…E le manifestazioni di dissenso a Rio de Janeiro nel pomeriggio di chi è
sconvolto dall’organizzazione dei giochi sportivi mentre a sconvolgere il Paese
carioca sono i Giochi di potere e i Giochi della corruzione dilagante, e il
Brasile che fa parte del Brics ma che non riesce a sconfiggere i fantasmi
interni di pare mal governo (problema comune però a tutti), e il Cristo
Redentore segno della dominazione portoghese, illuminato con i colori della
bandiera, che vede dall’alto tutto e tutti in un virtuale abbraccio, e la
maestosità del Maracanà centro del mondo per qualche ora e la marginalità delle
baraccopoli non lontane da lì (sono 720 le favelas ufficiali presenti a Rio), e
il samba assordante per le strade di una Rio vestita più o meno a festa, e il “ritiro”
di Pelè troppo acciaccato per fare da ultimo tedoforo, e l’inno carioca suonato
e cantato unplugged e live, e la crisi del calcio brasiliano che pure col
Sudafrica in dieci uomini fa zero a zero, e la Cerimonia d’apertura in un
grande psichedelico trenino ballereccio, e il richiamo al global warming e alle
conseguenze nefaste che si sono profilate nel tempo e che si profileranno se
non si terrà conto dell’accordo di Parigi, e finalmente l’inizio della sfilata delle
205 delegazioni più quella dei rifugiati e degli indipendenti (chi scampati da
guerre e chi riammessi dal Cio dopo la retata politica antidoping contro le
istituzioni russe), e i primi a sfilare sempre loro, i greci, da cui è partito
tutto, per proseguire in ordine non alfabetico internazionale ma alfabetico
lusitano, e i soliti tedeschi inguardabili che vestono come la Merkel anche ad
una Cerimonia olimpica, e il segnale dato dalla delegazione austriaca di far
portare la bandiera ad una giocatrice dì ping pong di chiare origini cinesi, e
la delegazione delle isole bermuda che sfila guarda caso in bermuda, e i
fantastici costumi africani delle varie nazioni tribù, e il primo atlete che
piange, un boliviano, in un contesto di “cazzeggio”, selfie, cori e balli, e i
maschi atleti del Costarica con la scoppola, e Nadal, Murray e la Wozniacki che
sfilano da portabandiera dando risalto al tennis e a chi ancora sostiene che è
uno sport non olimpico, e i figiani e la squadra di rugby a sette per la prima
volta disciplina olimpica, e Hong Kong che sfila a parte dalla Madre Patria
Cina benché ne faccia parte dopo la cessione inglese, e le indonesiane
perfettamente integrate col Carnevale di Rio, e finalmente la fremente famiglia
Renzi che può alzarsi per applaudire gli azzurri 102esimi e una Pellegrini
portabandiera per fortuna non in versione imbambolata-patinata dallo shampoo
pubblicitario. E infine Guga Kuerten (altro tennista) che passa la torcia all’ex
maratoneta Vanderlei che accende il braciere (in realtà per la prima volta nella
storia i bracieri sono due, uno nel Maracanà e uno nel centro città) prima
della stringata apertura ufficiale dei Giochi da parte del fischiatissimo
reggente brasiliano Michel Temer (gli altri sono tutti sotto impeachment). Tutto e molto più di questo è e sarà l'Olimpiade brasiliana: buona visione a tutti.
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