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Firenze si è fatta la storia del rugby azzurro: l’Italia del neo cittì O’Shea ha
battuto 20-18 il Sudafrica e per la prima volta ha sconfitto (più nettamente del
risultato) una squadra sotto l’Emisfero Sud (le altre sono Australia e Nuova
Zelanda per intenderci), la quarta al mondo secondo il ranking internazionale. Certo,
non è il Sudafrica di Capitan Pieenar o di van der Westhuizen o di Chester Williams
o Stransky, anzi nelle ultime sette partite il XV di Coetzee ha rimediato sei
sconfitte, ma è pur sempre il Sudafrica, gli Springboks, tra i maestri della
palla ovale. E la coraggiosa Italia l’ha sfidata sul suo campo preferito, la
fisicità, vincendo con un Favaro straordinario, con delle prime linee che si
sono comportate da veterani, indicendo spesso all’errore i dirimpettai di
mischia. E’ stata una buona Italia da subito, partita aggressiva e vogliosa,
frenata nell’ardore non tanto dagli avversari quanto dall’arbitro irlandese
Clancy che l’ha penalizzata in almeno tre occasioni. Poi la meta della star
Habana (miglior realizzatore di mete nella storia del Sudafrica) ha rotto il
ghiaccio; è stata lesta l’ala sudafricana a sfruttare un break dell’estremo Le
Roux. Ma la reazione azzurra non si è lasciata attendere. Capitan Parisse, oggi
in cabina di regia, invece di accontentarsi dei tre punti, ha ordinato di
calciare l’ovale in touche e, da quella rimessa, è scaturita la meta dell’Italia
di forza col pack firmata dall’ex sudafricano Van Schalkwyk. Canna ha trasformato
e portato l’Italia avanti 7-5. Passano sei minuti e ancora una volta la
velocità degli ospiti ha fatto la differenza: ad andare in meta è stato il
centro De Allende sulla corsia di destra. L’apertura Lambie ha trasformato così
gli Springboks si sono trovati avanti 12-7. A questo punto è salito in cattedra
l’estremo delle Zebre Edoardo Padovani, “man of the match”; prima ha centrato l’acca
da centrocampo accorciando le distanze (10-12), poi ha salvato la seconda una
meta sicura degli avversari, con tutti gli azzurri che nel finale si sono schierati
in difesa e placcaggio su placcaggio, non hanno consentito la terza meta ai
sudafricani dopo sedici attacchi consecutivi. Dal riposo i sudafricani sono tornati
più convinti in campo mentre la seconda linea Fuser si è fatta ingenuamente
espellere per dieci minuti causa una entrata scomposta sul saltatore avversario
in touche. In inferiorità numerica l’Italia ha placcato tutto resistendo
eroicamente, e concedendo al Sudafrica solo un piazzato dell’apertura Lambie. Forse
è lì la chiave del match perché al rientro di Fuser (e contemporaneo quadruplo
cambio del cittì sudafricano) la partita è tornata saldamente nelle mani
azzurre. La maul azzurra ha logorato la difesa avversaria sino a permettere all’ala
Venditti, che ha atterrato a spallate il malcapitato di turno, di siglare la
seconda meta italiana. Che un Canna assai attento ha trasformato; al 55’ l’Italia
ha ribaltato la situazione conducendo 17-15. Il Sudafrica è alle corde, se
prima cercava sempre la via della meta tramite la touche ora ha capito che deve
far punti coi piazzati per sperare di uscire indenne dal Franchi. E ne ha fatti
altri tre dalla grande distanza col talentuoso Jantijes riportandosi avanti
18-17. Dopo quattro minuti però la pressione azzurra sulle linee difensive
altrui viene premiata dal calcio di Canna che ha portato l’Italia di nuovo
sopra di due lunghezze (20-18). A dieci dal termine O’Shea ha cambiato l’assetto
della mediana: fuori Canna e Bronzini (bravi davvero), dentro Gori a mediano di
mischia e Allan come primo centro, mentre all’apertura è scalato Mc Lean. Il
match però è già virtualmente terminato perché i sudafricani stremati nel
fisico e nelle idee, non sanno più cosa fare, tanto che al 78’ di nuovo la maul
nostrana con Fuser segnerebbe la terza meta se l’arbitro non l’annullasse
(giustamente) per l’uscita coi piedi dalla linea laterale di alcuni azzurri prima
della schiacciata dell’ovale. Ma nella touche susseguente gli Springboks si
sono fatti rubare l’ovale come dei pivelli e ad Allan non è restato che
calciare fuori e sancire lo storico risultato per il rugby azzurro. Siccome
però l’appetito vien mangiando, adesso bisogna battere anche Tonga sabato
prossimo a Padova (sempre in diretta in chiaro su DMax canale 52) nella terza
ed ultima amichevole del 2016 per gli azzurri prima del Six Nations 2007.
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