Il
Teatro Ambra Jovinelli di Roma ospita, dal 5 al 15 marzo prossimi in atto unico,
“La gatta sul tetto che scotta”, secondo Premio Pulitzer nel 1955 per il
drammaturgo statunitense Tennessee Williams (il primo nel 1948 gli venne
assegnato per Un tram che si chiama
desiderio), storia di una donna, Maggie, che per alleviare la cocente
situazione familiare in cui si trova, imbastisce una rete di bugie. Di bassa
estrazione sociale, Maggie la gatta, teme di dover lasciare la casa ed il
marito, se non riesce a dare alla famiglia di lui un erede. Tra giochi
passionali e abili caratterizzazioni, affiorano sensualità cariche di
sottintesi e di contenuti inespressi o inesprimibili; all’ideale della purezza
dei sentimenti si contrappone la dura realtà di un mondo familiare e sociale
pieno di ipocrisie.
Lo
spettacolo, per la regia di Arturo Cirillo, presenta un cast è di primo ordine:
Vittoria Puccini, Margaret; Vinicio Marchioni, Brick; Clio
Cipolletta, Mae; Francesco Petruzzelli, Gooper; Franca Penone, mamma;
Paolo Musio, papà; Salvatore Caruso, reverendo Tooker e dottor
Baugh
Proprio
il regista dice dell’autore: “La famiglia
è ancora il luogo dove Williams fa risuonare le sue parole, il luogo dove,
grazie alla sua capacità di narrare i sentimenti dei personaggi, un gruppo di
attori possono dare vita ad una coralità di conflitti. È difficile trovare in
questo autore dei personaggi non risolti, dei personaggi di cui sia difficile
trovare una propria emotività, sarà anche perché lui non sembra avere paura del
melodrammatico, dell'eccesso, del melò, anzi li usa come parte della nostra
vita. Forse proprio perché non ha paura del falso e dell'esagerato riesce, per
contrasto o completamento, a trovare il vero”. E ancora: “Pochi scrittori di teatro come lui hanno
avuto un rapporto così forte con l'immaginario, e non a caso la più grande
industria del sogno che è il cinema lo ha coinvolto spesso, infatti "La
gatta sul tetto che scotta" è un celeberrimo film hollywoodiano degli anni
'50. Ma prima è stato un testo per il teatro dove si concentra in un unico
spazio temporale e fisico l'ossessione di un'idea di amore impossibile, perché
troppe sono le rinunce di una famiglia dedita al successo e ai soldi, alla
proprietà, in cui la vita appartiene a chi la sa comprare e a chi la vive
secondo la più bieca convenzione. Sotto, nascosto da qualche parte ma che
scalpita e brucia, c'è il sogno, di due uomini che si innamorano, di una donna
che fugge dalla povertà della sua infanzia, di un dispotico e misogino padre
imprenditore, fattosi tutto da se, che scopre davanti all'ipotesi della propria
morte una fragilità ed una tenerezza per il figlio alcolizzato, sportivo
fallito. Ma anche il sogno della moglie di lui, donna abituata a fare di se
stessa la rappresentazione vivente di una bugia ma che alla fine non potrà che
farsi abitare dalla propria infelicità. Poi ci sono l'altro figlio, avvocato
rampante e prolifico di prole, e la sua consorte, arrivati in casa per
impossessarsi dell'intera eredità del padre morente, portatori di fasulli
"nidi d'amore", ma in fondo drammaticamente vittime di carenze
d'affetto. E Williams mette anche in scena, non casualmente, un prete molto
interessato ai beni terreni, e un medico burocrate del dolore”.
Per
ulteriori informazioni sullo spettacolo: telefonare allo 06 83082620 – 06
83082884. Sito: www.ambrajovinelli.org. Spettacoli ore 21.00 – domenica ore
17.00 - lunedì riposo; biglietti (compresa prevendita): da € 32,00 a € 17,00.
Nessun commento:
Posta un commento