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A cura di ANDREA CURTI

lunedì 23 novembre 2015

TEATRO - All'Orologio di Roma da domani la rivisitazione di Sofocle firmata Gili: "Antigone" come terapia ammortizzante della violenza.

Al Teatro dell’Orologio di Via dei Filippini in Roma, il regista  Filippo Gili propone la rivisitazione dell’Antigone di Sofocle, in scena in prima nazionale da domani 24 novembre al 6 dicembre (Sala Moretti), con Vanessa Scalera, Barbara Ronchi, Omar Sandrini, Alessandro Federico, Filippo Gili, Matteo Quinzi, Piergiorgio Bellocchio, Rosy Bonfiglio, Roberto Dellara. Spiega Gili: “Creonte ragiona; Antigone sviscera. Come dice Holderlin, l’essenza del tragico è essenza dell’uomo in sé. Del suo essere sia Creonte che Antigone. Anzi, di come l’esperienza “ventrale” di lei sia sepolta, con lei, sotto le angoscianti e fragili vittorie del cerebro razionale. La classicità attica, il candore apollineo erano contigui al nero, alle fognature impulsive della spiritualità. Il progetto è tirare fuori, da quella spiritualità, la terapia ammortizzante della violenza, dell’orientalità, dell’essere travolgentemente travolti da un Dio che è dentro di sé, né sopra né sotto. Così, mentre Creonte si sforza ad insegnare alla Polis a parlare, Antigone insegna a se stessa, prima di tutto, a ritornare prima del linguaggio”.

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