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A cura di ANDREA CURTI

giovedì 12 maggio 2016

TENNIS - Internazionali d'Itallia, ottavi di finale: Cade Federer, attesa per Nadal-Djokovic.

Era matematico che qualcuno dei big ci rimettesse le penne negli ottavi degli Internazionali d’Italia di tennis, in corso di svolgimento sui campi del Foro Italico. E così è stato. Ha ceduto il passo il numero 2 del mondo, il più acciaccato, o quello che ha meno feeling con Roma in termini di vittorie (zero, come al Roland Garros); Roger Federer ha giocato contro se stesso e contro l’austriaco Thiem, uno dei rappresentanti della nouvelle vague del tennis mondiale (appena 22 primavere) e di un numero 15 del mondo che è riuscito a ritagliarsi su misura vincendo da inizio anno 32 partite e perdendone soltanto 9 (insomma solo Djokovic ha fatto meglio dell’austriaco). Domani nell’incontro serale contro il giapponese Nishikori (che si è mangiato Gasquet) dovrà però sudare di più per arrivare a 33 partite vinte nell’anno in corso. In ogni caso l’austriaco o il nipponico sfiderà poi in semifinale il vincente del più classico dei match, quel Nadal-Djokovic che si preannuncia scintillante (terzo match sul Centrale). Senza contare gli Slam, in campo ci saranno undici titoli complessivi a Roma (sette Nadal e quattro Djokovic) e quarantottesima sfida diretta (25-23 per il serbo), di cui cinque sempre in finale al Foro Italico (3-2 Nadal); i numeri parlano chiaro, è un quarto di finale finto. Difficile dire chi vincerà. A vedere dai match sinora disputati Nadal pare più in forma; lo spagnolo si è vendicato dell’altro giovanissimo (20 anni), l’australiano Kyrgios, che due anni fa sul Centre Court di Wimbledon gli rifilò 37 aces eliminandolo dal torneo, lottando per due ore e quaranta minuti, sospinto dal pubblico e dalla grande voglia di vincere, di tornare a stupire come ai tempo dello schiacciasassi che fu. Djokovic, dal canto suo, che è defending champion delle ultime due edizioni romane, è partito in sordina, soffrendo prima contro il qualificato francese Robert e poi col mancino brasiliano Bellucci, che gli ha rifilato un 6-0 iniziale terrificante (l’ultima volta che Djokovic prese un 6-0 risale alla finale di Cincinnati 2012, persa 6-0 7-6 contro Federer). Ma il numero 1 del mondo di solito scalda i motori nei turni preliminari per poi accelerare in dirittura d’arrivo. Vedremo. La parte bassa del tabellone maschile invece è zeppa di rimpianti per Fognini che avrebbe potuto essere al posto del lucky loser francese Pouille, altro 22enne terribile (con residenza a Dubai, negli Emirati Arabi), bravo ad infilarsi laddove Tsonga ha abbandonato (un lucky loser nei quarti non succedeva a Roma dal 2005 con lo spagnolo Martin). A dir la verità il transalpino da inizio anno ne ha battuta di gente forte; Goffin due volte (Brisbane e Madrid), Gasquet a Montecarlo, Ferrer a Miami. E ancora Ferrer qui al Foro, segno di continuità di risultati e crescita costante, lui che è numero 52 al mondo (avercelo noi un ventenne italiano a quelle posizioni del ranking…). Sfiderà il redivivo argentino Monaco, alla sua seconda giovinezza (32 anni) dopo i numerosi problemi fisici, capace di eliminare Wawrinka in rimonta, mettendola sul fisico, sulla lotta point by point. L’ultimo quarto maschile è quello tra Goffin e Murray che, zitto zitto, senza sudare troppo, è arrivato nei migliori otto, come era d’altronde pronosticabile. Stupisce invece la resa del ceco Berdych; zero game vinti contro appunto Goffin, un 6/0 6/0 per il belga durato appena 48’,match di altri tempi, come se fosse sceso uno spettatore a giocare con il numero 13 del mondo. Il torneo femminile invece ha sinora riservato più sorprese; solo quattro teste di serie, e non le più forti escludendo la Williams, sono ancora in lizza. E nemmeno Serena, l’unica che potrebbe salvare il palmares del torneo è andata liscia; 75’ di tennis intenso, recuperando da 3-5 nella prima frazione con un set point per la connazionale McHale nel tie-break. Per la Williams, n.1 del mondo, ecco pronta la navigata russa Kuznetsova, 9 del seeding, che per fortuna ha eliminato una delle giocatrici più brutte a vedersi (tennisticamente parlando), la connazionale naturalizzata australiana Gavrilova, tanto scoordinata e sgraziata nei movimenti quanto impertinente nell’usare la racchetta quasi fosse una clava. Bene, invece, e leggiadra la romena Begu, n. 35 della WTA, che attende un’altra sorpresa del torneo, la giapponese Doi, la venticinquenne mancina di Yokoshima di 159 cm x 55 chili e numero 45 del mondo, capace di rimontare un set e un break all’ancora acerba inglesina Konta; per entrambe sarebbe la prima volta in semifinale al Foro Italico. Nella parte bassa, così come per Fognini, cresce il rimpianto di non vedere la Errani là davanti; invece c’è la mediocre Strycova, che ha giggioneggiato con una cadaverica Bouchard (che non ha ripetuto l’exploit dell’eliminazione della Kerber vincitrice in Australia), che se la vedrà con l’americana Keys che nelle sue precedenti tre apparizioni al Foro Italico, non era mai andata oltre il secondo turno. La 21enne statunitense, 24 del mondo, dopo aver superato in due set Petkovic e soprattuttoKvitova, ha riservato lo stesso trattamento all’ungherese Babos, 7-6, 6-3. Forse Muguruza-Bacsinszky è il match più di cartello, vuoi perché la prima è la numero 3 del torneo e la seconda 11, vuoi perché la Bacsinszky ha annullato due match point alla Suarez Navarro (finalista lo scorso anno) nel secondo set in un match che per lei sembrava ormai segnato. Ma nel tennis mai dar nulla per scontato.

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