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A cura di ANDREA CURTI

venerdì 16 gennaio 2015

TENNIS - Australian Open, si parte: Bolelli sogna l'incrocio con Federer.

Dopo gli antipastini dei vari tornei sparsi nell’emisfero australe, ecco finalmente che le palline iniziano a girare come Sua Maestà il tennis vuole; ci sarò battaglia al Flinders Park di Melbourne per l’Australian Open 2015, prima gara dello Slam in attesa di sapere quale sarà il suo vincitore e la sua vincitrice. Innanzitutto, se c’è un vincitore morale questo è Roger Federer; 89° successo in carriera pochi giorni fa e l’abbattimento del muro dei 1000 (si, avete letto bene, mille) successi n carriera, una cosuccia che solo altri due tennisti custodiscono gelosamente, ovvero Connors e Lendl. Senza dimenticare l’aver alzato l’ultima Coppa Davis, unico trofeo che allora mancava allo svizzero. Da qui si riparte per una nuova stagione. Chi saranno i suoi avversari? I soliti noti. Su tutti il numero 1 del mondo Djokovic, poi il rientrante Nadal (apparso però molto lontano dal suo standard fisico-atletico) più qualche outsider dell’ultima ora, come lo fu l’anno scorso l’altro svizzerotto Wawrinka (non ci saranno Tsonga e Cilic, quest’ultimo trionfatore agli Us Open 2014).  Sperare, per entrare in casa nostra, che qualche azzurro faccia il miracolo, è cosa che non costa nulla, anche se più di cuore che non di testa. Nel maschile quattro italiani in gara con aspettative diverse. Fognini, 18 del mondo, ha iniziato il 2015 come aveva finito il 2014, male, molto male, nervosetto e fuori forma. In Australia (dove difende gli ottavi della scorsa edizione) ha però dalla sua un discreto tabellone; prima il carneade colombiano Gonzalez, numero 109, che porta il nome del fu “Mano de pedra” cileno e poi incrocerebbe l’altra testa di serie, Dolgopolov, che si è infortunato la scorsa settimana e che è in forse sino all’ultimo. Lorenzi, 60 del mondo, è lì che attende notizie su chi affronterà al primo turno, se l’ucraino o un lucky loser (ripescato) qualsiasi. A Seppi, n. 43, poteva andar meglio e poteva andar peggio in quanto con l’uzbeco Istomin (48) ha sempre combattuto (su otto scontri diretti, il 50% è finito al quinto set!), perdendo però gli ultimi due incontri. Egual sorte per Bolelli, numero 51, che ha pescato l’argentino Monaco, 59, con cui è sotto 2-1 negli scontri diretti giocati però solo sulla terra rossa; dovesse farcela, per il 29enne di Budrio (Bologna) si spalancherebbero le porte del paradiso, incrociando la racchetta Santa di Federer. Capitolo donne. La Li Na, defending champion, si è ritirata, ma anche con la cinese in campo i pronostici sarebbero tutti andati in favore di Serenona Williams che rispetto alle altre ha sì un anno in più all’anagrafe ma ancora potenza fisica e colpi dalla sua parte. Le sei azzurre in tabellone sembrano avere più chances dei colleghi maschietti. La Signora Fognini, al secolo Flavia Pennetta, 12 del mondo e come tale testa di serie del torneo, difende i quarti di finale raggiunti lo scorso anno ed ha pescato la rampante marchigiana Camila Giorgi, n. 35, sua bestia nera, con la quale infatti ha perso due volte su tre. Sarà un bel derby, si spera. La Errani, 14, non è di casa sul cemento ma può far suo il primo turno contro l’americana ventenne Min, 105 del mondo, così come la Vinci contro la serba Jovanovski, avversaria scorbutica ma con cui ha sempre vinto. Sfortunata la Knapp, n. 52, cui toccherà affrontare la rumena Halep, autentica rivelazione del 2014 che l’ha consacrata a numero 3 della classifica mondiale. Ma pare che la ragazza di Costanza abbia già problemi fisici. Dulcis infundo ecco Francesca Schiavone, la veterana della pattuglia azzurra, al suo quindicesimo Australian Open; la 34enne milanese, numero 77 del ranking, se la vedrà con l’americana Vandeweghe, n. 37. Sembra un match difficile, lo è in effetti, ma a 34 anni ripartire e ritrovare stimoli e condizione fisica è più semplice a dirsi che non a farsi.

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