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A cura di ANDREA CURTI

sabato 20 gennaio 2018

TENNIS - Australian Open, dopo 42 anni due italiani negli ottavi: Seppi e Fognini, appuntamento con la storia.

Che le premesse azzurre per questo Australian Open 2018 fossero buone si era intravisto già la settimana scorsa, quando Fognini ha raggiunto la semifinale a Sydney e Seppi si è imposto nel challenger di Canberra. Ma che entrambi approdassero agli ottavi di finale, cosa che non accadeva dai tempi di Panatta e Barazzutti (Parigi 1976, 42 anni fa), non era assai preventivabile. Ma tant’è. Godiamoci il momento. Tra i due, Seppi è forse quello che ha stupito di più perché, rispetto a Fognini, era dato in maggior calo fisico e motivazionale. Il 33enne di Caldara, Bolzano, numero 87 del mondo, ha esordito nel torneo battendo il diciottenne francese Moutet, che lo ha sorpreso solo nel primo set e alla distanza Seppi è venuto fuori con la sua esperienza. Nel secondo turno il bolzanino ha lasciato 8 games al nipponico Nishioka, risultato ottimo in chiave Davis (tra quindici giorni ci sarà Giappone-Italia), e nel terzo turno Seppi ha battagliato quasi 4 ore (9-7 al quinto set) per venire a capo del bombardiere croato Karlovic, uno che spara dai 30 ai 40 aces a partita. Seppi ha mostrato gran cuore e, dopo un passaggio a vuoto comprensibile, è stato sempre presente nel match con una grande concentrazione, forse la sua dote maggiore, oltre a due buoni fondamentali. Ritrovato Seppi, quindi, un bene per il nostro tennis; per l’azzurro ora l’inglese Edmund, numero 50 del mondo, uno specialista del veloce che in casa anglosassone potrebbe non far rimpiangere l’assenza di Murray, capace comunque di eliminare al primo turno il sudafricano Anderson, numero 11 del seeding, rimontando lo svantaggio di due set a uno. E’ un ottavo complicato per Seppi, nell’unico precedente del 2016 sull’indoor di Anversa Edmund si impose in due set, ma l’azzurro è un habitué al Flinders Park di Melbourne, avendo raggiunto gli ottavi per la quarta volta in carriera (2013, 2015, 2017 e 2018). Capitolo Fognini: il ligure, 25 del seeding, si conferma solido e lucido sia nella tattica sia dal punto di vista atletico (bravo Davin), tanto appunto da raggiungere anch’egli gli ottavi di finale per la seconda volta in carriera (la prima nel 2014). Le tre partite vinte da Fognini sono un po’ lo specchio del suo modo di essere e giocare; fatta eccezione al primo turno, quando ha vinto in tre set contro il modesto argentino Zeballos, nel secondo e nel terzo contro il russo Donskoy e il francese quasi ritirato Benneteau (capace di estromettere dal torneo Bimbo Goffin), l’azzurro è partito male perdendo il primo set e carburando a mo’ di diesel più avanti. Meno male perché al quinto set, contro il transalpino, Fognini ha avuto la forza di spezzare l’equilibrio in campo sul 2 pari e di non perdere le staffe nonostante qualche immancabile battibecco col giudice di sedia. Battibecco comprensibile solo a chi non ha mai giocato a tennis, indipendentemente dal livello raggiunto. Per entrare nei migliori otto dello Slam australiano, Fognini dovrà affrontare il redivivo ceco Berdych, numero 19 del mondo e negli ultimi anni un po' in discesa forse per l'età (32 anni), ma comunque capace di tritare il forte argentino Del Potro, segno di una ritrovata forma e per questo match assai insidioso. I precedenti diretti dicono 2-2 ma si tratta di 3 partite su 4 sulla terra rossa, superficie più congeniale a Fognini (infatti 2-1). In ogni caso sia Seppi che Fognini hanno la grande chance di diventare il quarto azzurro di sempre a centrare i quarti all’Open di Australia dopo De Stefani nel 1935, Pietrangeli nel 1957 e Caratti nel 1991. Un appuntamento con la storia da non perdere.

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