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A cura di ANDREA CURTI

domenica 14 settembre 2014

TENNIS - Coppa Davis, semifinale: Federer non perdona, addio Italia.

Il sogno di arrivare in finale di Coppa Davis viene infranto da un Federer implacabile che, in poco meno di due ore, regola un Fognini dignitoso almeno nel terzo set. In verità si sperava in una maggior resistenza da parte dell’azzurro, il quale nei primi due set ha raccolto le briciole di cinque giochi, schiacciato dalla grande forza dello svizzero, forza tecnica e psico-fisica, dalla personalità del numero 3 del mondo (ex numero 1) risparmiato nel doppio per dare il massimo in singolare. E così è stato. Padrone in ogni parte del campo. Paradossalmente ha opposto più resistenza Bolelli che non Fognini e proprio Bolelli è parso il più in forma del team italiano. Non c’è molto spazio per il rammarico vista la differenza in campo (con la Svizzera che si giocherà la finale di Coppa Davis in Francia), piuttosto lascia perplessa l’affermazione di Capitan Barazzutti secondo cui “abbiamo un futuro”. Seppi ha trent’anni, Lorenzi e Bracciali di più, Fognini ventisette e Bolelli ventotto: dietro, dove sono i giovani? Che fine ha fatto il mancino Quinzi campione di Wimbledon due anni or sono, attuale numero 311 del mondo e diciannove anni a febbraio? Va bene il gioco delle parti, va bene tirare acqua al proprio mulino, però a nostro avviso un’affermazione del genere non ha molta logica. Per vincere la Davis o arrivare lontano serve almeno un top-ten e un doppista. Per il momento accontentiamoci della semifinale. Ma senza straparlare, please.

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