CURTI

venerdì 19 agosto 2016

OLIMPIADI - Pazzesca Italvolley, Setterosa affondata ma d'argento.

Nono oro uguale nono posto in classifica nel testa a testa con Australia (avanti) e Olanda (in parità): questo sancisce l’attuale posizione dell’Italia nel medagliere delle Olimpiadi di Rio 2016. Ma non si hanno più tante possibilità perché mancano due giorni alla chiusura dei Giochi. Due finali su tre sono perdute benché trattasi di altrettanti prestigiosi argenti (11 sinora totalizzati dalla spedizione italiana). Detto della storica finale del beach, il Setterosa di pallanuoto femminile è stato seccamente sconfitto dalle americane per 12-5. Le azzurre sono state in partita sino all’intervallo. Nel primo quarto, al vantaggio yankee della Mathewson rispondeva prontamente Federica Radicchi ma il pareggio era effimero perché le statunitensi si sono portate sul 4-1. Piccolo scatto di italico orgoglio nel secondo quarto, concluso 2-1 e svantaggio portato a meno 2. Il ritorno in vasca però è stato devastante per le nostre giocatrici, costrette a far da comprimarie subendo un altro 4-1 nel terzo e sbagliando pure un rigore. E’ quello forse il segno della resa definitiva, ma una resa con le armi. “Questo argento vale più dell’oro”, ha commentato il cittì Fabio Conti, “è un miracolo sportivo perché c’è la consapevolezza di aver rilanciato definitivamente tutto il movimento. Ci servirà capire quale sarà il prossimo passo da compiere”. E’ un po’ quello che potrebbe passare nella mente di un altro commissario tecnico, quello della pallavolo maschile, Blengini, che con calma e saggezza ha portato l’Italia a giocarsi quel nono oro che manca tanto alla spedizione azzurra. Ma quello con gli Stati Uniti è stata una semifinale pazzesca, emozionante per i nostri azzurri passati dall’inferno al paradiso in poco tempo e conclusasi in un vibrante tie-break. Inizio thrilling per l’Italia che va sotto 5-1 e un macchinoso cambio palla e un contrattacco lento e prevedibile permette agli Usa di volare 14-8, 19-15, 20-16, 21-17. Quando cioè si pensava che gli Stati Uniti potessero portare a casa il set, ecco gli occhi di tigre, il fervore agonistico animare lo spirito del sestetto azzurro. Quattro attacchi su sette portano la firma di Juantorena, l’ace di Zaytsev è quello del meno uno (22-23) e il pareggio del 23-23 è siglato da Lanza. Che viene murato subito dopo ed ecco il primo set point Usa. Di nuovo parità con Zaytsev e miracolo di Lanza sul secondo set point americano, bravo da terra a fare il racchettone e permettere al martello di Zaytsev di sfondare. Complessivamente saranno cinque i set point annullati agli americani e sul primo a disposizione, nato da un tocco maldestro degli avversari non visto dall’arbitro ma dai giudici di linea, la ricezione di Sender è difettosa e consegna un insperato 30-28. Il secondo set è a parti invertite: break Italia importante 17-14 traslato sino al 21-18 e sapore in bocca del 2-0 in termini di set. Invece nisba. Il primo tempo Usa riparte che è una meraviglia, le murate, i pallonetti, le schiacciate e gli ace sul servizio di Superman Anderson (specie sul set point Italia del 25-24) fanno la differenza: 28-26 Brasile e tutto da rifare per i ragazzi di Blengini. Che cedono di schianto il terzo (25-9), probabilmente per aver pagato lo sforzo fisico dei due set tiratissimi. Così si riparte alla caccia del quarto dove regna l’equilibrio tra americani che sentono odore di finale e gli azzurri che non vogliono mollare. Si arriva al break azzurro che rimette le carte in tavola: 25-22 e il gioco continua. Thrilling e adrenalina pura sino alla fine, sino ad un tie-break che decide se andare nel paradiso della finalissima o nel purgatorio della finalina del bronzo. Calato Juantorena, entra in cattedra di nuovo Zaytsev a muro e in battuta e ne scaturisce un 15-9 definitivo. Ora non ci resta che attendere domenica dalle 18.15, sfida per l’oro (alla Russia o al Brasile che hanno battagliato in piena notte italiana). Intanto la pallanuoto maschile (ore 18) si gioca la medaglia di bronzo, la settima sarebbe per l’Italia, contro il Montenegro. Dai ragazzi di Campagnia, che non sono i cugini, ci si attende la 26ma medaglia, la settima di bronzo.  

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