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A cura di ANDREA CURTI

mercoledì 27 febbraio 2019

MOSTRE - “Etiopia. La Bellezza rivelata. Sulle orme degli antichi esploratori”, al Museo di Storia Naturale di Verona dal 24 marzo al 30 giugno.


“La bellezza rivelata” al Museo di Storia Naturale di Verona dal 24 marzo al 30 giugno, è una mostra che conduce il visitatore sulle tracce degli esploratori che nei secoli scorsi hanno percorso i paesaggi di fantastica suggestione e descritto gli animali di grande bellezza, nella terra che fu della Regina di Saba, l’Etiopia. Quasi un viaggio immaginario percorso al fianco di alcuni degli studiosi ed esploratori che maggiormente hanno contribuito alla conoscenza di quella terra, accompagnati dagli animali che la popolano e dagli antichi oggetti delle sue genti. Cercando di far rivivere al visitatore il sentimento di meraviglia che spesso traspare dalle pagine che ci hanno lasciato.
Partendo dalle descrizioni contenute in alcune loro opere librarie, le cui edizioni - spesso di gran pregio - sono conservate presso la Biblioteca della Società Geografica, la ricchezza ambientale e culturale dell'Etiopia sarà evocata dagli oggetti della collezione etnoantropologica del Museo di Storia Naturale di Verona e dalle suggestive fotografie e video di Carlo e Marcella Franchini. La ricchezza naturalistica e l’esclusività della fauna etiopica sarà poi raccontata dagli animali delle collezioni del Museo di Verona. 
La molteplicità dei documenti, degli esemplari, degli oggetti e delle immagini in mostra consentono di apprezzare la ricchezza rappresentata dagli ambienti naturali e dalle culture del Paese e le sue antiche radici. L’Etiopia è un crogiolo di realtà, ciascuna unica ma tutte collegate. A partire dalla varietà ambientale caratterizzata da sbalzi altitudinali spesso estremi: si può passare - spesso rapidamente - dalle regioni di bassopiano o dalla depressione dell'Afar, che supera i 100 metri sotto il livello del mare, agli oltre 2.000 metri dell'altopiano, con i picchi del Semien, nel Nord, che toccano i 4.550 metri. Alle differenze di altitudine si associa un regime climatico monsonico, ad accentuata stagionalità. Questa combinazione crea nicchie ecologiche che spiegano l'estrema varietà ambientale, di fauna e di flora nell'arco di distanze anche limitate. Ambienti tanto diversi hanno favorito sistemi economici diversi tra loro e una straordinaria varietà culturale. La differenziata distribuzione delle risorse ha inoltre da sempre favorito anche gli spostamenti stagionali e l'interazione tra le diverse popolazioni, che spesso dipendono strettamente le une dalle altre, avendo sviluppato sistemi economici complementari e sinergici. La bellezza dell'Etiopia, ambientale e culturale, risiede proprio in questa estrema differenziazione e nella connessa unitarietà che al di là di essa si coglie. 
L’Etiopia è stata la culla dell'umanità grazie all’abbondanza di risorse minerali, animali e vegetali. La regione ha dunque rivestito un ruolo centrale nelle reti di scambio sulle lunghe distanze, fornendo per secoli avorio, resine aromatiche, ebano e oro al resto del mondo antico. Per tale ragione, questo Paese e le altre regioni del Mar Rosso meridionale erano al centro dell'interesse e dell'immaginario degli antichi, essendo spesso dipinte come terre amate e frequentate dagli dei. 
Dopo alcuni secoli di oblio, in cui solo rare eco della regione e delle sue genti giungevano in Europa - trasfigurate per lo più nelle descrizioni del favoloso e potente regno del Prete Gianni - lo scrigno delle bellezze etiopiche si è nuovamente e gradualmente dischiuso a partire dal XVI secolo. Inizia allora l'epoca dei viaggiatori e in seguito degli esploratori, che rappresentano, di fatto, anche la base per la conoscenza scientifica dell’Etiopia documentata e raccontata in questa mostra. 
“Etiopia. La Bellezza rivelata. Sulle orme degli antichi esploratori” è una mostra Organizzata da Carlo e Marcella Franchini (Caluma) e dal Museo di Storia Naturale di Verona in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli "L'Orientale”, la Società Geografica Italiana, l’Istituto Italiano di Cultura Addis Abeba, l’Ambasciata d’Etiopia a Roma e l’Università di Addis Abeba.

TEATRO - Al Vittoria in Testaccio a Roma dal 7 al 17 marzo: "Gente di Cerami", storie di piccoli antieroi.

«…svagato ma complice davanti al tumultuoso mare di teste umane che mi colma di un’emozione deliziosa e nuova…mi abbandono alla contemplazione dello spettacolo esterno della folla.»  Una serata in compagnia delle parole di Vincenzo Cerami, anzi in compagnia della “Gente di Cerami" al Teatro Vittoria in Roma (Piazza Santa Maria Liberatrice 10, Testaccio) dal 7 al 17 marzo prossimi (prezzi 28 e 22 euro). Una presentazione scenica di brevi racconti che si nutre della lucida, spietata e complice poetica del celebre scrittore di Un borghese piccolo piccolo. L’occhio indiscreto dell’autore si ferma a osservare attimi e ritagli di vita quotidiana, e coglie gli uomini nella loro intimità, nel dolore o nel sollievo, nella sorte avversa o nella fortuna e così, per gioco, ne ricostruisce la storia. Un popolo di piccoli antieroi a cui Anna Ferruzzo e Massimo Wertmuller danno voce con le parole del poeta. Fa da cornice la musica di Nicola Piovani eseguita da Alessio Mancini e Sergio Colicchio. 

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma, dal 7 al 17 marzo: "Regina Madre", eterno combattimento linguistico tra genitore e figlio.

Dopo la positiva accoglienza di critica e pubblico ottenuta per Scannasurice Bordello di mare con città di Enzo Moscato, la Elledieffe e Carlo Cerciello proseguono il lavoro dedicato alla drammaturgia contemporanea italiana, con la messa in scena di un altro gioiello: Regina madre di Manlio Santanelli, in programma al Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma dal 7 al 17 marzo prossimi (atto unico 90 minuti, prezzo 20 euro).
L’opera del 1984, definita al suo debutto da Eugène Ionesco éxtraordinaire, può essere considerata oggi, a tutti gli effetti, un classico e come tale viene riletta da Carlo Cerciello, che è intervenuto in parte anche nell'adattamento del testo. Un dramma profondamente ambiguo, ambientato in un luogo della mente dove due attori del calibro di Fausto Russo Alesi e Imma Villa danno vita ad un vero e proprio duello tra Madre e Figlio, combattuto con quell’arma micidiale e fantastica che è la parola. Un progetto di messa in scena fortemente voluto e condiviso da Cerciello, Russo Alesi e Villa che, dopo aver lavorato insieme, due anni fa, nella fortunata edizione della Fedra di Seneca al Teatro Greco di Siracusa, si ritrovano, oggi, nuovamente impegnati in una prova complessa. Il continuo ricorrere dei personaggi alla bugia, il continuo oscillare tra verità e finzione, sono segni inconfondibili del testo sviluppati nella messinscena, per dichiarare da un lato il fascino dell’esercizio del potere e, dall'altro, l’incapacità di crescere, di diventare adulti e di liberarsi definitivamente della figura materna. Spiega il regista: "In ‘Regina madre’ si ha subito l’impressione che il personaggio della Madre sia in realtà lo specchio, o meglio, la proiezione della sofferenza che attanaglia il Figlio, condizionandone profondamente l’esistenza; Santanelli, accomuna al medesimo destino fallimentare Alfredo e la sorella Lisa, assente nell'opera, ma continuamente citata. Questo gioco al massacro, dunque, infantilmente agito e subìto, mi ha suggerito di mettere in scena il testo, dando concretezza al rituale onirico e psicologico di due fratelli alle prese con il fantasma della Madre".

TEATRO - All'Eliseo di Roma sino al 10 marzo: "Diario intimo", quando una bimba diventa donna.

Al teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma, Eliseo Off - Foyer II balconata, dal  al 10 marzo prossimo (prezzo 7 euro), va in scena "Diario intimo", liberamente ispirato al racconto Il diario intimo di Sally Mara di Raymond Queneau per l'adattamento di Viola Pornaro e Francesco Sala (che ne cura la regia), con Silvia Salvatori e Benedetta Russo.
Sally Mara è una diciottenne che scrive un diario, una testimonianza e aspirazione alla conoscenza. Un percorso che va dal candore alla scoperta del mondo, alla scoperta del sesso, la parabola di una bambina che diventa donna. Una crescita testimoniata anche attraverso il linguaggio che qui è composto da passaggi brutali, grotteschi, surreali. Sally è un torrente in piena, rapido e curioso e nulla sa del mondo Sally Mara. È una giovane crisalide che vuole schiudersi. Incesto, antropofagia, sogni erotici, masturbazione sono i temi di un racconto reso esilarante e spassoso anche grazie all'interpretazione di un’attrice come Silvia Salvatori. Il lavoro è fatto di parola, immagine e musica, un’inedita riscrittura scenica dell'opera di Queneau.

lunedì 18 febbraio 2019

TEATRO - Al Manzoni di Roma il 28 febbraio: "Papà!", e scoppia la divertente bagarre.

Debutta il 28 febbraio prossimo, al teatro Manzoni di Roma (fino al 24 marzo), “Papà”, commedia brillante di Pierre Chesnot che va in scena con l’adattamento e la regia di Carlo Alighiero che è anche il protagonista della divertentissima storia insieme a Elena Cotta e Sergio Ammirata, Cinzia Berni, Luca Negroni, Andrea Carpiceci e Valentina Marziali. La commedia, una delle più riuscite del prolifico autore francese, si snoda in un susseguirsi irrefrenabile di ilarità, malintesi irresistibili e battute gustose, mai volgari, capaci di incollare gli spettatori alla poltrona, che mette in risalto i valori dell'amicizia e della famiglia.
Philippe è un anziano editore e proprietario di giornali che dopo molti anni sta per sposarsi per la seconda volta con Delphine, una donna molto più giovane di lui; malgrado il matrimonio sia organizzato in maniera molto efficiente da Chris, suo figlio di primo letto, alcuni piccoli imprevisti iniziano a guastare la festa. Ma il peggio deve ancora arrivare. Uno sconosciuto lo chiama “papà”: è Gilbert, un cinquantenne che sostiene di essere il frutto di una sua storia d'amore giovanile; l'uomo accampa diritti sul patrimonio, ma anche questo è ancora nulla, perché Philippe scopre non solo di essere nonno, visto che Gilbert ha a sua volta una figlia, Salomè, ma pure che la nipote è in dolce attesa di due gemelli.
In meno di un’ora Philippe è diventato nonno e bisnonno! Uno shock difficile da assorbire, specialmente per la futura sposa. Così il matrimonio rischia di saltare. Solo l’arrivo di Marc, grande amico e vecchio compagno di scorribande ricorda a Philippe i particolari piccanti di quella lontana avventura giovanile... e rimette tutto in discussione.  
“Papà” è un classico della comicità di Pierre Chesnot, autore di commedie di grande successo come “L’inquilina del piano di sopra”, “Quattro donne e una canaglia”, “Alla faccia vostra”. La commedia è uno di quei rari meccanismi che rispetta le promesse e rinnova il legame tra gli spettatori e la coppia Elena Cotta - Carlo Alighiero, che quest'anno festeggia i settant'anni dal loro primo incontro a Milano nell'autunno del 1949, per poi trasferirsi a Roma per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Da allora assieme hanno calcato le scene di tutti i teatri d’Italia e nel 2012 hanno festeggiato le Nozze di Diamante rinnovando la promessa di matrimonio. 

domenica 17 febbraio 2019

INIZIATIVE - Al Carnevale di Fano oggi prima sfilata dal divertimento assicurato.

Al Carnevale di Fano il divertimento sarà assicurato: i parchi tematici più famosi della Riviera, Acquario di Cattolica, Oltremare, Aquafan e Italia in Miniatura, hanno rinnovato la collaborazione con Ente Carnevalesca Fano anche per il 2019. Sfileranno nelle tre domeniche del Carnevale: 17 e 24 febbraio e domenica 3 marzo con un carro allegorico e una mascherata a tema.  Il carro allegorico dedicato ai Parchi Costa, realizzato dall’Associazione Carristi Fanesi, rappresenta i quattro parchi: Italia in Miniatura è suggerita da palazzi veneziani e dal campanile di San Marco, per Aquafan presenza di acquascivolo e bagnini, squali e pesci colorati richiamano l’Acquario di Cattolica, mentre il delfino che salta sulle onde è Ulisse, il più famoso delfino d’Italia. Non mancheranno poi gruppi mascherati che sfileranno sopra e sotto il carro che richiamano i protagonisti assoluti dei parchi: dai rapaci ai monumenti in scala, dai bagnini agli squali. Dal carro allegorico in sfilata nelle tre domeniche pioveranno dolcezze: migliaia di caramelle grazie alla collaborazione dei parchi con Perfetti Van Melle Italia. Non mancherà poi una pioggia di coupon, sconti e omaggi per l’ingresso ai parchi. A chi partecipa al Carnevale, infatti il Gruppo CE ha messo a disposizione 20.000 coupon per l’ingresso gratuito ai bambini in uno dei quattro parchi a scelta (promozione valida per ogni bimbo fino a 140 cm d’ altezza, se accompagnato da due adulti paganti tariffa intera, per la stagione 2019). I coupon saranno distribuiti dai figuranti in maschera, nelle tre giornate. Regali anche per chi sottoscrive la tessera Ente Carnevalesca 2019: il detentore della tessera che desidera visitare i parchi, entra gratis, se accompagnato da un altro adulto pagante biglietto intero. Dulcis in fundo, 15 biglietti omaggio in palio ogni domenica per il vincitore del contest ’Miglior palco tribune mascherato’ 
“Rinnoviamo per il quinto anno consecutivo la collaborazione con Ente Carnevalesca di Fano  _ dichiara Patrizia Leardini, direttore Costa Edutainment Polo Adriatico _ perché crediamo molto nel Carnevale di Fano e nella grande concentrazione di famiglie e bambini che richiama ogni anno, sia per la vicinanza alle nostre strutture che per lo stesso target di riferimento. Diverse sono le opportunità che offriremo a chi partecipa al Carnevale per poter visitare le nostre strutture, con promozioni speciali e coupon per far tappa ai parchi più famosi della Riviera Adriatica. Riapriremo il 16 marzo con Italia in Miniatura, il 6 aprile con Acquario di Cattolica e Oltremare, mentre Aquafan tornerà con i suoi scivoli dal 1° giugno”. 

TEATRO - All'Eliseo di Roma, debutto nazionale il 19 febbraio: "La commedia di Gaetanaccio", capolavoro highlander formato Magni.

Il Teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma presenta, debutto nazionale, martedì 19 febbraio 2019 ore 20, "La commedia di Gaetanaccio", capolavoro di Luigi Magni che torna in scena dopo quarant’anni esatti dal suo debutto, 
è ispirata a un personaggio realmente esistito a Roma, Gaetano Santangelo detto appunto Gaetanaccio, burattinaio ambulante che sulle spalle trasportava il suo castello di marionette per le vie, le piazze e all’interno dei palazzi della nobiltà romana, dove spesso era chiamato per rallegrare feste e banchetti.  
Siamo nella Roma papalina, la soggiogazione del povero, l’indigenza, la paura sono sentimenti che vengono compensati dal carattere indolente, giocoso e spavaldo di un popolo che con gli abusi del potere ha sempre convissuto. E così l’irriverente e gradasso Gaetanaccio, innamorato di Nina, anch’essa attrice in cerca di fortuna, condivide con lei la sorte, ritrovandosi davanti al bivio del compromesso.  
Come in tutte le sue opere, Magni dipinge una Roma che riesce a far convivere amore e cinismo, ironia e poesia. È principalmente una commedia musicale che anche grazie alla presenza dei musicisti in scena, evoca la dimensione onirica, favolistica del testo.
Le canzoni, seppur a volte accompagnate da musiche leggere e allegre, presentano uno sfondo amaro e sarcastico. Nei dodici brani che compongono l’opera sono narrate le vicende del protagonista e della comunità di teatranti che, a causa del divieto che proibisce ogni tipo di rappresentazione, patiscono la fame costretti a inventarsi la vita per sperare di sopravvivere.  
Sudditi fedeli, sete richiamati alla penitenza e al ravvedimento. Penitenza perché tutti, più o meno, avete sbajato a sottovalutà er pericolo. Ravvedimento perché, sia pure scausalmente, con atteggiamenti leggeri e permissivi, ne avete fatorito il dilagarsi. In conseguenza, è reso obbligatorio il precetto pasquale…
Sono proibite alle donne le vesti attillate perché invereconde, la vaccinazione delle crature perché diabolica e l’innesto delle piante, perché alterando il disegno armonico del creato, è contronatura. Ma, soprattutto, vengono soppresse tutte quelle presunte attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente. Questo il prologo, un editto in cui si mostrano in tutta la loro sconvolgente attualità i temi affrontati. E la prima battuta di Gaetanaccio, in risposta alla lettura del messo, avviene legato e circondato da quattro gendarmi. Le bastonate che subisce per le sue parole dette a sproposito (o meglio a proposito) sono le stesse che popolano le storie dei suoi burattini, dove spiccano le contraddizioni di una vita sospesa tra sentimenti e bisogni primari, tra cinismo e romanticismo, tra vita e morte, tra plebe e potenti.  
A rendere ancor più spiccata la similitudine tra i personaggi e i burattini di Gaetanaccio, oltre alle avversità che popolano le loro storie, sono anche gli abiti che indossano, la cornice in cui si muovono, quasi a evocare una scena nella scena. Perfino la Morte, sempre presente nella tradizione romana, assume carattere antropomorfo e si fa persona vera per intervenire nel destino dei protagonisti. L’amore, rappresentato da Nina, è l’ideale amoroso puro e irraggiungibile che si mostra nella sua poetica fragilità capace di essere forte e concreta quando la vita lo richiede. Un desiderio di poesia e bellezza che rappresenta l’unico riscatto allo scetticismo e all’apatia si concretizzano nel miracolo finale; e quella che sembra essere una commedia ‘contro il papato’ trova il suo finale nella magia dell’amore, nella sconfitta della morte, nella gioia della vita.
Sogno e realtà le parole chiave capaci di raccontare questo nuovo allestimento, adatto anche ad un pubblico di giovanissimi, che vuole riportare La commedia di Gaetanaccio ai primi posti dei classici della tradizione popolare, dove merita di essere.  
La presenza di Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti nei ruoli dei protagonisti rappresenta una continuità con l’allestimento storico dello spettacolo, allora diretto e interpretato da Gigi Proietti, autore anche delle musiche insieme a Piero Pintucci, oggi riarrangiate da Massimo Fedeli. Un cast di giovani attori arricchisce questo spettacolo di dirompente energia che si avvale dei bellissimi e fantasiosi costumi realizzati da Santuzza Calì e dei suoi cinquanta burattini che popolano la scenografia di Fabiana di Marco, delle divertenti coreografie di Ilaria Amaldi, del disegno luci di Umile Vainieri e del suono di Manuel Terralavoro, tutti coadiuvati dalla regia poetica di Giancarlo Fares

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma, il 19 febbraio: "Per questo mi chiamo Giovanni", la storia del giudice Falcone.

Martedì 19 febbraio prossimo, al Piccolo Eliseo di Roma (ore 20, costo da 5 a 10 euro), va in scena "Per questo mi chiamo Giovanni" da un padre a un figlio la storia di Giovanni Falconeliberamente tratto dal libro di Luigi Garlando, adattamento teatrale e musiche di Mario Di Marco, diretto da Mario Di Marco e Ivan D’Angelo, scenografia di Ilaria Paccini, con la Compagnia dei ragazzi, nata due anni fa come laboratorio teatrale di studenti di seconda media. 
Lo spettacolo “per questo mi chiamo Giovanni” si ispira all'omologo libro di Luigi Garlando (Rizzoli editore, 2004) che ripercorre la vita e l’opera del magistrato Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992. È il dialogo tra un bambino di dieci anni, Giovanni, che a scuola entra in contatto con la mentalità e la cultura mafiosa, e suo padre che, per mettere in guardia il figlio, decide di spiegargli perché ha scelto di chiamarlo proprio Giovanni. Anche il padre, aveva subito la vessazione e i ricatti della mafia ma, un giorno, decise di ribellarsi (pagandone le conseguenze) proprio in occasione della morte del magistrato avvenuta lo stesso giorno in cui viene alla luce il figlio a cui decide di dare nome Giovanni.
Nell'adattamento teatrale, gli autori, per rendere “corale” la messa in scena e dare spazio a tutti gli attori della Compagnia dei Ragazzi, immaginano i due protagonisti (Giovanni e il papà) a passeggio in vari luoghi della città di Palermo dove incontrano dei personaggi, non presenti nel libro, che aiutano il padre a raccontare al figlio la storia di Falcone. In più, rispetto al libro di Garlando, ci sono anche i riferimenti al “maxi processo” (con il sonoro delle voci di Tommaso Buscetta e altri imputati e testimoni) e a Rocco Chinnici, un altro magistrato ucciso dalla mafia, che amava andare nelle scuole a parlare di mafia. Ci sono infine delle persone comuni che non partecipano direttamente ai dialoghi ma si avvicinano e ascoltano perché, questo il messaggio degli autori, ascoltare e non smettere mai di parlarne è un modo potente di combattere la mafia, soprattutto per i giovani.

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Via Nazionale dal 21 febbraio: "Shakespea Re di Napoli", show intramontabile.

Al Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma, dal prossimo 21 febbraio sino a domenica 3 marzo (prezzo 20 euro), andrà in scena "Shakespea Re di Napoli", composto e diretto da Ruggero Cappuccio, con Claudio Di Palma e Ciro Damiano. La straordinaria musicalità della lingua di Shakespeare viene assimilata alla grande vocazione lirica della cultura letteraria del barocco napoletano in uno show nato al Festival di Sant'Arcangelo (diretto da Leo De Berardinis) nel 1994 ottenendo prestigiosi riconoscimenti internazionali. Ancora oggi continua ad affascinare platee e generazioni diverse costituendo uno dei rarissimi esempi di lunga durata nell'ambito delle produzioni private italiane. Siamo nei primi anni del Seicento. Desiderio torna a Napoli dopo un avventuroso naufragio e riabbraccia il suo vecchio amico Zoroastro. A lui racconta di aver vissuto a lungo a Londra e di essere diventato il più grande interprete dei personaggi femminili del grande drammaturgo inglese. Zoroastro è incredulo, sospetta che Desiderio stia narrando una delle raffinate menzogne cui lo ha abituato fin da ragazzo. La sfida interiore tra i due amici va avanti tra altissima poesia e tagliente comicità, mentre il mistero si estende progressivamente sulle loro vite. Così, nella storia appaiono misteriosi fotogrammi: le sabbie, il Seicento, la peste, un quadro, un baule, l’inchiostro sbiadito dei Sonetti di Shakespeare. Una nave affondata. Un anello perduto. Desiderio e Zoroastro: due amici sorpresi nell'abbraccio di un addio e di un ritorno. L’Inghilterra. Il genio. La bellezza. Le lettere dell’eros del grande poeta di Stratford.

TENNIS - Buenos Aires, Cecchinato in finale contro Schwartzman.

Il Ceck è tornato. Non ancora al livello del Roland Garros dello scorso anno (ci arriverà mai?) ma centrare la terza finale in carriera (vinte due su due), dopo venti match sul cemento e uno solo sul rosso, è un segnale importante in chiave di continuità di risultati. Insomma, se ancora una volta ce ne fosse bisogno, Marco Cecchinato da Palermo non è una meteora, e il numero 18 in classifica (che potrebbe diventare 17, best ranking, se battesse la pulce Schwartzman capace di eliminare il favorito Thiem, 8 del mondo e defending champion) è meritatissimo. Intanto si gode la finale raggiunta a Buenos Aires sul campo intitolato a Guillermo Vilas, senza perdere ancora un set nel torneo, e lo ha fatto con estrema sicurezza, il miglior match della settimana dopo le non entusiasmanti ma vincenti performarces contro il cileno Garin, 94 del mondo, e lo spagnolo Carballes Baena, 119. Ma contro l'argentino Pella, numero 50 del mondo, nel remake della finale vinta ad Umago nel luglio 2018, il 26enne azzurro ha disputato un grande incontro per concentrazione e sicurezza (anche se ancora scambia troppo distante dalla linea di fondo campo). Così è accaduto che nei primi otto giochi c'è stato equilibrio, con Cecchinato bravissimo a salvare il suo quinto game di battuta da 15-30, realizzando 4 punti con 4 seconde di servizio. E sul 5-4, il mancino Pella ha sentito la pressione del diritto di Cecchinato e il suo rovescio in rete ha consegnato al palermitano il primo set per 6/4. Nella seconda frazione il tennista siciliano ha giocato in scioltezza, sciorinando tutto il suo vasto campionario nel terzo gioco, quando sotto di nuovo 15-30 ha tirato fuori dal cilindro la palla corta del 30 pari, il servizio ad uscire con diritto vincente del 40-30 e la volée decisiva del 3-0 (complessivo 5-0 in termini di game consecutivi vinti dall'italiano). Pella, dal canto suo, forse un po' sulle gambe dopo i massacranti tre turni precedenti vinti tutti al terzo set, ha tentato di arginare il dominio del Ceck ma non ha avuto speranza nel settimo gioco, col siciliano che si è portato 5-2 con uno schiaffo di diritto al volo. E nell'ottavo game è arrivato il secondo break dell'azzurro per un 6/2 conclusivo in 69 minuti di gioco.