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A cura di ANDREA CURTI

martedì 31 gennaio 2017

TEATRO - Al Piccolo Eliseo di Roma documentario su Giuseppe Patroni Griffi: Metti una sera a cena con Peppino...

"Metti una sera a cena con Peppino": questo il titolo del documentario che ricorda la vita personale e artistica di Giuseppe Patroni Griffi, regista di teatro e cinema, drammaturgo, scrittore, sceneggiatore (che ha lavorato tra gli altri con Francesco Rosi e Luchino Visconti), il cui documentario sarà presentato al Piccolo Eliseo di Roma il prossimo lunedì 6 febbraio alle ore 20 (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Un ritratto di un autore versatile, considerato tra i più grandi commediografi del Novecento, ma forse un po’ dimenticato, firmato dal giovane regista napoletano Antonio Castaldo, grazie anche alla preziosa collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà e Fausto Nicolini, custode dell’archivio personale dell’artista.
Il riferimento alla cena non è casuale, visto che si sa che a Patroni Griffi piaceva particolarmente riunirsi la sera a cena con gli amici per discorrere fino a tardi. Oggi le persone s’incontrano, trattano, litigano, fanno amicizia a tavola, unico posto dove veramente si dicono certe verità, afferma l’artista napoletano all’inizio del documentario. In quell’ambito, fuori dal contesto pubblico, si sentiva pienamente libero di esprimersi e si dice che, proprio durante queste serate, siano nate molte idee per le sue opere.
Poliedrico il personaggio, come del resto poliedrico il documentario, scritto da Ilenia Amoruso, Elita Montini, Rosamaria Vaccaro e prodotto da 8 production di Laura Catalano, che prevede la combinazione di diversi linguaggi per accostarsi all’eclettismo del protagonista.
È così che si passa da interviste fatte ad amici quali Raffaele La Capria, Massimo Ranieri e Giorgio Napolitano, a testimonianze di collaboratori come Vittorio Storaro e Gabriella Pescucci, studiosi come Mariano D’Amora e Valerio Caprara; si fa ricorso anche a immagini e ad animazioni (a cura di Francesco di Pietro) nonché a filmati storici, ridando poi anche vita a Rosalinda Sprint, la protagonista della sua opera Scende giù per Toledo, interpretata dall’attore Peppe Barra. Attraverso differenti linguaggi si mettono in luce gli aspetti che più interessavano all’autore, vale a dire la bellezza, la morte e l’amicizia. È comunque “la cena”, come detto, l’aspetto fondamentale del documentario, ed è per questo che nel finale siamo trasportati in una sala dove è presente una tavola imbandita che sembra invitarci a sedere per mangiare, elegantemente apparecchiata dall’altro attore presente nel documentario, Alessandro Formica.

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