Una stanza. Potrebbe
essere un carcere, un manicomio, un luogo di tortura o il Purgatorio. Due
personaggi: un uomo e una donna sono chiamati a confrontarsi con le loro
sanguinose vite passate, per maturare consapevolezza delle azioni compiute e
tentare di redimersi. Il dialogo è stretto, domande e risposte, quasi un
interrogatorio. Ma chi è la vittima? E chi il carnefice? La creazione di
Carmelo Rifici, Purgatorio di Ariel Dorfman, in scena al Piccolo
Eliseo di Roma dal 27 settembre all'8 ottobre (prezzo 20 euro) e di cui sono
protagonisti Laura Marinoni e Danilo Nigrelli, più che una
riscrittura della Medea, è un’opera autonoma che parte dalle
vicende della Medea.
Ariel Dorfman, scrittore da sempre impegnato nella difesa dei
diritti umani, riprende il mito e gli ingredienti della tragedia classica per
scrivere un’opera teatrale sulla violenza e la crudeltà. Un lavoro di grande
intensità come già La morte e la fanciulla, da cui Roman Polanski
trasse il suo celebre lungometraggio. Il suo Purgatorio è un luogo astratto, uno strano ambiente da cui si può uscire, ma in cui si ritorna comunque.
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