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A cura di ANDREA CURTI

mercoledì 6 giugno 2018

TENNIS - Roland Garros, venerdì la storica semifinale: Cecchinato contro Thiem per la gloria.

Metamorfosi di un tennista. Prima della svolta sportiva, Marco Cecchinato da Palermo (26 anni il prossimo 30 settembre), peregrino dei challenger, aveva dimostrato anche fuori dal campo di avere carattere: squalificato in primo grado dal Tribunale Federale della Fit per 18 mesi e sanzionato con 40.000 euro di multa per presunte scommesse, non si era arreso e il ricorso in appello gli aveva ridotto la squalifica a 12 mesi e la sanzione pecuniaria a 20.000 euro. Poi però non contento il tennista siciliano ha insistito e l'udienza del Collegio di Garanzia Coni, ultimo grado della giustizia sportiva, ha decretato l'estinzione del procedimento disciplinare a suo carico per un difetto procedurale (Coni e Fit avrebbero presentato in ritardo la richiesta di squalifica). Così da una carriera che poteva concludersi anzitempo nei tribunali, si è passato al verdetto del campo. Che fino a metà aprile di quest'anno era ancora non del tutto positivo in quanto il tennista siciliano aveva vinto appena tre partite nel circuito maggiore, prima dell'esplosione, inaspettata perché era lucky loser (perdente all'ultimo turno delle qualificazioni ma ripescato nel tabellone principale per disgrazie altrui), al torneo ATP di Budapest, e una serie di buone performance che lo hanno portato ad eliminare Fognini, Cuevas, Seppi e lottare con Goffin, perdendo. Ma poi si è preso la rivincita al Roland Garros (anche se forse il vero miracolo di Cecchinato è avvenuto al terzo turno contro lo spagnolo Carreno Busta), oltre allo scalpo di Djokovic ancora sulla via senza approdo del ritorno, comunque un tipetto ex numero 1 del mondo che in bacheca conta sempre 12 Slam tra cui Parigi due anni fa. La vittoria sul serbo ha fruttato all'azzurro 570.000 euro, forse è contento pure il neo governo Conte, dal momento che la residenza del giocatore è a Palermo e non monegasca. Ma adesso, lato economico a parte, Cecchinato è entrato nella storia,  eguagliando la semifinale di Corrado Barazzutti nel 1978, l'ultima in ordine cronologico di un tennista italiano al Roland Garros e negli Slam (parliamo di 40 anni fa), e quella ben più prestigiosa di Adriano Panatta nel 1976, più prestigiosa perchè Panatta poi vinse il torneo mentre Barazzutti fu distrutto da Borg. Che sia di buon auspicio, come ha dichiarato lo stesso Panatta: "Cecchinato può vincere il torneo, perchèè no? Un consiglio che posso dargli è di non ascoltare nessuno, riposarsi e mangiare bene. Mi sembra un ragazzo equilibrato, dovremmo essere felici per quello che ha fatto, ma ogni gara ha la sua storia. Se sono disposto a cedere il mio trono? L'ho ceduto tanti anni fa, poi a me i troni non piacciono, gli auguro tanto fortuna. La qualità nel suo tennis Cecchinato evidentemente ce l'aveva già. Poi capita che si trovano momenti favorevoli, scatta qualcosa, si prende fiducia e la cosa più bella che possa capitare ad un giocatore è proprio quando capisce di potersela giocare con tutti". Eh già, la fiducia. il Ceck era numero 109 del mondo ad inizio anno, 72 prima del Roland Garros, ora male che vada sarà numero 27. Una ascesa pazzesca. Ma tra lui e la gloria di una finale Slam c'è quel peperino dell'austriaco Thiem, testa di serie numero 7 e soprattutto l'unico capace di battere Nadal sulla terra rossa nelle ultime due stagioni: nel 2017 a Roma e un mese fa a Madrid. Però Thiem ogni tanto va fuori giri. Come lo si batte? Capitan Barazzutti ha commentato: "Contro Djokovic Cecchinato ha giocato una partita straordinaria. A parte il terzo set in cui è un po' calato e ha perso il filo del gioco, è stato perfetto. E' migliorato tantissimo dal punto di vista tecnico, sia nel servizio che nel rovescio. Perde meno campo, usa meno lo slice, i piedi sono più vicini alla riga di fondo e fa più male anche col diritto che ha sempre avuto. E poi difende benissimo e ha tirato fuori dal museo un colpo che sembrava scomparso, la smorzata. Non la usa quasi più nessuno, ma soprattutto sulla terra rossa è un colpo che serve, che paga”. Può essere proprio la smorzata o, ancora più letale, la contro-smorzata, l'arma per disinnescare venerdì la bomba austriaca. Cecchinato sicuramente ci proverà. E con lui tutta l'Italia tennistica.

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