Grandi amori, avventure, smarrimenti esistenziali, solitudini
e amicizie fittizie o autentiche. Questi i passaggi di uno spettacolo dal ritmo
serrato che parte da lontano e approda ai ricordi più recenti. "Cercando segnali
d’amore nell’universo", in scena al Teatro Eliseo dal 21 dicembre al 3 gennaio
2016 per la regia di Chiara Noschese, è un mosaico di episodi divertenti,
intimi e commoventi che ripercorrono la vita di Luca Barbareschi.
Un autoritratto a tinte forti di un artista funambolico e
coinvolgente che sfoglia il libro della sua esistenza declinando con generosità
una vasta gamma di emozioni: "Si parte dalle origini - spiega Barbareschi
- quando mio padre e mia madre in attesa di me, si imbarcarono per il Sud
America su una nave che aveva a bordo la Compagnia dei Giovani con Giorgio
Albertazzi e altri grandi attori in viaggio per una tournée. Quando sbarcarono
in Uruguay, ci fu l’assalto dei giornalisti. Venne fotografata anche mia madre,
che era bellissima. Il giorno dopo uscì un articolo con un suo primo piano, la
didascalia diceva: Anna Proclemer. Insomma, un destino, quello mio di salire su
un palcoscenico". Il risultato è un one man show che non lascia respiro,
incalzante e disincantato, sempre sulla lama di un rasoio che sa tagliare ma sa
anche accarezzare. La tenerezza della sua infanzia tra le vie di Montevideo,
per poi passare all’adolescenza milanese con genitori problematici, alla
gioventù vissuta spericolatamente a New York, alle prime esperienze teatrali
che diventeranno una professione gridata, per giungere infine alla dimensione
dell’uomo maturo, inserito nella propria dimensione familiare.
"È una festa, un appuntamento pieno di emozioni che
partono dal cuore di chi sta in scena e arrivano a quello dello spettatore. Si
ride tanto, ci sono ironia, elettricità, musica dal vivo, soprattutto
verità", aggiunge il Direttore artistico dell’Eliseo. "‘Cercando
segnali d’amore nell’universo’ è dedicato a chi sa guardare oltre le apparenze e
negli occhi sconfinati dei cieli notturni, a chi conosce le storie antiche e sa
che le attese sono lunghe, a chi ha voglia di festeggiare lo stanco gioco della
vita dove tutti prima o poi ci troviamo a recitare. Ce ne sarebbe abbastanza
per crollare e invece, tutto sommato, è andata bene. Credo nella teoria ebraica
dell’inciampo: cadi ma poi ti rialzi più forte di prima".
In scena, accompagnato dalla band di Marco Zurzolo (Marco
Zurzolo sax, Piero De Asmundis piano, Antonio Murro chitarra e voce, Beatrice
Valente contrabasso e voce, Gianluca Brugnano batteria), Barbareschi conduce lo
spettatore in un lungo viaggio, un itinerario tra i personaggi della vita
privata e i grandi autori che ha amato, Shakespeare, Mamet, Tomasi di
Lampedusa, Mozart, James Taylor, Chico Buarque.