Dal 29 febbraio
al 4 aprile 2016, alle ore 18.30, al Teatro Eliseo di Roma (Via Nazionale), per
“Eliseo Cultura”, il Prof. Luca Serianni spiegherà “Le Tre
corone della lingua italiana” (ingresso libero fino ad esaurimento posti).
Dante, Petrarca e Boccaccio sono i nomi
dei fondatori della letteratura italiana: noti più o meno a tutti per ricordi
scolastici, ma forse non troppo frequentati negli anni successivi, anche per la
distanza linguistica. Eppure ciò che ci unisce alla loro lingua è assai più di
quel che ci divide; e molti dei temi da loro toccati hanno attraversato la
letteratura italiana dei secoli successivi. Due buone ragioni per accostarsi
alla loro lettura diretta, affrontando di volta in volta un tema centrale. La
presenza terrena nei rarefatti cieli del Paradiso di Dante; la
lettura stilistica di una grande canzone petrarchesca, che svolge uno dei temi
fondanti dell'immaginario lirico occidentale, quello della notte e dei suoi
riflessi sul tormentato animo umano; l'arte del dialogo nel Decamerone di
Boccaccio. Di seguito il programma.
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Lunedì 29 febbraio, ore 18.30, “Dante. Echi terreni nel Paradiso”.
Anche nella terza cantica, quella che
conduce Dante all'Empireo, la presenza della terra, «l'aiuola che ci fa tanto
feroci», è molto spiccata. Non tanto nella personalità dei beati, tutti
ugualmente paghi della visione di Dio, ma nella continua riproposta dei grandi
temi che alimentano la polemica del poeta contro la decadenza della Chiesa e la
persuasione della propria missione quasi profetica.
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Lunedì 14 marzo, ore 18.30, “Petrarca. La canzone della sera”.
La canzone 50, «Ne la stagion che 'l
ciel rapido inchina», svolge un tema di ampia portata letteraria: il tramonto
del sole reca finalmente alcune ore di pace agli uomini e agli animali, ma non
al poeta, tormentato dalla sua inquietudine. Se ne propone una lettura attenta alla
compagine linguistica e stilistica.
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Lunedì 4 aprile, ore 18.30, “Boccaccio. Il Decamerone e l'arte del dialogo”.
Attraverso alcuni esempi attinti al
capolavoro di Giovanni Boccaccio ci si soffermerà sulla capacità
dello scrittore di variare il dialogo a seconda dei personaggi e della
situazione rappresentata, nell'intento di fornire un affresco a tutto campo
dell'umanità con le sue miserie e le sue grandezze.
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