WRITING

WRITING
A cura di ANDREA CURTI

sabato 6 agosto 2016

OLIMPIADI - La cerimonia di apertura: Luci e ombre in pieno attuale stile brasiliano.

…E le manifestazioni di dissenso a Rio de Janeiro nel pomeriggio di chi è sconvolto dall’organizzazione dei giochi sportivi mentre a sconvolgere il Paese carioca sono i Giochi di potere e i Giochi della corruzione dilagante, e il Brasile che fa parte del Brics ma che non riesce a sconfiggere i fantasmi interni di pare mal governo (problema comune però a tutti), e il Cristo Redentore segno della dominazione portoghese, illuminato con i colori della bandiera, che vede dall’alto tutto e tutti in un virtuale abbraccio, e la maestosità del Maracanà centro del mondo per qualche ora e la marginalità delle baraccopoli non lontane da lì (sono 720 le favelas ufficiali presenti a Rio), e il samba assordante per le strade di una Rio vestita più o meno a festa, e il “ritiro” di Pelè troppo acciaccato per fare da ultimo tedoforo, e l’inno carioca suonato e cantato unplugged e live, e la crisi del calcio brasiliano che pure col Sudafrica in dieci uomini fa zero a zero, e la Cerimonia d’apertura in un grande psichedelico trenino ballereccio, e il richiamo al global warming e alle conseguenze nefaste che si sono profilate nel tempo e che si profileranno se non si terrà conto dell’accordo di Parigi, e finalmente l’inizio della sfilata delle 205 delegazioni più quella dei rifugiati e degli indipendenti (chi scampati da guerre e chi riammessi dal Cio dopo la retata politica antidoping contro le istituzioni russe), e i primi a sfilare sempre loro, i greci, da cui è partito tutto, per proseguire in ordine non alfabetico internazionale ma alfabetico lusitano, e i soliti tedeschi inguardabili che vestono come la Merkel anche ad una Cerimonia olimpica, e il segnale dato dalla delegazione austriaca di far portare la bandiera ad una giocatrice dì ping pong di chiare origini cinesi, e la delegazione delle isole bermuda che sfila guarda caso in bermuda, e i fantastici costumi africani delle varie nazioni tribù, e il primo atlete che piange, un boliviano, in un contesto di “cazzeggio”, selfie, cori e balli, e i maschi atleti del Costarica con la scoppola, e Nadal, Murray e la Wozniacki che sfilano da portabandiera dando risalto al tennis e a chi ancora sostiene che è uno sport non olimpico, e i figiani e la squadra di rugby a sette per la prima volta disciplina olimpica, e Hong Kong che sfila a parte dalla Madre Patria Cina benché ne faccia parte dopo la cessione inglese, e le indonesiane perfettamente integrate col Carnevale di Rio, e finalmente la fremente famiglia Renzi che può alzarsi per applaudire gli azzurri 102esimi e una Pellegrini portabandiera per fortuna non in versione imbambolata-patinata dallo shampoo pubblicitario. E infine Guga Kuerten (altro tennista) che passa la torcia all’ex maratoneta Vanderlei che accende il braciere (in realtà per la prima volta nella storia i bracieri sono due, uno nel Maracanà e uno nel centro città) prima della stringata apertura ufficiale dei Giochi da parte del fischiatissimo reggente brasiliano Michel Temer (gli altri sono tutti sotto impeachment). Tutto e molto più di questo è e sarà l'Olimpiade brasiliana: buona visione a tutti.

  

Nessun commento:

Posta un commento