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A cura di ANDREA CURTI

lunedì 28 settembre 2015

TEATRO - Da oggi all'Eliseo di Roma "Una tigre del Bengala allo Zoo di Baghdad": L'istrione Barbareschi tra guerra e etica.

Sul palcoscenico del Teatro Eliseo di Roma, da stasera sino all’11 ottobre, va in scena “Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad” di Rajiv Joseph, con l’istrione Luca Barbareschi (che ne cura anche la regia) a farla da padrone, seguito dai compagni di avventura Denis Fasolo, Andrea Bosca, Marouane Zotti, Hossein Taheri, Sabrie Khamiss, Nadia Kibout (musiche di Marco Zurzolo).
La storia riguarda una Baghdad devastata dalla guerra. Due marines americani sono messi a guardia di una tigre in uno zoo della città. È rimasta solo lei: i leoni sono tutti morti, prima fuggiti e poi uccisi come in un videogame da soldati che non esitano a sparare e a depredare. Tom, uno dei due marines, dal palazzo di Saddam ha portato via un water d’oro e lo ha sepolto sottoterra sperando di venderlo su Ebay, dal corpo del figlio del dittatore ha rubato una pistola-trofeo. La prima vittima di quell’arma è proprio la tigre, provocata con uno snack e poi uccisa per aver reciso di netto la mano del soldato. Come nel giorno della cattura, la tigre è stata di nuovo tradita dal suo istinto. Le subentra il suo fantasma, il suo spirito morale, animato dal pressante desiderio di sapere come Dio possa fare finta di nulla in un luogo così corrotto. Finalista del Premio Pulitzer, "Una tigre del Bengala allo Zoo di Baghdad" è la visione di Rajiv Joseph degli irrisolti problemi etici del terzo millennio, una riflessione “selvaggiamente divertente” come è stata definita dal New York Times.

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