Lunedì 8 ottobre (ore 20.30) riprendono con
Pierluigi Battista gli appuntamenti di “Eliseo Cultura”
al Piccolo Eliseo di Via Nazionale in Roma. Trentasette
incontri gratuiti a cura di Alessandro Vaccari che hanno l’obiettivo di
promuovere la fruizione e la comprensione del patrimonio culturale in tutte le
sue differenti espressioni oltre alla drammaturgia. Un fitto calendario di
lezioni, presentazioni, approfondimenti, confronti e proiezioni articolati
attraverso cicli di incontri con cadenze mensili per tutta la stagione che
spazieranno tra scienza, letteratura, poesia, arte interpretando la complessa
attualità sociale e culturale del nostro Paese.
Pierluigi Battista,
autore, inviato e editorialista del Corriere della Sera di cui è stato
vicedirettore dal 2004 al 2009, racconta la vita da romanzo di Boris
Pasternak, una storia avvincente di donne e poeti, spie e carteggi segreti, in
cui si intrecciano pericolosamente letteratura e passione.
Quando
il 16 agosto del 1960 la polizia sovietica bussa alla porta di
Olga Ivinskaja, la donna conosce già il motivo di quella visita sgradita.
Da quindici anni è infatti l’amante, l’amica, la confidente dello scrittore
Boris Pasternak, diventato un nemico della patria all’indomani della
pubblicazione clandestina del Dottor Živago. Olga è entrata a tal punto
nel cuore di Boris da ispirare la protagonista femminile del romanzo,
l’immortale Lara. Nel 1960 Pasternak è ormai morto da qualche mese, sono
passati tre anni dalla prima edizione del romanzo e due anni dal Premio Nobel
che è stato costretto a non ritirare, così Olga finisce in Siberia dopo un
processo sommario. È solo l’ultimo capitolo, postumo, della vita sentimentale
di uno scrittore irregolare, segnata da amori folli e abbandoni repentini:
dalla seconda moglie Zinaida, rubata a un amico, alla poetessa
Marina Cvetaeva, fino all’incontro folgorante con la sua nuova musa, Olga.
Intorno, scorre la vita ambigua di Pasternak verso un regime che contesta in
privato ma che non esita ad appoggiare pubblicamente, tradendo gli ideali dei
compagni intellettuali come Anna Achmatova e Osip Mandel’štam, che
conoscevano gli orrori della Lubjanka.
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